la nostra terra

mercoledì 27 ottobre 2010

Troiano segretario del Pd Bernalda, soddisfazione dei Giovani Democratici

L’elezione del venticinquenne Angelo Troiano a Segretario di Circolo del Partito Democratico di Bernalda e Metaponto rappresenta un ulteriore conferma della bontà e della forza di un percorso politico intrapreso dai Giovani Democratici di Bernalda fin dalla loro nascita con le primarie del 21 Novembre 2008. Il consenso unanime di Angelo sta dentro un lungo percorso di impegno in questi anni, apprezzato da tutti, e nell’aver dato un contributo sostanziale sia alla fondazione del Pd che dei Gd di Bernalda sia all’allargamento della colazione di Centro-sinistra che oggi governa Bernalda. Ha dimostrato di saper lavorare ed ha dimostrato dedizione e maturità sotto tutti i punti di vista. Nella considerazione e valorizzazione delle migliori esperienze che dall’organizzazione giovanile provengono, questo è un riconoscimento alla qualità del lavoro, al bagaglio di esperienza, di passione e motivazioni brillanti espresse da tante ragazze e ragazzi che sempre più numerosi si avvicinano alla politica e al civismo grazie alla presenza dei Giovani Democratici. Ed è per questo che oggi l’elezione un giovane segretario alla guida del partito di maggioranza relativa nella coalizione di governo di Bernalda è il percorso naturale per un partito giovane con la grande capacità di innovare e rinnovare. Da oggi si moltiplicano le sfide per i Giovani Democratici di Bernalda che dovranno continuare a sviluppare un azione politica rivolta alle nuove generazioni che come tutti sentono il peso delle politiche negative del Centrodestra di Berlusconi su temi legati al welfare e all’istruzione senza dimenticare il mezzogiorno non solo cancellato dall’agenda politica ma calpestato e umiliato quotidianamente dagli amici leghisti del premier. Il Partito Democratico, con il fondamentale contributo e l’indispensabile presenza dei Giovani Democratici, saprà adempiere fin dai prossimi giorni ai suoi doveri principali in termini di difesa delle libertà individuate dalla Costituzione e di vicinanza ai problemi della collettività, che tanto sente la necessità di tornare a credere in determinati valori e a sentirsi comunità unità. La presenza giovane sia alla guida del Partito Democratico, con Angelo Troiano, sia alla guida del gruppo consigliare del Pd, con Gennaro Collocola, sarà garanzia di un Pd non soltanto presente ma realmente integrato all’interno della società bernaldese, capace di restituire fiducia nelle Istituzioni e credibilità alla Politica. La partecipazione può e deve essere la vera linfa del percorso unitario che il Pd ha deciso di intraprendere nel rispetto delle pluralità politiche e culturali che rappresentano la grande ricchezza del nostro partito. Potenza lì, 26/10/2010
Luca Vitarella
Responsabile Organizzazione Gd Basilicata
Segretario Gd Bernalda

Intervento Congresso di circolo PD Bernalda 2010

Il Partito Democratico, ossia il progetto di innovazione politica più importante concepito negli ultimi decenni, si guarda allo specchio e compie un esame di ciò che esso è stato, di ciò che esso ha fatto, nei suoi primi anni di vita, sottoponendo a discussione leale e serena i processi avviati, i risultati raggiunti, le criticità registrate. Non c’è dubbio che esso non è ancora riuscito a diventare quel grande partito dei riformisti italiani, che avrebbe dovuto riunificare le grandi culture politiche del Paese per proiettarlo verso quella compiuta civiltà democratica che serve agli italiani e che essi meritano. In primo piano, dunque, si impone una analisi critica delle ragioni che sono alla base delle deludenti risultanze della fase di avvio del PD: una stagione caratterizzata dalla retorica del nuovo e dalle improvvisazioni nuoviste, dall’enfasi della comunicazione mediatica e dalla fragilità dell’impianto organizzativo, dalla forte erosione dei consensi elettorali e dalla polverizzazione del sistema delle alleanze. In questo quadro l’esperimento coinvolgente delle primarie ha finito soltanto per contrapporre elettori ed iscritti e per alimentare atteggiamenti leaderistici a tutti i livelli; e la tanto invocata vocazione maggioritaria ha fatto inclinare verso il bipartitismo, che è estraneo alla storia ed alla realtà del Paese, la scelta strategica compiuta in favore del bipolarismo, che è invece una conquista della democrazia italiana. Per essere all’altezza delle sue ambizioni, il progetto del PD deve essere reimpostato su basi di chiarezza e di concretezza così come sta facendo il segretario nazionale del partito, Pierluigi Bersani, con le idee e le proposte che la motivano e l’accompagnano, rappresenta una scelta indiscutibile in questa direzione. Il Congresso che si sta celebrando è un congresso fondativo, dal quale deve rimettersi in moto un partito degno di tal nome: un partito, figlio delle sue tradizioni e aperto alle domande del nuovo secolo, non strutturato sulle vecchie ideologie ma dal profilo politico-culturale ben riconoscibile, collegato ai movimenti riformatori e progressisti che, dopo l’elezione di Obama, hanno riguadagnato una dimensione globale, con una organizzazione associativa ed un radicamento sociale e territoriale robusto e diffuso. Un partito dalla identità plurale come un partito popolare (cioè né classista, né populista, ma di massa), che pone in cima alla sua scala di valori l’uguaglianza e l’equità (come elaborati dalla tradizione cattolico-democratica e dalla cultura della sinistra democratica e liberale), che assume la laicità come quadro fondamentale di cittadinanza per tutte le convinzioni etiche e religiose; e che, dunque, si declina come partito dei lavori e dei ceti produttivi, delle donne e degli uomini, dei giovani, dei territori e della sussidiarietà, della conoscenza e dei saperi, dei diritti civili, dei cittadini e del nuovo spirito civico. Bene, questo percorso il circolo di Bernalda l’ha intrapreso e la dimostrazione è davanti a noi, ovvero, l’unico candidato a segretario è il giovane Angelo Troiano. Un ragazzo che da anni si impegna per il bene collettivo ed ha già dimostrato di essere uomo di partito. L’ha dimostrato impegnandosi fin in fondo all’interno dell’organizzazione giovanile del Partito Democratico, collaborando al grande successo riscosso dai Giovani Democratici durante la festa della generazione democratica svoltasi a Piazza del Popolo quest’estate in cui è stato palese che alle porte è pronta nuova linfa, ragazzi che hanno tanta voglia di imparare e di cimentarsi. Quello del PD di Bernalda non è un progetto politico a disposizione di avventure solitarie. Il PD si propone quale casa comune dei riformisti, ma non pretende né persegue l’assorbimento forzato di tutte le espressioni riformatrici e progressiste, di sinistra, laiche ed ambientaliste, che non hanno rappresentanza in Parlamento. Soprattutto, la vocazione maggioritaria non significa alimentare la pericolosa illusione dell’autosufficienza e rifiutare la logica delle alleanze, ma, al contrario, renderle possibili, perché costruite nella chiarezza, sulla base di convergenze non opportunistiche e di precisi vincoli programmatici. Per questo, caro candidato segretario, il compito che stasera l’intera classe dirigente di questo partito ti sta affidando è di importanza rilevantissima, in quanto si è deciso di scommettere su di un giovane capace di essere grande mediatore e leader nella coalizione di centro sinistra che governa Bernalda e Metaponto, ma allo stesso tempo capace di essere tra la gente, con la gente e soprattutto in grado di spiegare qual’ è la missione di questo grande partito.
Gennaro Collocola - Capogruppo PD Comune di Bernalda

Intervento del 23/10 al congresso del circolo PD di Bernalda e Metaponto

Cari compagni e amici, cara segretaria e caro neo segretario, volevo subito riagganciarmi all’introduzione del suo discorso, perdonami Angelo se ti do del Lei ma almeno per oggi conserviamo questa doverosa formalità, oggi è un giorno importante è importante per te , per me e per tutti quei ragazzi che nell’arco di questi anni hanno fatto del proprio credo politico, un’impegno, vero e costante al servizio della comunità. Oggi raccogliamo i frutti di tanti sforzi protratti nel tempo, che negli ultimi 6 anni ci ha regalato il primo assessore proveniente dalla giovanile, il primo Capogruppo e adesso il segretario di circolo. Ma attenzione è solo l’inizio…si solo l’inizio , oggi abbiamo il dovere di prendere degli impegni , veri, seri e concreti, ……uscire fuori dalle stanze di partito e tornare a contatto con la gente,quella stessa gente che da mesi chiedeva a questo partito un cambiamento ,un’impegno…, chiedeva di non essere abbandonata, ma rappresentata e rappresentata con forza …allora chi meglio di noi può farlo? Chi meglio di noi può far si che che la gente ,ormai scoraggiata dagli scandali quotidiani , che la politica ci regala, il berlusconismo ci regala,torni a vivere la politica,appassionarsi alla politica….sono d’accordo con te quando parli di partecipazione, beh come possiamo incentivare la partecipazione? Facendo capire che noi ci siamo , che oggi in questa sede prendiamo degli impegni, e che nei prossimi 4 anni saremo con loro, parleremo di loro, della quotidianità e cercheremo insieme di risolverli di trovare delle soluzioni, oggi la comunità bernaldese deve sapere che il PD ,il circolo di Bernalda e Metaponto, insieme e a stretto contatto con l’amministrazione in carica, e vivo e presente sul territorio ed è al servizio del territorio e della comunità intera. Abbiamo innumerevoli sfide da affrontare insieme e da vincere , la rivalutazione di un’intero territorio delle sue attività produttive legate al turismo e all’agricoltura,ma dobbiamo guardare anche a quello che il nostro tempo ci regale parlo delle innovazioni tecnologiche a quelle innovazioni come l’energia da fonti rinnovabili ,che possono regalare un nuovo slancio e al comparto agricolo e con la biomassa e con il fotovoltaico, tecnologie che potrebbero rivalutare un territorio importante come il metapontino,e perché no,regalare nuovi posti di lavoro, nuovi punti di riferimento per quei ragazzi che sempre più , alla fine degli studi,sono spaesati a causa di una terra che non può dargli un futuro e che li costringe molto spesso ad partire per realtà migliori. Caro segretario, cari compagni e amici ,da qui deve partire un futuro nuovo, da qui deve partire una nuova sfida ,che noi , un partito così ben radicato nel nostro territorio ,abbiamo il dovere di vincere … Buon Lavoro caro Segretario!
Ernesto Porcelli

Relazione-Programma Politico-Organizzativo

Oggi è un giorno importante per me, la visione che ho di questo passo che insieme stiamo compiendo è l’inizio di un sogno la cui realizzazione aspettavo da tempo. Oggi non ci ritroviamo per celebrare una persona, un singolo o una ascesa individuale; oggi siamo qui per dar forma ad un progetto comune e per continuare a condividere il lavoro che tutti insieme in questi giorni abbiamo svolto. Il risultato e l’obiettivo che raggiungiamo ha una doppia valenza. Non solo perché consacra un’unità che oggi più che mai ci deve contraddistinguere, ma perché premia l’impegno di una organizzazione giovanile non come struttura a se stante, ma come parte integrante di un grande gruppo come quello del Partito Democratico. Questo è uno dei tratti più belli di questa operazione, la lungimiranza dei dirigenti più navigati di me che scelgono di investire sul loro vivaio per tessere il nuovo tessuto sociale che impedirà lo scollamento tra la cittadinanza e la Politica. Viviamo in una fase nella quale il nostro Paese sta scivolando in termini di ricchezza prodotta, in termini di reddito, di coesione e di efficienza della macchina pubblica e delle loro decisioni. Quello che chiamiamo berlusconismo, che costringe a continue scorribande mediatiche la nostra Nazione, che incoraggia il fenomeno Lega Nord materializzando secessioni culturali che di certo non aiutano la nostra crescita, accompagna questo scivolamento con un continuo aggiramento irresponsabile dei problemi reali dell’Italia. Il rischio di elezioni anticipate carica di responsabilità l’azione politica del PD ad ogni livello, perché il rischio è di tutti. Ecco perché l’azione del nostro circolo è di fondamentale importanza soprattutto in ottiche più grandi. La sfida sta esattamente in un nuovo rapporto tra Società e Politica. La partecipazione può e deve essere la vera leva della nuova linfa di cui abbiamo bisogno, per tenere insieme nuovi e vecchi strumenti di aggregazione, di costruzione e formazione di nuove classi dirigenti e per armonizzare quella sensazione di libertà che troppo spesso ci è mancata. Ecco perché mi torna in mente quella che è la citazione che racchiudeva l’essenza della festa che i tanti ragazzi hanno portato in piazza agli inizi di agosto: Libertà è Partecipazione. Riempiremo le nostre azioni di emozioni, passione, calore e colore, senso di responsabilità e preparazione racchiudendo tutto ciò in un nuovo linguaggio e nuovi gesti, parole semplici che ci permettano di arrivare ai cuori ed alle menti di tutti per raccontare effettivamente come immaginiamo i giorni migliori per l’Italia. Questi sono gli ingredienti decisivi che ci aiuteranno a cancellare le incertezze, che farà rinascere in noi giovani il coraggio di tornare a pronunciare con serenità la parola FUTURO! Un partito nasce, prospera di idee e suggestioni se pensa in avanti, se investe in ciò che vuole costruire, se non si limita a guardare i destini corti di coloro che lo fanno e se apre un percorso lungo dove le generazioni agiscono insieme. Noi dobbiamo essere un collettivo e ognuno di noi in ogni luogo deve caricarsi della sua responsabilità, quella di essere un tesserato o soprattutto un dirigente del Partito Democratico. Questa responsabilità non prescinde dalla perenne alimentazione di una visione di insieme, visione che ci permetta di osservare a 360° la società che ci circonda, con le sue esigenze e la sua voglia di impegnarsi.
Saremo così più forti delle nostre debolezze!
E c’è solo un modo per esserne sicuri, per rafforzare l’unità, per sentirci una grande squadra: muoversi assieme, combattere assieme, rimboccarsi le maniche tutti assieme. A questo punto un sempre maggior coinvolgimento di iscritti ed elettori rispetto le scelte di merito da compiersi è la necessità primaria che abbiamo, per questo sarà fondamentale partire da un forte rilancio dei forum tematici e dalla essenziale nascita di un circolo di ambiente a Metaponto. In questo futuro prossimo, nel futuro che abbiamo qui davanti la nostra comunità avrà bisogno di percepire la solidità e la forza di chi governa Bernalda e Metaponto. Per questo sembra scontato affermare che l’azione politica del nostro circolo del Partito Democratico sarà di sostegno all’attuale amministrazione di Centro-Sinistra, poiché la responsabilità della continuità dei governi che si sono susseguiti negl’ultimi anni è sentita da tutti noi. Sarebbe illogico non continuare nel percorso intrapreso ormai da 15 anni e che finalmente porta la nostra Città ad essere pronta, sotto la guida del sindaco Chiruzzi, a quel colpo di reni che ci proietterà nel presente-futuro. Molte sono le sfide che ci aspettano, che ci vedono impegnati nel difficile compito di interpretare le istanze della gente, i loro bisogni, le dinamiche nuove del nostro territorio bisognevole di strategie di lungo periodo e di un rilancio culturale che è alla base di ogni azione susseguente. Il partito che immagino è un partito plurale e aperto alla società civile, pronto a scommettere su una classe dirigente capace di innovare e rinnovarsi. In quest’ottica il Partito Democratico rimane fondamentale per evitare le tendenze antiegualitarie di una post-democrazia che potrebbe essere alle porte. Ma non possiamo accontentarci di lavorare per i nostri scopi politici solamente attraverso un partito; dobbiamo anche lavorare su un partito dall’esterno, appoggiando quei gruppi che faranno pressione su di esso. I partiti che non subiscono alcuna pressione resteranno radicati nel mondo post-democratico delle lobby d’impresa e le classi dirigenti che cercheranno di agire senza fare riferimento alla costruzione di un forte partito del centro-sinistra verranno sovrastate da quest’ultime, le lobby stesse. Ripensando agli anni passati non immagino me e voi spenderci per percorrere un percorso circolare che oggi ci riporta al punto di partenza. Noi ci muoviamo su di una parabola e non su di un cerchio. Abbiamo percorso un ellissi giungendo oggi ad un punto nuovo e portiamo con noi una storia di organizzazione e conquiste che non dobbiamo sperperare. E’ ora di imparare una lezione apparentemente contraddittoria: bisogna stare attenti alle potenzialità dei nuovi movimenti che all’inizio possono sembrare difficili da comprendere, poiché possono essere portatori della futura vitalità della democrazia; ma anche lavorare con i gruppi e le risorse delle organizzazioni consolidate portatori di cause plurali e con quelle classi dedite a nuove cause, poiché la politica democratica funziona attraverso i partiti. Non attraverso aziende mascherate da tali! La fusione di gruppi sociali e l’espressione dei loro interessi è una fase imprescindibile, tutto seguito da una condivisione non solo di un leader ma di un programma politico-organizzativo che rappresenterà la peculiarità che ci deve contraddistinguere. Non possiamo permetterci di restare ai margini come classe politica di centro sinistra, non possiamo permetterci di inibire qualsiasi atteggiamento deciso per scacciare il rischio di risultare impopolari. Al grande impegno e qualificato lavoro che Roberto Speranza mette in questa fase al servizio della causa non possiamo contrapporre una scarsa qualità della classe dirigente a livello comunale. Dobbiamo scongiurare una prospettiva di un circolo litigioso, di partiti commissariati e di sezioni che assumono comportamenti poco democratici, lo stiamo facendo e sono sicuro che continueremo a mantenere questa rotta. In una fase così delicata a tutti i livelli momenti di tensione rallenterebbero il processo di unificazione, processo valido come antidoto utile per debellare la scarsa credibilità che i nostri avversari politici vogliono addossarci. Il messaggio che ci ha consegnato il nostro segretario nazionale Pierluigi Bersani son sicuro che provocherà una salutare scossa all’interno del nostro coordinamento, affinchè ci sia più confronto, più discussione sui problemi della gente, più Politica. Faremo in modo di non creare al nostro interno dei leaderismi non costruttivi, meno preoccupazioni su come garantire ricandidature, meno protezione per amministratori che non fanno il bene del paese ma esclusivamente il loro. Immagino una calendarizzazione di incontri con i gruppi sociali, i vari settori presenti nella nostra zona e le classi lavorative che popolano la nostra cittadina, perché non basta allargare la base dei nostri tesserati e simpatizzanti se poi non si spalancano le porte delle nostre sezioni per uscire ad ascoltare l’opinione di chi vive in prima persona la quotidianità e le difficoltà che la vita ci propone, per mettere in pratica le soluzioni che con il confronto raggiungiamo. Siamo in grado di apprendere che non è inevitabile che la gente si preoccupi più degli immigrati che arrivano in città rispetto a qualsiasi altra questione che metta a disagio la destra. La decisione di ritirare dal commercio i cibi geneticamente modificati in molti Pesi europei in seguito alla diffusa preoccupazione dei consumatori è un esempio ancor più generale. Ecco perché un partito riformista come il nostro deve essere l’artefice di campagne che valorizzino i punti di forza del nostro territorio. Accelerare il processo di aggregazione di piccoli e medi produttori agricoli delle nostre zone, per farli confluire in un unico grande progetto che aumenti la loro forza contrattuale, è un punto su cui battere fortemente. Indirizzare questi verso nuove ed innovative forme di colture e prodotti rispettosi dell’ambiente, creando delle esclusività che possano battere la concorrenza; radicare la diffusa convinzione che investire seriamente sul biologico certificato è una scommessa che si può vincere e che può creare condizioni di benessere. Ipotizzare insieme ai nostri imprenditori agricoli delle forme di filiera corta che ci permettano di gustare i prodotti delle nostre terre. Tale atteggiamento si può benissimo estendere allo stress per condizioni di lavoro sempre più precarie. Queste campagne potrebbero essere altrettanto popolari di quelle della destra, ma occorre lanciarsi nelle campagne, definire gli interessi e identificare le cause del malcontento: tutte cose che non vengono fuori da sole. Bisogna essere impavidi di fronte ai problemi. Basta cercare i raggiri che creano falle difficili poi da recuperare. Quando un problema lo teniamo davanti siamo in grado di risolverlo e superarlo consegnando la soluzione ai cittadini che soddisfatti ci osservano. Cominciamo ad incontrare la cittadinanza per far capire anche quali sono le difficoltà che un comune incontra ed affronta tutti i giorni, se è vero che siamo noi il tramite con le Istituzioni. La risoluzione di problemi politico-amministrativi è bene che pesi sulle spalle di partiti e amministratori, ma iniziamo a responsabilizzare anche gli elettori; iniziamo a spiegare come un Patto di Stabilità senza ne testa ne coda ingessa l’operato di Regioni, Province e Comuni non meno quello di Bernalda. E’ richiesta crescente ormai quella di una revisione strutturale di questo provvedimento, poiché la lentezza crescente dei pagamenti mette all'angolo le imprese, che non possono più contare su tempi ragionevoli, indispensabili per la loro attività. I fondi legati agli investimenti comunali troppo spesso seguono un percorso pluriennale. Le risorse in cassa ci sono, ma non possono essere spese per non peggiorare i conti pubblici. Le imprese sono sempre più in difficoltà con i pagamenti della manodopera, materiali e costi di gestione, mentre una prudenza obbligata fa si che a volte restino in cassa risorse inutilizzate. Molti comuni, che negli ultimi mesi stanno anche attivando accordi con le banche per farsi anticipare i pagamenti, accusano soprattutto l'effetto trascinamento, legato al fatto che negli ultimi mesi del 2010 molti pagamenti sono stati rimandati al 2011, riducendo ulteriormente gli spazi per quest'anno. Una situazione del genere provoca effetti negativi non solo sui diretti interessati ma sull’intera comunità. Ecco perché un tema come questo non può essere circoscritto e posto all’attenzione di pochi. Noi come partito abbiamo il dovere di sensibilizzare tutti sulle grandi e piccole questioni, creare informazione e consapevolezza del ruolo che ognuno di noi ha sulla scacchiera della nostra società. Abituiamoci a sentire le difficoltà altrui come difficoltà proprie, solo con l’unione e la compattezza l’opinione pubblica assume un peso specifico impossibile da ignorare. Le manifestazioni francesi che proseguono ormai da giorni sono un esempio di come una riforma pensionistica scellerata metta in moto dei procedimenti capaci di mobilitare tutte le innumerevoli categorie che compongono una popolazione come quella transalpina. Studenti, operai, dirigenti, sindacalisti e classe politica.
Non scendo nei particolari della forma e della gestione della protesta, in quanto sono convinto che forme pacifiche di manifestazione sono altrettanto efficienti, ma se anche qui in Italia si recuperasse l’idea di collaborazione lontana da discriminazioni, si potrebbe aprire una nuova stagione di successi collettivi. Seguendo questa logica è necessario continuare a rafforzare e stabilizzare quelle che sono le alleanze che oggi compongono il quadro del Centro-Sinistra. Mi appresto a diventare guida del partito di maggioranza relativa di questo schieramento e sarebbe per me irrazionale non cercare di trasmettere questa voglia di costruire progetti a lungo termine a chi oggi mi fiancheggia. La voglia di guardarsi intorno e investire per e su nuove classi dirigenti deve essere un filo comune. Lavorare per e nella nostra coalizione è un impegno serio poiché significa sposare cause e progetti da realizzare e difendere con convinzione. Ognuno di noi gioca un ruolo fondamentale in quest’ottica, credere in una lungimiranza diffusa che vada addirittura oltre il 2014 è l’arma vincente che ci permetterà di giocare in anticipo e acquistare credibilità nei confronti della nostra cittadinanza. Sappiamo che non stiamo insieme per raggiungere una governo o una gestione momentanea, ma conviviamo per dare a Bernalda e Metaponto prospettive da costruire anno dopo anno, legislazione dopo legislazione. Solo con il rispetto reciproco riusciremo a rendere invulnerabile la nostra azione politico-amministrativa. Sono certo che nessuno sia in possesso della bacchetta magica in grado di risolvere i problemi che man mano affronteremo. Ecco perché cercherò di indicare una via chiara e lineare da percorrere insieme e che ci dia la possibilità di stare sui temi con estrema calma e convinzione, di raggiungere gli obiettivi prefissati. Saprò ascoltare le idee, le opinioni e le tante proposte che un grande partito come il nostro e una grande e forte coalizione sono in grado di mettere in campo. Un grande augurio e un in bocca al lupo rivolgo a tutti i dirigenti che da domani intraprenderanno un nuovo lavoro e una collaborazione con me e con tutta la nostra base. Testa alta cari amici, compagni e democratici che mi ascoltate, rimbocchiamoci le maniche e rivolgiamo lo sguardo al futuro, perché il futuro è l’unico posto dove possiamo andare!
Angelo Troiano
Segretario PD Bernalda e Metaponto

sabato 9 ottobre 2010

Idee e progetti per allearsi con l'Italia

Il Pd non è abbastanza "rispettato", lo sarà presto ma a patto che "ci rispettiamo tra di noi". Il segretario del Pd Pier Luigi Bersani lo dice aprendo la relazione conclusiva all'assemblea nazionale democratica: "E' stata una bella assemblea, noi siamo un bel partito. Se ne convinceranno. Certo, non siamo rispettati abbastanza, non ci rispettano abbastanza gli amici, gli avversari... su di noi si dice di tutto, mi sveglio al mattino e imparo che ho fatto cose che non ho neanche mai pensato. Ma vi garantisco che ce l'avremo 'sto rispetto, con calma e gesso, ci rispetteranno". "L'unica condizione - avverte - è che ci rispettiamo noi. Se ci rispettiamo noi stiamo sicuri che poi ci rispetteranno. E qui ci siamo rispettati, questa è la vera rassicurazione, dobbiamo costruire il rispetto e la serietà . Non possiamo permetterci ritardi, i tempi stringono e le responsabilità aumentano, ma le pagine dei giornali sono ancora troppo piene di un partito che parla di sé e non dei problemi, e sì che i problemi in giro sono tanti. Non possiamo permetterci scarti su questo, perche' i tempi stringono: la crisi politica e la crisi economica si stanno avvitando''”. Subito ha parlato della morte di quattro alpini in Afghanistan: “"La politica deve prendersi più responsabilità rispetto alla presenza militare. Si può anche morire per la democrazia, per la lotta al terrorismo, per la dignità e per i valori di civiltà, ma bisogna essere sicuri di arrivare a un risultato. Quello dell'efficacia dell'azione in Afghanistan e' il problema, adesso". Il segretario ha richiamato le parole pronunciate da Piero Fassino: ''sono d'accordo con lui e sulle ragioni che ha illustrato. Si puo' anche morire per la democrazia, per la lotta al terrorismo, per la dignita' umana, per la civilta', ma bisogna essere certi di arrivare al risultato che ci si e' prefissati. La politica - sottolinea Bersani - deve assumersi maggiori responsabilita' rispetto alla presenza militare''. Poi è passato a parlare di proposte: “Paghi la finanza quello che ha determinato la finanza, oggi la finanza è una forza reale che mette ostacoli ad una regolazione seria. Mettiamo una tassa sulle transazioni finanziarie. C’ una sovraccapacità produttiva micidiale mentre i cantieri rischiano di chiudere, rischiamo una guerra economica. Dobbiamo fare investimenti, innovazione, stimolo all’economia mentre si sono peggiorati i sistemi di distribuzione del reddito. Serve trasporto pubblico locale, servizi di base ai cittadini, tutto quello che il governo sta mettendo a rischio, così come il sistema del sapere e della conoscenza, e siamo gli unici al mondo ad avergli dato una botta micidiale. Non va, stanno azzoppando il futuro. La Gelmini parlerebbe di merito e valutazione? Ma dove? Io le riforme le ho fatte e so che serve cultura per razionalizzare, si investe. Loro invece chiamano tagli le riforme. Hanno fatto il miracolo di tagliare una barca di soldi a istruzione e cultura senza risparmiare su spesa corrente che e' cresciuta comunque C’è stato un messaggio sbagliato al Paese, che non ha parlato di problemi, riforme, investimenti necessari, invece c’è solo un mondo normale, tranquillo, di piccole cose. E’ quello che denunciamo sempre con il modello plebiscitario e populistico fatto di miracoli e messaggi propagandistici che evitano le decisioni vere. Pensate al federalismo: quello immaginario risolve i problemi, quando ci metti le cifre arrivano i problemi. Invece c’è un paese attonito, più del 50% dei cittadini che non vuole votare o vota per protesta appoggiando soluzioni inutilizzabili, il distacco con i cittadini ce lo raccontiamo al mattino e lo dimentichiamo al pomeriggio. Invece questo è il problema: il berlusconismo nasce con un effetto sistemico di crisi della politica e sta finendo nel discredito della politica, con l’istinto del “muoia Sansone e tutti i filistei”. Stiamo facendo ampi passi in quella direzione, attenzione. Siamo oltre Berlusconi? No, al secondo tempo, forse più pericoloso, senza promesse o nuovi orizzonti per il Paese, solo al forza. Quella ideologica, del conformismo difficile da smontare. C'è una forza economica e mediatica, c'è la forza di un conformismo difficile da smontare... Certo, qualcuno comincia a dire 'ma'; ma poi magari dice 'ma anche il Pd'. Perché c'è un terzismo nobile e poi c'è il terzismo di don Abbondio e dei sepolcri imbiancati e dobbiamo saper distinguere". E poi, "ci sono i dossier, i ricatti... C'è paura in giro. Io no, né? Ma c'è paura in giro!”. Insiste sulla necessità di cambiare la legge elettorale: oggi è possibile con il 35% dei voti di prendersi la maggioranza delle Camere anche riunite, per eleggere il Capo dello Stato. Basta sofismi su chi ci sta, vogliamo capire qual è la posta in gioco sul governo di transizione? Questa, facciamolo capire, è una questione democratica e sociale perché il plebiscitarismo ci tocca tutti. Non facciamoci trascinare nei giochi della maggioranza, occupiamo gli spazi di comunicazione con un messaggio chiaro. Il PD deve impedire la deriva plebiscitaria mettendo in sicurezza al democrazia costituzionale, predisponiamo l’alternativa di governo che susciti un risveglio italiano. Facciamolo in parallelo perché il centrodestra è in crisi, non può garantire governabilità ma pensa a polenta, pajata, casseola e cannoli. Oggi il governo è Belrusconi-Bossi-Cuffaro ce ne rendiamo conto? Il paese non può stare a veder traccheggiare la politica, cambiamo la legge elettorale e andiamo alle elezioni. Rivolgiamoci a tutte le forze interessate a mettere in sicurezza la democrazia partendo proprio dal cambio della legge elettorale. Un’alleanza democratica per tutelare le regole del gioco. Il nuovo Ulivo invece è il cuore delle nostre proposte di governo, con forze di centrosinistra che hanno attitudine di governo: non si rifà l’Unione. L’UDC si autodefinisce una forza di opposizione e non di centrosinistra, credo che il nuovo Ulivo abbia il compito di discutere di governo con tutte le forze di opposizione. Ma la nostra alleanza dobbiamo farla con l’Italia, non possiamo stare nel palazzo con meccanismi politi cistici, rompiamo il muro di gomma con la società, ma tocca a noi aprire un varco, mostrare la politica che si occupa di problemi, facendo venire dubbi a chi oggi è sfiduciato, convincendolo a mettere la sua energia in un atteggiamento positivo? Perché siamo venuti a Varese? Segnala una politica che cerca di avvicinarsi ai cittadini che lavorano. Il progetto per l’Italia, con lavoro e legalità come punti attorno a cui organizzare tutto, l’innovazione e il cambiamento. Le cose cambiano e noi non le abbiamo fatte tutte giuste, attenzione. Viviamo Varese come una svolta. C’è un punto clou, il rapporto con i produttori ed i lavoratori. Sono due grandi messaggi: alleggeriamo il lavoro e l’impresa, la famiglia con figli che ha difficoltà, non lasciamoli a Bossi che fa solo promesse. Le tasse son più alte, son meno chi le paga, non hanno un’idea di federalismo fiscale. La riforma fiscale è un’urgenza, mettiamola all’ordine del giorno e discutiamone”. Ringrazia il PD di Varese e della Lombardia e invita a riconsiderare il nord: “C’è stata una fuga di Bossi e Berlusconi ma non siamo affatto spariti, non siamo stranieri. Il nord è stato rappresentato al governo ma il nord è tradito e l’Italia è tradita. Promettevano di liberare le energie del nord per liberare il paese, è un obiettivo fallito: tasse alte, niente infrastrutture né semplificazione della burocrazia! E’ stato un danno per l’Italia, è venuto meno il traino vero che ci può tenere agganciati all’Europa, ci stanno facendo allontanare dagli altri paesi. Dopo 10 anni siamo più stranieri in Europa. Questo meccanismo politico però per loro è ancora buono, si rischia di assistere al travaso di voti da Berlusconi alla Lega”. Ma perché questo travaso è facile mentre non interessa i leghisti, che pur nacquero moralizzatori e autonomisti, prendendo voti a sinistra? Un partito popolare radicato e democratico che ci disturbò, poi ha virato sul populismo secondo un’onda presente in Europa, a partire dal tema dell’immigrazione. Anche nella loro comunicazione politica di simboli e miracoli deviando l’attenzione dai problemi irrisolti. C’è sempre una moschea da discutere, un inno di Mameli da discreditare, spariamo ogni settimana il federalismo…un modello che ha preso in ostaggio il Nord, il territorio tabernacolo di sicurezze che tiene fuori i problemi del mondo. Ma così pensando stai fuori dal mondo, da problemi e opportunità. Dobbiamo superare le difficoltà di comunicazione ma le uniche cose per il nord, infrastrutture riduzione del cuneo fiscale, le abbiamo fatte noi. Per il terziario, le professioni, ma non siamo riusciti a far vedere che vogliamo bene alla piccola impresa che lavora,a gli artigiani e ai professionisti onesti. Quando diciamo lavoro parliamo anche di noi, certo poi servono regole per difender ei più deboli e la concorrenza. E’ un universo contrapposto alla Lega,a chi campa fuori da lavoro e regole, noi ci mettiamo a servizio delle persone. Riformare la pubblica amministrazione è roba nostra, noi crediamo nella mediazione dello stato tra le differenze sociali, gli altri han bisogno del disprezzo verso lo Stato. Sappiamo bene che il lavoro è cambiato, c’è un meccanismo che va incoraggiato di sussidiarietà ma attenzione, non vorrei che chi nel governo si occupa di lavoro ha in mente la Tatcher. Un conto è meno stato più società un conto è pensare solo all’arricchimento di alcuni, stato e società si devono dare la mano, noi abbiamo in mente un altro schema. Solidarietà alla CISL, non sono tollerabili gli attacchi. Certo noi non siamo un sindacato, non stiamo con una sigla, noi abbiamo un’idea di società. Dobbiamo dire come fissare la rappresentanza dei lavoratori, la partecipazione alle decisioni, Un patto sociale è riforme, politica industriale, sviluppo e crescita, tutto questo. A parità di costo medio per l’impresa un’ora di lavoro precario non può costare meno di un’ora di lavoro stabile. Cambiamo atteggiamento, anche sull’immigrazione su cui abbiamo discusso. Un paese avanzato che vuole crescere deve fare conti con al necessità di avere immigrati, deve attrezzarsi per farlo.. senza dividere la società facendo sì che i vantaggi vanno ai forti e gli svantaggia i deboli. Così sul federalismo fiscale bisogna dire che se son povero e arrivano nuovi poveri ci servono più risorse e devono arrivare da chi può pagare. Così dobbiamo dire alle persone “. Bersani parla anche di sud: “Dobbiamo parlare un linguaggio con più rispetto, non c’è crescita di una parte del paese senza l’altra. Falcone e Borsellino sono eroi nazionali, dobbiamo sapere che la nuova unità della nazione non si può fare senza avere al sud un movimento di rinnovamento. Abbiamo delle idee per spezzare la dipendenza dall’intervento pubblico, vi chiedo solo di non far polemiche. Dobbiamo far vedere la tanta bella gente che abbiamo minacciati dalla criminalità, giovani amministratori che in Sicilia e Campania combattono ogni giorno e non possiamo lasciarli soli. Qui al nord rispondiamo così, e ricordiamo che ha fatto al Lega: 37 leggi ad personam approvate, ruberie coperte, la Lega si prenda il suo che noi lo mettiamo sui manifesti”.. E’ uno dei passaggi più applauditi. Noi abbiamo un’idea di territorio e autonomia che non trascura le radici, i municipi, nasciamo lì noi. Ma non siamo attaccati alle paure, che siamo per l’autonomia della convivenza e delle relazioni, il sistema delle autonomie si chiama Italia. Questo famoso sistema si chiama Italia, abbiamo una diversa idea di federalismo, la via più efficiente di arrivare con protagonismo e razionalità alla conquista di livelli migliori di servizi essenziali. Asili, aree artigianali, tutto quel che c’è di buono non lo ha inventato i governi centrali, tutto quel che viene di buono arriva dai governi locali. Tremonti e Calderoli non possono fare il federalismo per raddrizzare una pianta storta ma per darci nuovi obiettivi, servizi civili. 200 anni fa i lombardi pensavano questo, c’erano o i conservatori o i federali, adesso abbiamo Maroni e la pajata con a polenta? Noi siamo alternativi, prendiamo in mano noi la bandiera del federalismo. Qui abbiamo le proposte: per le imprese piccole e medie, per l’agricoltura, la scuola, adesso facciamole vivere. Con il PD a livello locale, con al reciprocità tra nord e sud, io vorrei occuparmi qui del sud nei prossimi mesi. Non è retorica, usciamo dall’Assemblea più forti, approfondendo dei temi di governo, rapporti con altre forze politiche che partono dalle idee. Abbiamo la possibilità di prendere l’iniziativa, chiamare le forze sociali. Attenti che Berlusconi c’è e può porttare la sua crisi a crisi di sistema e chi divaga rischia di tenerselo, non c’è alternativa senza il PD. Quindi si rifletta perché discutiamo con tutti ma non facciamo la salumeria di nessuno, non ci stiamo a tutti i preziz, abbiamo un nsotor progetto di Italia. Pronti a discutere ma nessuno pensi che saremo gli utili idioti di qualcos’altro, noi avremo il fisico per esser eil traino del cambiamento. Abbiamo un dovere di compostezza e serietà ma dobbiamo muoverci. A novembre ci saranno tre week end di mobilitazione, credo che sarà un’occasione formidabile per farci vedere sui problemi, ognuno ci metta la sua fantasia a livello locale, concretamente. E lì cercheremo di far valere le nostre ide, produrre idee e progetti per allearsi con l’Italia. Se ci riusciamo avremo un enorme vantaggio competitivo".