la nostra terra

sabato 10 settembre 2011

Metapontum Agrobios, centro di ricerca da salvaguardare.

La messa in Cassa Integrazione Guadagni Ordinaria di tutti i dipendenti della Metapontum Agrobios è solo l’ultima mazzata che stride fortemente con i termini “rilancio e ridefinizione” usati all’interno dell’Art. 27 della legge regionale.

Infatti ospitando parte dei sopracitati dipendenti all’interno della nostra sezione, con il fine di capire chiaramente il quadro della situazione, e partecipando all’assemblea tenutasi ieri, era impossibile non percepire la delusione e lo sconforto che facevano da padrona nell’opinione generale. Alle tante belle parole spese in questi giorni non sono seguiti i fatti, lo stesso Art. 27 è un insieme di contraddizioni e i pochi, quasi nulli, momenti di confronto sulla questione non hanno fatto altro che alimentare dubbi e preoccupazioni.

E’ ancora poco chiaro come mai, nonostante la modifica dello Statuto societario, nulla ancora si sia mosso, tanto da arrivare all’utilizzo degli ammortizzatori sociali; così come poco chiara è la mancata attuazione del Piano Regionale approvato nel 2009 solo nel Polo delle Agro-Biotech con Metapontum Agrobios ritenuto come uno dei centri d’eccellenza.

Sembra di assistere ad una smobilitazione nella zona del Metapontino, non capiamo se vi è una reale cognizione della situazione ma forse è il caso di fermarsi per ragionare e riflettere.

Il punto necessario di partenza è chiarire ed affermare in maniera forte e decisa di ritenere il M.A. un reale centro di eccellenza atto alla ricerca, di fondamentale utilità e di assoluta valenza.

Se le nostre considerazioni non partono da qui e non si sviluppano sulla base di questo pensiero condiviso, tutto il resto diventa solo una soluzione tecnica ad un problema reale, privo di programmazione e di visione politica. Proprio la politica è sembrata distante su questa questione, non basta la voce di un circolo territoriale per infondere conforto in chi di persona vive e subisce questa situazione sulla propria pelle, ma occorrono parole chiare a tutti i livelli ed anche dai rappresentanti istituzionali.

Partecipare, anche se non per tutta la durata, al SIT IN sulla SS 106 non ha fatto altro che confermare questo senso di solitudine, sentimento forse nato proprio dalla bocciatura dell’emendamento proposto in Consiglio Regionale che avrebbe eliminato la parola liquidazione dalla legge stessa.

Anche la rinuncia all’indennità del Presidente Adduce non è altro che un segnale debole e poco efficace, le sue mancate dimissioni dopo l’elezione a Sindaco di Matera sono una occasione persa sia dal punto di vista personale che della politica regionale intera.

Gli stessi dirigenti della società però devono rendersi conto che il periodo di vacche grasse è terminato e non ci si può reggere solo sugli affidamenti diretti. Uno strumento essenziale come la ricerca ha bisogno di continui stimoli e finanziamenti, è giunto il momento di cambiare anche il loro modo di interfacciarsi sul mercato e di rivedere convenzioni a volte fuori luogo; lo “svezzamento” credo abbia terminato il suo corso ed è arrivato l’ora di diventare maggiormente autonomi valorizzando brevetti d’alta qualità e dimostrare di poter mantenere questa autonomia.

Ci auguriamo che a tutto questo si trovi una soluzione tempestiva con l’apertura di un tavolo che metta insieme tutte le parti coinvolte, e crediamo sia giusto celebrare un Consiglio Comunale qui a Bernalda con unico punto all’ordine del giorno proprio la situazione sull’Agrobios.

Circolo territoriale PD Bernalda e Metaponto

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