la nostra terra

venerdì 9 agosto 2013

PD e GD chiariscono abbandono Carbone di Prima Persona

In riferimento ai fatti accaduti ieri sera durante il dibattito di apertura della Festa Democratica 2013, la sezione dei Giovani Democratici e del Partito Democratico di Bernalda,  ritiengono di dover chiarire la propria posizione al fine di evitare spiacevoli fraintendimenti. Durante il dibattito coordinato da Luca Grieco, che ha visto la presenza del Presidente Stella, del segretario regionale dei Gd Felice Tauro, del dirigente Gennaro Collocola e del segretario cittadino del Pd Ernesto Porcelli, il coordinatore cittadino del movimento “Prima Persona” Daniel Carbone ha preferito abbandonare la discussione accesa ma palesemente rispettosa dei ruoli e delle posizioni fino a quel momento espresse. A nostro avviso sarebbe stato meglio avere un atteggiamento più educato e rispettoso nei confronti del pubblico e dei relatori del dibattito, continuando ad alimentare una discussione positiva seppur basata su posizioni democraticamente differenti.
Da parte nostra c’è e ci sarà sempre la volontà di organizzare momenti di dibattito e di confronto che si esauriscano in una sintesi propositiva nei confronti della cittadinanza senza per questo pensare di essere scesi a compromessi.
Inoltre, visto il taglio dato dal coordinatore Grieco basato su uno scambio di domande e risposte con i relatori, era previsto un secondo interrogativo da rivolgere allo stesso Carbone, che avrebbe garantito lo spazio giusto per poter sviscerare i punti che riteneva inesatti.
Chiudere, invece, con un l’accusa nei confronti dei GD di avere una “visione limitata” della politica è esattamente l’antitesi del concetto di sano confronto che si voleva far emergere nella serata di ieri.

Auspichiamo che questo spiacevole episodio faccia rendere conto anche ai rappresentati locali di Prima Persona che le chiusure non sono la soluzione alle problematiche odierne; certi che l’accaduto non porterà ulteriori strascichi negativi ci auguriamo una nuova fase di dialogo disteso e costruttivo.     

venerdì 1 marzo 2013

Noi del PD di Bernalda: il dovere di fare chiarezza


Continuare imperterriti ad essere ciechi davanti al dato del voto nazionale e locale è per me qualcosa di inconcepibile, c’è un vento che ha gonfiato le nostre vele nel periodo delle primarie delle grandi città con Milano il più grande esempio di volontà di cambiamento che va recuperato. Le non esaltanti percentuali appena espresse da SEL infatti ci confermano che era la stessa base interna al PD ad eleggere candidati non del partito che meglio rappresentavano la nuova filosofia di cui abbiamo bisogno adesso e non più trascurabile.
Anche se il Sindaco del nostro paese ha scelto di prolungare la penosa agonia di una amministrazione comunale mai nata, il PD di Bernalda deve trovare la volontà, il coraggio e le energie per guardare avanti e per tentare di ricostruire un rapporto positivo con la città e con i drammatici problemi dei suoi cittadini.
So benissimo quanto sia difficile oggi, guardando al contesto nazionale e locale, parlare di un nuovo inizio, di un ritorno ad un confronto con i cittadini, ma non esistono scorciatoie se vogliamo evitare di disperdere complessivamente un patrimonio di intelligenze e di idee che abbiamo il dovere di mettere al servizio di Bernalda e Metaponto nelle forme e nei modi che decideremo insieme a tutti quelli che non hanno mai pensato che il crollo di una amministrazione comunale debba necessariamente significare la fine di una esperienza politica collettiva.
Va detto con chiarezza che non possiamo consentire più a nessuno di giocare una partita a scacchi sulla pelle del partito e della Città.
Inoltre, non possiamo e non dobbiamo più consentire a chi si è candidato alle primarie in modo irrituale  contro il deliberato della stragrande maggioranza della sezione e del gruppo consiliare del PD, di continuare ad agire come se nulla fosse accaduto trincerandosi legittimamente dietro aspetti formali ineccepibili, come quello che è stato eletto dai cittadini di Bernalda e non dal PD ( è indubbiamente vero). Suggerirei, comunque, a chi fa queste spericolate affermazioni di non eludere con tanta superficialità l’enorme questione politica che ha davanti (la sfiducia del suo partito e la inesistenza di una maggioranza politica ) e di presentarsi davvero al cospetto dei cittadini per toccare con mano il loro gradimento e la loro condivisione sulle scelte compiute, e, sopratutto, su quelle non compiute.
Le mie dimissioni sono infatti la presa d'atto cosciente di una situazione politico-amministrativa ormai irrecuperabile, certificata dai risultati delle ultime elezioni politiche. Io credo che gli elettori, gli iscritti, i simpatizzanti e gli astensionisti valutino, ora più che mai, con grande attenzione i comportamenti del partito di maggioranza relativa del centrosinistra. Per questo è necessario offrire alla loro valutazione le ragioni delle scelte da noi compiute negli ultimi mesi sino all’esito finale e che la loro proposta e le loro ragioni siano ascoltate e tenute in debita considerazione dal PD. Ciò è possibile organizzando una serie di incontri pubblici che possano ridare partecipazione democratica alla società bernaldese.
Coerentemente con quanto comunicato al sindaco già una settimana fa, il PD di Bernalda e Metaponto  non vuole e non vorrà far parte dell'esecutivo poiché allo stato, non vi è una maggioranza politica che lo sostiene. La scelta sulla composizione dello stesso è imputabile alla sola volontà del sindaco e di chi, negando la realtà, ha trovato ragioni altre per accettare di procrastinare una situazione confusa che invece esige chiarezza e coraggio nelle scelte non più incoerenti come quella appena fatta.

Angelo Troiano

Collocola: genesi di un caos cittadino!

La situszione ora diventa complessa e c'è il rischio di fare confusione.
Voglio solo ricordare alcuni passaggi cronologici che hanno visto la politica confrontarsi democraticamente e non trovare soluzioni praticabili. Il sindaco pochi giorni dopo l'insediamento della nuova consiliatura nomina la giunta affidando deleghe sia agli assessori che a tutti i consiglieri. Già in questa primissima fase si manifestano delle anomalie; due consiglieri comunali (Montesano e Viggiano) rifiutano le deleghe, la Presidenza del Consiglio e quella delle Commissioni Consiliari Permannti. La delega assegnata all'assessore Paradiso ai lavori pubblici è affiancata dalla delega ai Piani affidata al consigliere Digiorgio, mantenendo nelle mani del sindaco quella all'urbanistica. A questo punto si generano confusioni di ruolo: Chi fa cosa?
Ovvio che a sette mesi dalla nascita della Amministrazione una verifica politica aperta dalle forze di centro sinistra aveva stabilito, dopo aver discusso a lungo, che gli assessori ed i consiglieri rimettessero le deleghe nelle mani del sindaco e che attraverso 5 punti programmatici si rilanciasse l'azione Amministrativa. Il sindaco riassegna le deleghe agli assessori. Sono trascorsi 10 mesi. La giunta inizia a preparare il bilancio 2012 e l'indicazione delle forze politiche era di approvarlo entro la fine di giugno 2012. 
Nel frattempo il Partito Democratico di Bernalda, impegnato nel sostenere l'amminastrazione, apre discussioni sul tema: la prima durante la Festa Democratica e successivamente in una assemblea pubblica tenutasi nella Sala Incontro proponendo e suggerendo diverse misure che cercavano di andare incotro alla cittadinanza. Le difficoltà amministrative di tenuta della coalizione erano già larvatamente presenti, nell'area, da parte di qualcuno si vagheggiava di non votare il bilancio nel qual caso le conseguenze sarebbero state drammatiche per la città. In quelle occasioni il PD ribadì suggerimenti e misure migliorative al bilancio. Le difficoltà economiche e la crisi mondiale che imperversa davano pochi margini di manovra alla Amministrazipone che tra lo scellerato vincolo del patto di stabilità e la necessità di una nuova governance locale portarono all'approvazione del bilancio a fine ottobre sfruttando l'ultima deroga concessa agli enti locali.
A questo punto e cosi in ritardo i margini di miglioramento del bilancio si riducono drasticamente ed è proprio in questo frangente che emerge la lungimiranza delle forze politiche le quali avevano chiesto l'approvazione dello strumento finanziario in tempi utili. Infatti nulla di quello che avevamo proposto fu introdotto nel bilancio ma lo stesso fu votato con i voti unanimi del gruppo PD.I mal di pancia però continuano a serpeggiare nella intera maggioranza e a questo punto si fanno palesi quando il Circolo politico piotagora con un manifesto dove specifica di appartenere al centro -sinistra ma non professa la stessa fede in consiglio,si astiene dal votare i riequilibri di bilancio, lo stesso fanno i P.U. e il consigliere Petrocelli. Il Sindaco aveva intanto azzerato la giunta e nominato la sua Giunta Tecnica (qualcuno diceva balneare). A questo punto con una defezione in casa e una maggioranza orami spaccata il PD si mette nuovamente al lavoro per ricompattare la maggioranza uscita dalle urne. Trascorrono 7 mesi.
L'accordo mediato dalle forze politiche con in testa il PD, prevedeva una nuova giunta a 4 che avrebbe prodotto risparmio ed avrebbe anticipato le disposizioni di legge previste per la prossima Amministrazione. Un bel gesto apprezzato sicuramente dai cittadini. Accordo che per motivi ancor oggi poco chiari non viene mai firmato e sottoscritto da tutte le forze politiche. I lavori dell'Amministrazione continuano con una maggioranza divisa tanto da celebrare gli ultimi consigli comunali in seconda convocazione e vedendo ancora il Partito Democratico impegnato nel supportare il sindaco e l'amministrazione nell'interesse della città. Gli ultimi consigli comunali hanno portato inevitabilmente ad una rottura netta ed ormai insanabile nell'intero gruppo di maggioranza tanto da portare alcuni consiglieri a votare contro alcuni provvedimenti importanti per il paese.
Preso atto di questa situazione la nostra forza, all’unanimità e con i favori di Chiruzzi, ha optato responsabilmente di proporre a tutta la coalizione di fare un passo indietro, ovvero di protocollare le dimissioni di almeno 11 consiglieri comunali più quelle del Sindaco e sciogliere immediatamente il consiglio stesso. Questo passo avrebbe si portato a Bernalda e Metaponto una nuova gestione commissariale, ma l’avrebbe limitata a soli tre mesi facendoci rientrare nella tornata elettorale di maggio. Nonostante la non partecipazione di IDV e PSI, era possibile raggiungere la maggioranza qualificata ma l’altalenante posizione di Mazzei prima e l’inaspettato rifiuto dell’ultimo secondo di Galli(PD) ci hanno fatto sforare i tempi rendendo impossibile l’operazione.
Il Sindaco stesso ha voluto seguire la strada tracciata da altri piuttosto che quella del suo partito, nonostante si sia reso conto della grave inagibilità politica in cui versiamo.
Noi non potremo far altro che valutare e votare gli atti meritevoli in consiglio che di volta in volta ci verranno proposti, sperando che chi non ha voluto leggere chiaro e forte il messaggio che i cittadini ci hanno lanciato con l’ultimo voto delle politiche operi bene rispetto a questa scelta di andare avanti che ai nostri occhi mette in secondo piano il bene della comunità.

Gennaro Collocola
Capogruppo PD