la nostra terra

mercoledì 27 ottobre 2010

Troiano segretario del Pd Bernalda, soddisfazione dei Giovani Democratici

L’elezione del venticinquenne Angelo Troiano a Segretario di Circolo del Partito Democratico di Bernalda e Metaponto rappresenta un ulteriore conferma della bontà e della forza di un percorso politico intrapreso dai Giovani Democratici di Bernalda fin dalla loro nascita con le primarie del 21 Novembre 2008. Il consenso unanime di Angelo sta dentro un lungo percorso di impegno in questi anni, apprezzato da tutti, e nell’aver dato un contributo sostanziale sia alla fondazione del Pd che dei Gd di Bernalda sia all’allargamento della colazione di Centro-sinistra che oggi governa Bernalda. Ha dimostrato di saper lavorare ed ha dimostrato dedizione e maturità sotto tutti i punti di vista. Nella considerazione e valorizzazione delle migliori esperienze che dall’organizzazione giovanile provengono, questo è un riconoscimento alla qualità del lavoro, al bagaglio di esperienza, di passione e motivazioni brillanti espresse da tante ragazze e ragazzi che sempre più numerosi si avvicinano alla politica e al civismo grazie alla presenza dei Giovani Democratici. Ed è per questo che oggi l’elezione un giovane segretario alla guida del partito di maggioranza relativa nella coalizione di governo di Bernalda è il percorso naturale per un partito giovane con la grande capacità di innovare e rinnovare. Da oggi si moltiplicano le sfide per i Giovani Democratici di Bernalda che dovranno continuare a sviluppare un azione politica rivolta alle nuove generazioni che come tutti sentono il peso delle politiche negative del Centrodestra di Berlusconi su temi legati al welfare e all’istruzione senza dimenticare il mezzogiorno non solo cancellato dall’agenda politica ma calpestato e umiliato quotidianamente dagli amici leghisti del premier. Il Partito Democratico, con il fondamentale contributo e l’indispensabile presenza dei Giovani Democratici, saprà adempiere fin dai prossimi giorni ai suoi doveri principali in termini di difesa delle libertà individuate dalla Costituzione e di vicinanza ai problemi della collettività, che tanto sente la necessità di tornare a credere in determinati valori e a sentirsi comunità unità. La presenza giovane sia alla guida del Partito Democratico, con Angelo Troiano, sia alla guida del gruppo consigliare del Pd, con Gennaro Collocola, sarà garanzia di un Pd non soltanto presente ma realmente integrato all’interno della società bernaldese, capace di restituire fiducia nelle Istituzioni e credibilità alla Politica. La partecipazione può e deve essere la vera linfa del percorso unitario che il Pd ha deciso di intraprendere nel rispetto delle pluralità politiche e culturali che rappresentano la grande ricchezza del nostro partito. Potenza lì, 26/10/2010
Luca Vitarella
Responsabile Organizzazione Gd Basilicata
Segretario Gd Bernalda

Intervento Congresso di circolo PD Bernalda 2010

Il Partito Democratico, ossia il progetto di innovazione politica più importante concepito negli ultimi decenni, si guarda allo specchio e compie un esame di ciò che esso è stato, di ciò che esso ha fatto, nei suoi primi anni di vita, sottoponendo a discussione leale e serena i processi avviati, i risultati raggiunti, le criticità registrate. Non c’è dubbio che esso non è ancora riuscito a diventare quel grande partito dei riformisti italiani, che avrebbe dovuto riunificare le grandi culture politiche del Paese per proiettarlo verso quella compiuta civiltà democratica che serve agli italiani e che essi meritano. In primo piano, dunque, si impone una analisi critica delle ragioni che sono alla base delle deludenti risultanze della fase di avvio del PD: una stagione caratterizzata dalla retorica del nuovo e dalle improvvisazioni nuoviste, dall’enfasi della comunicazione mediatica e dalla fragilità dell’impianto organizzativo, dalla forte erosione dei consensi elettorali e dalla polverizzazione del sistema delle alleanze. In questo quadro l’esperimento coinvolgente delle primarie ha finito soltanto per contrapporre elettori ed iscritti e per alimentare atteggiamenti leaderistici a tutti i livelli; e la tanto invocata vocazione maggioritaria ha fatto inclinare verso il bipartitismo, che è estraneo alla storia ed alla realtà del Paese, la scelta strategica compiuta in favore del bipolarismo, che è invece una conquista della democrazia italiana. Per essere all’altezza delle sue ambizioni, il progetto del PD deve essere reimpostato su basi di chiarezza e di concretezza così come sta facendo il segretario nazionale del partito, Pierluigi Bersani, con le idee e le proposte che la motivano e l’accompagnano, rappresenta una scelta indiscutibile in questa direzione. Il Congresso che si sta celebrando è un congresso fondativo, dal quale deve rimettersi in moto un partito degno di tal nome: un partito, figlio delle sue tradizioni e aperto alle domande del nuovo secolo, non strutturato sulle vecchie ideologie ma dal profilo politico-culturale ben riconoscibile, collegato ai movimenti riformatori e progressisti che, dopo l’elezione di Obama, hanno riguadagnato una dimensione globale, con una organizzazione associativa ed un radicamento sociale e territoriale robusto e diffuso. Un partito dalla identità plurale come un partito popolare (cioè né classista, né populista, ma di massa), che pone in cima alla sua scala di valori l’uguaglianza e l’equità (come elaborati dalla tradizione cattolico-democratica e dalla cultura della sinistra democratica e liberale), che assume la laicità come quadro fondamentale di cittadinanza per tutte le convinzioni etiche e religiose; e che, dunque, si declina come partito dei lavori e dei ceti produttivi, delle donne e degli uomini, dei giovani, dei territori e della sussidiarietà, della conoscenza e dei saperi, dei diritti civili, dei cittadini e del nuovo spirito civico. Bene, questo percorso il circolo di Bernalda l’ha intrapreso e la dimostrazione è davanti a noi, ovvero, l’unico candidato a segretario è il giovane Angelo Troiano. Un ragazzo che da anni si impegna per il bene collettivo ed ha già dimostrato di essere uomo di partito. L’ha dimostrato impegnandosi fin in fondo all’interno dell’organizzazione giovanile del Partito Democratico, collaborando al grande successo riscosso dai Giovani Democratici durante la festa della generazione democratica svoltasi a Piazza del Popolo quest’estate in cui è stato palese che alle porte è pronta nuova linfa, ragazzi che hanno tanta voglia di imparare e di cimentarsi. Quello del PD di Bernalda non è un progetto politico a disposizione di avventure solitarie. Il PD si propone quale casa comune dei riformisti, ma non pretende né persegue l’assorbimento forzato di tutte le espressioni riformatrici e progressiste, di sinistra, laiche ed ambientaliste, che non hanno rappresentanza in Parlamento. Soprattutto, la vocazione maggioritaria non significa alimentare la pericolosa illusione dell’autosufficienza e rifiutare la logica delle alleanze, ma, al contrario, renderle possibili, perché costruite nella chiarezza, sulla base di convergenze non opportunistiche e di precisi vincoli programmatici. Per questo, caro candidato segretario, il compito che stasera l’intera classe dirigente di questo partito ti sta affidando è di importanza rilevantissima, in quanto si è deciso di scommettere su di un giovane capace di essere grande mediatore e leader nella coalizione di centro sinistra che governa Bernalda e Metaponto, ma allo stesso tempo capace di essere tra la gente, con la gente e soprattutto in grado di spiegare qual’ è la missione di questo grande partito.
Gennaro Collocola - Capogruppo PD Comune di Bernalda

Intervento del 23/10 al congresso del circolo PD di Bernalda e Metaponto

Cari compagni e amici, cara segretaria e caro neo segretario, volevo subito riagganciarmi all’introduzione del suo discorso, perdonami Angelo se ti do del Lei ma almeno per oggi conserviamo questa doverosa formalità, oggi è un giorno importante è importante per te , per me e per tutti quei ragazzi che nell’arco di questi anni hanno fatto del proprio credo politico, un’impegno, vero e costante al servizio della comunità. Oggi raccogliamo i frutti di tanti sforzi protratti nel tempo, che negli ultimi 6 anni ci ha regalato il primo assessore proveniente dalla giovanile, il primo Capogruppo e adesso il segretario di circolo. Ma attenzione è solo l’inizio…si solo l’inizio , oggi abbiamo il dovere di prendere degli impegni , veri, seri e concreti, ……uscire fuori dalle stanze di partito e tornare a contatto con la gente,quella stessa gente che da mesi chiedeva a questo partito un cambiamento ,un’impegno…, chiedeva di non essere abbandonata, ma rappresentata e rappresentata con forza …allora chi meglio di noi può farlo? Chi meglio di noi può far si che che la gente ,ormai scoraggiata dagli scandali quotidiani , che la politica ci regala, il berlusconismo ci regala,torni a vivere la politica,appassionarsi alla politica….sono d’accordo con te quando parli di partecipazione, beh come possiamo incentivare la partecipazione? Facendo capire che noi ci siamo , che oggi in questa sede prendiamo degli impegni, e che nei prossimi 4 anni saremo con loro, parleremo di loro, della quotidianità e cercheremo insieme di risolverli di trovare delle soluzioni, oggi la comunità bernaldese deve sapere che il PD ,il circolo di Bernalda e Metaponto, insieme e a stretto contatto con l’amministrazione in carica, e vivo e presente sul territorio ed è al servizio del territorio e della comunità intera. Abbiamo innumerevoli sfide da affrontare insieme e da vincere , la rivalutazione di un’intero territorio delle sue attività produttive legate al turismo e all’agricoltura,ma dobbiamo guardare anche a quello che il nostro tempo ci regale parlo delle innovazioni tecnologiche a quelle innovazioni come l’energia da fonti rinnovabili ,che possono regalare un nuovo slancio e al comparto agricolo e con la biomassa e con il fotovoltaico, tecnologie che potrebbero rivalutare un territorio importante come il metapontino,e perché no,regalare nuovi posti di lavoro, nuovi punti di riferimento per quei ragazzi che sempre più , alla fine degli studi,sono spaesati a causa di una terra che non può dargli un futuro e che li costringe molto spesso ad partire per realtà migliori. Caro segretario, cari compagni e amici ,da qui deve partire un futuro nuovo, da qui deve partire una nuova sfida ,che noi , un partito così ben radicato nel nostro territorio ,abbiamo il dovere di vincere … Buon Lavoro caro Segretario!
Ernesto Porcelli

Relazione-Programma Politico-Organizzativo

Oggi è un giorno importante per me, la visione che ho di questo passo che insieme stiamo compiendo è l’inizio di un sogno la cui realizzazione aspettavo da tempo. Oggi non ci ritroviamo per celebrare una persona, un singolo o una ascesa individuale; oggi siamo qui per dar forma ad un progetto comune e per continuare a condividere il lavoro che tutti insieme in questi giorni abbiamo svolto. Il risultato e l’obiettivo che raggiungiamo ha una doppia valenza. Non solo perché consacra un’unità che oggi più che mai ci deve contraddistinguere, ma perché premia l’impegno di una organizzazione giovanile non come struttura a se stante, ma come parte integrante di un grande gruppo come quello del Partito Democratico. Questo è uno dei tratti più belli di questa operazione, la lungimiranza dei dirigenti più navigati di me che scelgono di investire sul loro vivaio per tessere il nuovo tessuto sociale che impedirà lo scollamento tra la cittadinanza e la Politica. Viviamo in una fase nella quale il nostro Paese sta scivolando in termini di ricchezza prodotta, in termini di reddito, di coesione e di efficienza della macchina pubblica e delle loro decisioni. Quello che chiamiamo berlusconismo, che costringe a continue scorribande mediatiche la nostra Nazione, che incoraggia il fenomeno Lega Nord materializzando secessioni culturali che di certo non aiutano la nostra crescita, accompagna questo scivolamento con un continuo aggiramento irresponsabile dei problemi reali dell’Italia. Il rischio di elezioni anticipate carica di responsabilità l’azione politica del PD ad ogni livello, perché il rischio è di tutti. Ecco perché l’azione del nostro circolo è di fondamentale importanza soprattutto in ottiche più grandi. La sfida sta esattamente in un nuovo rapporto tra Società e Politica. La partecipazione può e deve essere la vera leva della nuova linfa di cui abbiamo bisogno, per tenere insieme nuovi e vecchi strumenti di aggregazione, di costruzione e formazione di nuove classi dirigenti e per armonizzare quella sensazione di libertà che troppo spesso ci è mancata. Ecco perché mi torna in mente quella che è la citazione che racchiudeva l’essenza della festa che i tanti ragazzi hanno portato in piazza agli inizi di agosto: Libertà è Partecipazione. Riempiremo le nostre azioni di emozioni, passione, calore e colore, senso di responsabilità e preparazione racchiudendo tutto ciò in un nuovo linguaggio e nuovi gesti, parole semplici che ci permettano di arrivare ai cuori ed alle menti di tutti per raccontare effettivamente come immaginiamo i giorni migliori per l’Italia. Questi sono gli ingredienti decisivi che ci aiuteranno a cancellare le incertezze, che farà rinascere in noi giovani il coraggio di tornare a pronunciare con serenità la parola FUTURO! Un partito nasce, prospera di idee e suggestioni se pensa in avanti, se investe in ciò che vuole costruire, se non si limita a guardare i destini corti di coloro che lo fanno e se apre un percorso lungo dove le generazioni agiscono insieme. Noi dobbiamo essere un collettivo e ognuno di noi in ogni luogo deve caricarsi della sua responsabilità, quella di essere un tesserato o soprattutto un dirigente del Partito Democratico. Questa responsabilità non prescinde dalla perenne alimentazione di una visione di insieme, visione che ci permetta di osservare a 360° la società che ci circonda, con le sue esigenze e la sua voglia di impegnarsi.
Saremo così più forti delle nostre debolezze!
E c’è solo un modo per esserne sicuri, per rafforzare l’unità, per sentirci una grande squadra: muoversi assieme, combattere assieme, rimboccarsi le maniche tutti assieme. A questo punto un sempre maggior coinvolgimento di iscritti ed elettori rispetto le scelte di merito da compiersi è la necessità primaria che abbiamo, per questo sarà fondamentale partire da un forte rilancio dei forum tematici e dalla essenziale nascita di un circolo di ambiente a Metaponto. In questo futuro prossimo, nel futuro che abbiamo qui davanti la nostra comunità avrà bisogno di percepire la solidità e la forza di chi governa Bernalda e Metaponto. Per questo sembra scontato affermare che l’azione politica del nostro circolo del Partito Democratico sarà di sostegno all’attuale amministrazione di Centro-Sinistra, poiché la responsabilità della continuità dei governi che si sono susseguiti negl’ultimi anni è sentita da tutti noi. Sarebbe illogico non continuare nel percorso intrapreso ormai da 15 anni e che finalmente porta la nostra Città ad essere pronta, sotto la guida del sindaco Chiruzzi, a quel colpo di reni che ci proietterà nel presente-futuro. Molte sono le sfide che ci aspettano, che ci vedono impegnati nel difficile compito di interpretare le istanze della gente, i loro bisogni, le dinamiche nuove del nostro territorio bisognevole di strategie di lungo periodo e di un rilancio culturale che è alla base di ogni azione susseguente. Il partito che immagino è un partito plurale e aperto alla società civile, pronto a scommettere su una classe dirigente capace di innovare e rinnovarsi. In quest’ottica il Partito Democratico rimane fondamentale per evitare le tendenze antiegualitarie di una post-democrazia che potrebbe essere alle porte. Ma non possiamo accontentarci di lavorare per i nostri scopi politici solamente attraverso un partito; dobbiamo anche lavorare su un partito dall’esterno, appoggiando quei gruppi che faranno pressione su di esso. I partiti che non subiscono alcuna pressione resteranno radicati nel mondo post-democratico delle lobby d’impresa e le classi dirigenti che cercheranno di agire senza fare riferimento alla costruzione di un forte partito del centro-sinistra verranno sovrastate da quest’ultime, le lobby stesse. Ripensando agli anni passati non immagino me e voi spenderci per percorrere un percorso circolare che oggi ci riporta al punto di partenza. Noi ci muoviamo su di una parabola e non su di un cerchio. Abbiamo percorso un ellissi giungendo oggi ad un punto nuovo e portiamo con noi una storia di organizzazione e conquiste che non dobbiamo sperperare. E’ ora di imparare una lezione apparentemente contraddittoria: bisogna stare attenti alle potenzialità dei nuovi movimenti che all’inizio possono sembrare difficili da comprendere, poiché possono essere portatori della futura vitalità della democrazia; ma anche lavorare con i gruppi e le risorse delle organizzazioni consolidate portatori di cause plurali e con quelle classi dedite a nuove cause, poiché la politica democratica funziona attraverso i partiti. Non attraverso aziende mascherate da tali! La fusione di gruppi sociali e l’espressione dei loro interessi è una fase imprescindibile, tutto seguito da una condivisione non solo di un leader ma di un programma politico-organizzativo che rappresenterà la peculiarità che ci deve contraddistinguere. Non possiamo permetterci di restare ai margini come classe politica di centro sinistra, non possiamo permetterci di inibire qualsiasi atteggiamento deciso per scacciare il rischio di risultare impopolari. Al grande impegno e qualificato lavoro che Roberto Speranza mette in questa fase al servizio della causa non possiamo contrapporre una scarsa qualità della classe dirigente a livello comunale. Dobbiamo scongiurare una prospettiva di un circolo litigioso, di partiti commissariati e di sezioni che assumono comportamenti poco democratici, lo stiamo facendo e sono sicuro che continueremo a mantenere questa rotta. In una fase così delicata a tutti i livelli momenti di tensione rallenterebbero il processo di unificazione, processo valido come antidoto utile per debellare la scarsa credibilità che i nostri avversari politici vogliono addossarci. Il messaggio che ci ha consegnato il nostro segretario nazionale Pierluigi Bersani son sicuro che provocherà una salutare scossa all’interno del nostro coordinamento, affinchè ci sia più confronto, più discussione sui problemi della gente, più Politica. Faremo in modo di non creare al nostro interno dei leaderismi non costruttivi, meno preoccupazioni su come garantire ricandidature, meno protezione per amministratori che non fanno il bene del paese ma esclusivamente il loro. Immagino una calendarizzazione di incontri con i gruppi sociali, i vari settori presenti nella nostra zona e le classi lavorative che popolano la nostra cittadina, perché non basta allargare la base dei nostri tesserati e simpatizzanti se poi non si spalancano le porte delle nostre sezioni per uscire ad ascoltare l’opinione di chi vive in prima persona la quotidianità e le difficoltà che la vita ci propone, per mettere in pratica le soluzioni che con il confronto raggiungiamo. Siamo in grado di apprendere che non è inevitabile che la gente si preoccupi più degli immigrati che arrivano in città rispetto a qualsiasi altra questione che metta a disagio la destra. La decisione di ritirare dal commercio i cibi geneticamente modificati in molti Pesi europei in seguito alla diffusa preoccupazione dei consumatori è un esempio ancor più generale. Ecco perché un partito riformista come il nostro deve essere l’artefice di campagne che valorizzino i punti di forza del nostro territorio. Accelerare il processo di aggregazione di piccoli e medi produttori agricoli delle nostre zone, per farli confluire in un unico grande progetto che aumenti la loro forza contrattuale, è un punto su cui battere fortemente. Indirizzare questi verso nuove ed innovative forme di colture e prodotti rispettosi dell’ambiente, creando delle esclusività che possano battere la concorrenza; radicare la diffusa convinzione che investire seriamente sul biologico certificato è una scommessa che si può vincere e che può creare condizioni di benessere. Ipotizzare insieme ai nostri imprenditori agricoli delle forme di filiera corta che ci permettano di gustare i prodotti delle nostre terre. Tale atteggiamento si può benissimo estendere allo stress per condizioni di lavoro sempre più precarie. Queste campagne potrebbero essere altrettanto popolari di quelle della destra, ma occorre lanciarsi nelle campagne, definire gli interessi e identificare le cause del malcontento: tutte cose che non vengono fuori da sole. Bisogna essere impavidi di fronte ai problemi. Basta cercare i raggiri che creano falle difficili poi da recuperare. Quando un problema lo teniamo davanti siamo in grado di risolverlo e superarlo consegnando la soluzione ai cittadini che soddisfatti ci osservano. Cominciamo ad incontrare la cittadinanza per far capire anche quali sono le difficoltà che un comune incontra ed affronta tutti i giorni, se è vero che siamo noi il tramite con le Istituzioni. La risoluzione di problemi politico-amministrativi è bene che pesi sulle spalle di partiti e amministratori, ma iniziamo a responsabilizzare anche gli elettori; iniziamo a spiegare come un Patto di Stabilità senza ne testa ne coda ingessa l’operato di Regioni, Province e Comuni non meno quello di Bernalda. E’ richiesta crescente ormai quella di una revisione strutturale di questo provvedimento, poiché la lentezza crescente dei pagamenti mette all'angolo le imprese, che non possono più contare su tempi ragionevoli, indispensabili per la loro attività. I fondi legati agli investimenti comunali troppo spesso seguono un percorso pluriennale. Le risorse in cassa ci sono, ma non possono essere spese per non peggiorare i conti pubblici. Le imprese sono sempre più in difficoltà con i pagamenti della manodopera, materiali e costi di gestione, mentre una prudenza obbligata fa si che a volte restino in cassa risorse inutilizzate. Molti comuni, che negli ultimi mesi stanno anche attivando accordi con le banche per farsi anticipare i pagamenti, accusano soprattutto l'effetto trascinamento, legato al fatto che negli ultimi mesi del 2010 molti pagamenti sono stati rimandati al 2011, riducendo ulteriormente gli spazi per quest'anno. Una situazione del genere provoca effetti negativi non solo sui diretti interessati ma sull’intera comunità. Ecco perché un tema come questo non può essere circoscritto e posto all’attenzione di pochi. Noi come partito abbiamo il dovere di sensibilizzare tutti sulle grandi e piccole questioni, creare informazione e consapevolezza del ruolo che ognuno di noi ha sulla scacchiera della nostra società. Abituiamoci a sentire le difficoltà altrui come difficoltà proprie, solo con l’unione e la compattezza l’opinione pubblica assume un peso specifico impossibile da ignorare. Le manifestazioni francesi che proseguono ormai da giorni sono un esempio di come una riforma pensionistica scellerata metta in moto dei procedimenti capaci di mobilitare tutte le innumerevoli categorie che compongono una popolazione come quella transalpina. Studenti, operai, dirigenti, sindacalisti e classe politica.
Non scendo nei particolari della forma e della gestione della protesta, in quanto sono convinto che forme pacifiche di manifestazione sono altrettanto efficienti, ma se anche qui in Italia si recuperasse l’idea di collaborazione lontana da discriminazioni, si potrebbe aprire una nuova stagione di successi collettivi. Seguendo questa logica è necessario continuare a rafforzare e stabilizzare quelle che sono le alleanze che oggi compongono il quadro del Centro-Sinistra. Mi appresto a diventare guida del partito di maggioranza relativa di questo schieramento e sarebbe per me irrazionale non cercare di trasmettere questa voglia di costruire progetti a lungo termine a chi oggi mi fiancheggia. La voglia di guardarsi intorno e investire per e su nuove classi dirigenti deve essere un filo comune. Lavorare per e nella nostra coalizione è un impegno serio poiché significa sposare cause e progetti da realizzare e difendere con convinzione. Ognuno di noi gioca un ruolo fondamentale in quest’ottica, credere in una lungimiranza diffusa che vada addirittura oltre il 2014 è l’arma vincente che ci permetterà di giocare in anticipo e acquistare credibilità nei confronti della nostra cittadinanza. Sappiamo che non stiamo insieme per raggiungere una governo o una gestione momentanea, ma conviviamo per dare a Bernalda e Metaponto prospettive da costruire anno dopo anno, legislazione dopo legislazione. Solo con il rispetto reciproco riusciremo a rendere invulnerabile la nostra azione politico-amministrativa. Sono certo che nessuno sia in possesso della bacchetta magica in grado di risolvere i problemi che man mano affronteremo. Ecco perché cercherò di indicare una via chiara e lineare da percorrere insieme e che ci dia la possibilità di stare sui temi con estrema calma e convinzione, di raggiungere gli obiettivi prefissati. Saprò ascoltare le idee, le opinioni e le tante proposte che un grande partito come il nostro e una grande e forte coalizione sono in grado di mettere in campo. Un grande augurio e un in bocca al lupo rivolgo a tutti i dirigenti che da domani intraprenderanno un nuovo lavoro e una collaborazione con me e con tutta la nostra base. Testa alta cari amici, compagni e democratici che mi ascoltate, rimbocchiamoci le maniche e rivolgiamo lo sguardo al futuro, perché il futuro è l’unico posto dove possiamo andare!
Angelo Troiano
Segretario PD Bernalda e Metaponto

sabato 9 ottobre 2010

Idee e progetti per allearsi con l'Italia

Il Pd non è abbastanza "rispettato", lo sarà presto ma a patto che "ci rispettiamo tra di noi". Il segretario del Pd Pier Luigi Bersani lo dice aprendo la relazione conclusiva all'assemblea nazionale democratica: "E' stata una bella assemblea, noi siamo un bel partito. Se ne convinceranno. Certo, non siamo rispettati abbastanza, non ci rispettano abbastanza gli amici, gli avversari... su di noi si dice di tutto, mi sveglio al mattino e imparo che ho fatto cose che non ho neanche mai pensato. Ma vi garantisco che ce l'avremo 'sto rispetto, con calma e gesso, ci rispetteranno". "L'unica condizione - avverte - è che ci rispettiamo noi. Se ci rispettiamo noi stiamo sicuri che poi ci rispetteranno. E qui ci siamo rispettati, questa è la vera rassicurazione, dobbiamo costruire il rispetto e la serietà . Non possiamo permetterci ritardi, i tempi stringono e le responsabilità aumentano, ma le pagine dei giornali sono ancora troppo piene di un partito che parla di sé e non dei problemi, e sì che i problemi in giro sono tanti. Non possiamo permetterci scarti su questo, perche' i tempi stringono: la crisi politica e la crisi economica si stanno avvitando''”. Subito ha parlato della morte di quattro alpini in Afghanistan: “"La politica deve prendersi più responsabilità rispetto alla presenza militare. Si può anche morire per la democrazia, per la lotta al terrorismo, per la dignità e per i valori di civiltà, ma bisogna essere sicuri di arrivare a un risultato. Quello dell'efficacia dell'azione in Afghanistan e' il problema, adesso". Il segretario ha richiamato le parole pronunciate da Piero Fassino: ''sono d'accordo con lui e sulle ragioni che ha illustrato. Si puo' anche morire per la democrazia, per la lotta al terrorismo, per la dignita' umana, per la civilta', ma bisogna essere certi di arrivare al risultato che ci si e' prefissati. La politica - sottolinea Bersani - deve assumersi maggiori responsabilita' rispetto alla presenza militare''. Poi è passato a parlare di proposte: “Paghi la finanza quello che ha determinato la finanza, oggi la finanza è una forza reale che mette ostacoli ad una regolazione seria. Mettiamo una tassa sulle transazioni finanziarie. C’ una sovraccapacità produttiva micidiale mentre i cantieri rischiano di chiudere, rischiamo una guerra economica. Dobbiamo fare investimenti, innovazione, stimolo all’economia mentre si sono peggiorati i sistemi di distribuzione del reddito. Serve trasporto pubblico locale, servizi di base ai cittadini, tutto quello che il governo sta mettendo a rischio, così come il sistema del sapere e della conoscenza, e siamo gli unici al mondo ad avergli dato una botta micidiale. Non va, stanno azzoppando il futuro. La Gelmini parlerebbe di merito e valutazione? Ma dove? Io le riforme le ho fatte e so che serve cultura per razionalizzare, si investe. Loro invece chiamano tagli le riforme. Hanno fatto il miracolo di tagliare una barca di soldi a istruzione e cultura senza risparmiare su spesa corrente che e' cresciuta comunque C’è stato un messaggio sbagliato al Paese, che non ha parlato di problemi, riforme, investimenti necessari, invece c’è solo un mondo normale, tranquillo, di piccole cose. E’ quello che denunciamo sempre con il modello plebiscitario e populistico fatto di miracoli e messaggi propagandistici che evitano le decisioni vere. Pensate al federalismo: quello immaginario risolve i problemi, quando ci metti le cifre arrivano i problemi. Invece c’è un paese attonito, più del 50% dei cittadini che non vuole votare o vota per protesta appoggiando soluzioni inutilizzabili, il distacco con i cittadini ce lo raccontiamo al mattino e lo dimentichiamo al pomeriggio. Invece questo è il problema: il berlusconismo nasce con un effetto sistemico di crisi della politica e sta finendo nel discredito della politica, con l’istinto del “muoia Sansone e tutti i filistei”. Stiamo facendo ampi passi in quella direzione, attenzione. Siamo oltre Berlusconi? No, al secondo tempo, forse più pericoloso, senza promesse o nuovi orizzonti per il Paese, solo al forza. Quella ideologica, del conformismo difficile da smontare. C'è una forza economica e mediatica, c'è la forza di un conformismo difficile da smontare... Certo, qualcuno comincia a dire 'ma'; ma poi magari dice 'ma anche il Pd'. Perché c'è un terzismo nobile e poi c'è il terzismo di don Abbondio e dei sepolcri imbiancati e dobbiamo saper distinguere". E poi, "ci sono i dossier, i ricatti... C'è paura in giro. Io no, né? Ma c'è paura in giro!”. Insiste sulla necessità di cambiare la legge elettorale: oggi è possibile con il 35% dei voti di prendersi la maggioranza delle Camere anche riunite, per eleggere il Capo dello Stato. Basta sofismi su chi ci sta, vogliamo capire qual è la posta in gioco sul governo di transizione? Questa, facciamolo capire, è una questione democratica e sociale perché il plebiscitarismo ci tocca tutti. Non facciamoci trascinare nei giochi della maggioranza, occupiamo gli spazi di comunicazione con un messaggio chiaro. Il PD deve impedire la deriva plebiscitaria mettendo in sicurezza al democrazia costituzionale, predisponiamo l’alternativa di governo che susciti un risveglio italiano. Facciamolo in parallelo perché il centrodestra è in crisi, non può garantire governabilità ma pensa a polenta, pajata, casseola e cannoli. Oggi il governo è Belrusconi-Bossi-Cuffaro ce ne rendiamo conto? Il paese non può stare a veder traccheggiare la politica, cambiamo la legge elettorale e andiamo alle elezioni. Rivolgiamoci a tutte le forze interessate a mettere in sicurezza la democrazia partendo proprio dal cambio della legge elettorale. Un’alleanza democratica per tutelare le regole del gioco. Il nuovo Ulivo invece è il cuore delle nostre proposte di governo, con forze di centrosinistra che hanno attitudine di governo: non si rifà l’Unione. L’UDC si autodefinisce una forza di opposizione e non di centrosinistra, credo che il nuovo Ulivo abbia il compito di discutere di governo con tutte le forze di opposizione. Ma la nostra alleanza dobbiamo farla con l’Italia, non possiamo stare nel palazzo con meccanismi politi cistici, rompiamo il muro di gomma con la società, ma tocca a noi aprire un varco, mostrare la politica che si occupa di problemi, facendo venire dubbi a chi oggi è sfiduciato, convincendolo a mettere la sua energia in un atteggiamento positivo? Perché siamo venuti a Varese? Segnala una politica che cerca di avvicinarsi ai cittadini che lavorano. Il progetto per l’Italia, con lavoro e legalità come punti attorno a cui organizzare tutto, l’innovazione e il cambiamento. Le cose cambiano e noi non le abbiamo fatte tutte giuste, attenzione. Viviamo Varese come una svolta. C’è un punto clou, il rapporto con i produttori ed i lavoratori. Sono due grandi messaggi: alleggeriamo il lavoro e l’impresa, la famiglia con figli che ha difficoltà, non lasciamoli a Bossi che fa solo promesse. Le tasse son più alte, son meno chi le paga, non hanno un’idea di federalismo fiscale. La riforma fiscale è un’urgenza, mettiamola all’ordine del giorno e discutiamone”. Ringrazia il PD di Varese e della Lombardia e invita a riconsiderare il nord: “C’è stata una fuga di Bossi e Berlusconi ma non siamo affatto spariti, non siamo stranieri. Il nord è stato rappresentato al governo ma il nord è tradito e l’Italia è tradita. Promettevano di liberare le energie del nord per liberare il paese, è un obiettivo fallito: tasse alte, niente infrastrutture né semplificazione della burocrazia! E’ stato un danno per l’Italia, è venuto meno il traino vero che ci può tenere agganciati all’Europa, ci stanno facendo allontanare dagli altri paesi. Dopo 10 anni siamo più stranieri in Europa. Questo meccanismo politico però per loro è ancora buono, si rischia di assistere al travaso di voti da Berlusconi alla Lega”. Ma perché questo travaso è facile mentre non interessa i leghisti, che pur nacquero moralizzatori e autonomisti, prendendo voti a sinistra? Un partito popolare radicato e democratico che ci disturbò, poi ha virato sul populismo secondo un’onda presente in Europa, a partire dal tema dell’immigrazione. Anche nella loro comunicazione politica di simboli e miracoli deviando l’attenzione dai problemi irrisolti. C’è sempre una moschea da discutere, un inno di Mameli da discreditare, spariamo ogni settimana il federalismo…un modello che ha preso in ostaggio il Nord, il territorio tabernacolo di sicurezze che tiene fuori i problemi del mondo. Ma così pensando stai fuori dal mondo, da problemi e opportunità. Dobbiamo superare le difficoltà di comunicazione ma le uniche cose per il nord, infrastrutture riduzione del cuneo fiscale, le abbiamo fatte noi. Per il terziario, le professioni, ma non siamo riusciti a far vedere che vogliamo bene alla piccola impresa che lavora,a gli artigiani e ai professionisti onesti. Quando diciamo lavoro parliamo anche di noi, certo poi servono regole per difender ei più deboli e la concorrenza. E’ un universo contrapposto alla Lega,a chi campa fuori da lavoro e regole, noi ci mettiamo a servizio delle persone. Riformare la pubblica amministrazione è roba nostra, noi crediamo nella mediazione dello stato tra le differenze sociali, gli altri han bisogno del disprezzo verso lo Stato. Sappiamo bene che il lavoro è cambiato, c’è un meccanismo che va incoraggiato di sussidiarietà ma attenzione, non vorrei che chi nel governo si occupa di lavoro ha in mente la Tatcher. Un conto è meno stato più società un conto è pensare solo all’arricchimento di alcuni, stato e società si devono dare la mano, noi abbiamo in mente un altro schema. Solidarietà alla CISL, non sono tollerabili gli attacchi. Certo noi non siamo un sindacato, non stiamo con una sigla, noi abbiamo un’idea di società. Dobbiamo dire come fissare la rappresentanza dei lavoratori, la partecipazione alle decisioni, Un patto sociale è riforme, politica industriale, sviluppo e crescita, tutto questo. A parità di costo medio per l’impresa un’ora di lavoro precario non può costare meno di un’ora di lavoro stabile. Cambiamo atteggiamento, anche sull’immigrazione su cui abbiamo discusso. Un paese avanzato che vuole crescere deve fare conti con al necessità di avere immigrati, deve attrezzarsi per farlo.. senza dividere la società facendo sì che i vantaggi vanno ai forti e gli svantaggia i deboli. Così sul federalismo fiscale bisogna dire che se son povero e arrivano nuovi poveri ci servono più risorse e devono arrivare da chi può pagare. Così dobbiamo dire alle persone “. Bersani parla anche di sud: “Dobbiamo parlare un linguaggio con più rispetto, non c’è crescita di una parte del paese senza l’altra. Falcone e Borsellino sono eroi nazionali, dobbiamo sapere che la nuova unità della nazione non si può fare senza avere al sud un movimento di rinnovamento. Abbiamo delle idee per spezzare la dipendenza dall’intervento pubblico, vi chiedo solo di non far polemiche. Dobbiamo far vedere la tanta bella gente che abbiamo minacciati dalla criminalità, giovani amministratori che in Sicilia e Campania combattono ogni giorno e non possiamo lasciarli soli. Qui al nord rispondiamo così, e ricordiamo che ha fatto al Lega: 37 leggi ad personam approvate, ruberie coperte, la Lega si prenda il suo che noi lo mettiamo sui manifesti”.. E’ uno dei passaggi più applauditi. Noi abbiamo un’idea di territorio e autonomia che non trascura le radici, i municipi, nasciamo lì noi. Ma non siamo attaccati alle paure, che siamo per l’autonomia della convivenza e delle relazioni, il sistema delle autonomie si chiama Italia. Questo famoso sistema si chiama Italia, abbiamo una diversa idea di federalismo, la via più efficiente di arrivare con protagonismo e razionalità alla conquista di livelli migliori di servizi essenziali. Asili, aree artigianali, tutto quel che c’è di buono non lo ha inventato i governi centrali, tutto quel che viene di buono arriva dai governi locali. Tremonti e Calderoli non possono fare il federalismo per raddrizzare una pianta storta ma per darci nuovi obiettivi, servizi civili. 200 anni fa i lombardi pensavano questo, c’erano o i conservatori o i federali, adesso abbiamo Maroni e la pajata con a polenta? Noi siamo alternativi, prendiamo in mano noi la bandiera del federalismo. Qui abbiamo le proposte: per le imprese piccole e medie, per l’agricoltura, la scuola, adesso facciamole vivere. Con il PD a livello locale, con al reciprocità tra nord e sud, io vorrei occuparmi qui del sud nei prossimi mesi. Non è retorica, usciamo dall’Assemblea più forti, approfondendo dei temi di governo, rapporti con altre forze politiche che partono dalle idee. Abbiamo la possibilità di prendere l’iniziativa, chiamare le forze sociali. Attenti che Berlusconi c’è e può porttare la sua crisi a crisi di sistema e chi divaga rischia di tenerselo, non c’è alternativa senza il PD. Quindi si rifletta perché discutiamo con tutti ma non facciamo la salumeria di nessuno, non ci stiamo a tutti i preziz, abbiamo un nsotor progetto di Italia. Pronti a discutere ma nessuno pensi che saremo gli utili idioti di qualcos’altro, noi avremo il fisico per esser eil traino del cambiamento. Abbiamo un dovere di compostezza e serietà ma dobbiamo muoverci. A novembre ci saranno tre week end di mobilitazione, credo che sarà un’occasione formidabile per farci vedere sui problemi, ognuno ci metta la sua fantasia a livello locale, concretamente. E lì cercheremo di far valere le nostre ide, produrre idee e progetti per allearsi con l’Italia. Se ci riusciamo avremo un enorme vantaggio competitivo".

lunedì 6 settembre 2010

1^ Festa Nazionale PD in Basilicata sulla Pubblica Amministrazione e storia dell'Italia. Prepariamo giorni migliori per l'Italia.

1^ Festa Nazionale PD in Basilicata sulla Pubblica Amministrazione e storia dell'Italia. Prepariamo giorni migliori per l'Italia. 2/5 settembre - Bernalda (Matera) Amministrazione pubblica e storia dell'Italia. Prime riflessioni Relazione introduttiva Guido Melis - Storia dell’amministrazione e storia d’Italia. A cosa è servita l’amministrazione pubblica? Enrico Gustapane - I grandi prefetti dell’unificazione amministrativa e il difficile rapporto centro-periferia Francesco Verrastro - Un’élite amministrativa: il Consiglio di Stato Giovanna Tosatti - Il Ministero dell’Interno e l’unificazione del Paese Antonella Meniconi - La magistratura Oscar Gaspari - Le amministrazioni comunali e provinciali Saverio Carpinelli - I segretari comunali Relazione introduttiva Alfredo Gigliobianco - Lo Stato imprenditore, da un dopoguerra all’altro: una storia che continua Chiara Giorgi - Le élites degli enti pubblici: Alberto Beneduce e gli altri Dora Marucco - Nascita e progressi della statistica pubblica Francesco Soddu - Meridionalismo e intervento pubblico: la Cassa per il Mezzogiorno Elena Vigilante: il commissariato civile per la Basilicata Conclusioni Tavola rotonda con Guido Melis, Paolo Macry, Marco Meriggi, Oriano Giovanelli: “L’amministrazione solo palla al piede dello sviluppo?”. http://www.partitodemocratico.it/dettaglio/105008/1_festa_nazionale_pd_in_basilicata_sulla_pubblica_amministrazione_e_storia_dellitalia

lunedì 9 agosto 2010

II FESTA DELLA GENERAZIONE DEMOCRATICA

II FESTA DELLA GENERAZIONE DEMOCRATICA

Carissimi,

sicuramente saprete che mercoledì 11 e giovedì 12 Agosto si svolgerà in Piazza del Popolo la II^ Festa della Generazione Democratica organizzata dal Circolo dei Giovani Democratici di Bernalda.

Come Giovani Democratici riteniamo che sia opportuno ritornare, almeno una volta all’anno in piazza, tra la gente, soprattutto per festeggiare insieme un’idea di politica e di società che non deve essere circoscritta solo ai periodi di tornata elettorale.

Oggi siamo ancora più convinti che la politica, fosse anch’essa giovanile, debba essere il punto d’avvio di una rivoluzione culturale ed etica perché anche da qui passa il rilancio del Paese e la speranza nel futuro. Vogliamo essere gli artefici insieme a tutti i nostri concittadini di questo cambiamento poiché da soli non è sempre meglio che mal accompagnati.

È tempo di virtù precarie e dietro i nostri occhi si cela un’idea di impegno non solo politico ma civile e democratico che mai ci vedrà rinunciare alla partecipazione e all’azione. Siamo la nuova classe dirigente e senza aspettare quella fatidica alba all’ombra del lassismo e dell’indifferenza tentiamo di porre solide basi per un futuro migliore, non solo per noi ma per le prossime generazioni.

Con la nostra festa vogliamo concretizzare sempre più questo cambiamento perché è il Paese che lo chiede e non possiamo mancare l’appuntamento con le nostre responsabilità.

Ti aspettiamo per trascorrere insieme momenti di riflessione sul futuro della nostra terra e della nostra Nazione alternati al divertimento che la festa proporrà con la consapevolezza che giorni migliori possiamo costruirli in stretta collaborazione.

Bernalda, lì 09/08/2010

Il Segretario

Luca Vitarella

lunedì 1 febbraio 2010

ANCORA UNA VOLTA .... CONTRARI!

La legge 99/2009 del Governo Berlusconi prevede il ritorno al nucleare È una legge che è violenza alla storia, alla voce, ai luoghi del nostro Paese la cui volontà, espressa nel referendum del 1987, è stata brutalmente infossata. È una legge che non rispetta il Titolo V della Costituzione e i poteri concorrenti delle Regioni in tema di produzione di energia e il governo del territorio. Con tale legge le Regioni vengono escluse dall’iter decisionale relativo alla localizzazione degli impianti nucleari e il Governo sarà il solo a decidere, mentre tratterà soltanto con la Conferenza Unificata Stato-Regioni, che ha solo potere consuntivo. Ancora una volta il Governo si appropria del potere decisionale in modo autoritario e non considera il parere negativo dato dalla maggior parte delle Regioni (15 su 20). Anche Regioni governate dal centro-destra si sono dette contrarie.

Noi al ritorno di un mezzo antieconomico, pericoloso e anacronistico non ci stiamo!

Siamo convinti che questa scelta sia antieconomica perché il costo di gestione sarebbe elevato e lo smaltimento dei rifiuti che tra l'altro il governo, maliziosamente e furbescamente non cita nella suddetta legge! Facendo un'analogia con i R.S.U. è come se fosse stata considerata solo la raccolta dei rifiuti nei costi e non lo smaltimento!

È pericolosa perché il Governo pensa di costruire centrali nucleari non di ultima generazione ma di III andando in controtendenza con ciò che altri Paesi Europei stanno facendo, costruendo centrali nucleari di IV generazione. Ma la cosa ancor più grave è lo smaltimento delle scorie nucleari.

Come pensa questo governo di smaltire in sicurezza i prodotti di questo processo? E poi, come pensa il nostro Consiglio dei Ministri di ritornare al nucleare senza aver prima smaltito le scorie vecchie?

Non è in dubbio che dietro il nucleare ci sono enormi interessi economici di pochissimi. Il Paese viene prima di tutto e di tutti ma ciò non interessa a chi frequenta Palazzo Chigi.

Occorre ripristinare la legislazione concorrente di fatto violata dalla legge 99/2009.

Temi di interesse generale come questo devono essere affrontati con le idee chiare e il governo, è chiaro a tutti, non le ha.

Noi Giovani Democratici di Bernalda amiamo il nostro territorio e siamo contro ogni colonizzazione. Crediamo nelle risorse presenti in Basilicata e da li vogliamo partire per produrre energia pulita i cui benefici possano andare a vantaggio di tutti i lucani.

Il futuro è sostenibilità e sviluppo sostenibile, ovvero lo sviluppo che garantisce i bisogni delle generazioni attuali senza compromettere la possibilità che le generazioni future riescano a soddisfare i propri”. Lo sviluppo sostenibile assume quindi le caratteristiche di concetto integrato, avocando a sè la necessità di coniugare le tre dimensioni fondamentali e inscindibili di Ambiente, Economia e Società, dato che risulta evidente come l’azione ambientale da sola non possa esaurire la sfida: ogni piano o politica di intervento, infatti, deve rispondere ad una visione integrata e definire sia impatti economici che sociali ed ambientali. Il progresso tecnologico sostenibile si pone allora quale strumento per raggiungere l’obiettivo di un uso oculato delle risorse naturali diminuendo il consumo di quelle non rinnovabili, della limitazione dei rifiuti prodotti e della sostituzione del capitale naturale (territorio, risorse materiali, specie viventi) con capitale costruito (risorse naturali trasformate).

Il Governo Berlusconi non può ignorare che in Italia sono stati tracciati cammini diversi e virtuosi. Abbiamo intrapreso iniziative importanti per la tutela dell’ambiente, il monitoraggio e la salvaguardia del territorio, il miglioramento della qualità dell’aria e il controllo delle emissioni nell’atmosfera, il risanamento dei siti inquinati, la gestione ottimale dei rifiuti, lo sviluppo e la compatibilità ambientale. In questa direzione vogliamo proseguire!

La maggioranza e il Governo non possono ignorare la volontà popolare che nel Referendum del 1987 ha bocciato con l’ 80, 20% l’energia nucleare, NON PUO’ IGNORARE i 100.000 di SCANZANO del 23 Novembre 2003.

venerdì 29 gennaio 2010

COMUNICATO STAMPA

Con la legge 99/2009 del Giugno 2009 il Governo Berlusconi ha di fatto reintrodotto in Italia l’Energia Nucleare. Il testo della legge prevede che il Governo nazionale possa decidere autonomamente la localizzazione e la costruzione degli impianti nucleari e dei siti per lo stoccaggio dei rifiuti radioattivi, senza nessun coinvolgimento dei territori interessati, cosi come prevede la Costituzione nel Titolo V e più specificatamente negli articoli 117 e 118.

Una vera e propria imposizione, cosi come si tentò di fare nel Novembre 2003 quando Scanzano Jonico fu al centro del tentativo del Governo, anche allora Berlusconi, di costruire il deposito unico per lo stoccaggio dei rifiuti nucleari.

Allora ci opponemmo assieme a tutto il popolo lucano e con il forte ed autorevole impegno delle Istituzioni sventammo quel pericolo. Oggi siamo al fianco della Giunta Regionale di Basilicata e del Presidente De Filippo, dei parlamentari del Partito Democratico che instancabilmente sono impegnati per scongiurare le velleità del Governo nazionale.

Come Giovani Democratici di Bernalda e Metaponto siamo pronti a promuovere, Domenica 31/01, una petizione popolare a sostegno del ricorso presentato dalla Regione Basilicata alla Corte Costituzionale per la declaratoria di illegittimità costituzionale della legge “Sviluppo”, la 99/2009.

Intendiamo mantenere alta l’attenzione e sensibilizzare la società lucana su questa materia così delicata per lo sviluppo della nostra Regione e del territorio del metapontino in particolare e garantire una costante informazione affinché venga ripristinata la volontà popolare prevista dalla Costituzione e violata, a nostro avviso, dal Governo e dalla maggioranza di centro destra.

Bernalda-Potenza lì, 29/01/2010

mercoledì 13 gennaio 2010

I pionieri del "far bene"

La pionieristica, in politica, produce ogni giorno i suoi esempi.

L'ultimo, è quello del PRI; si è registrata negli ultimi mesi, più corretto è forse dire giorni, una frequente e continua attività di questa nuova componente del panorama politico locale, nuovamente emersa domenica 10 Gennaio con la distribuzione dell’ultimo volantino. Ovviamente noi GD siamo abituati a prendere le cose dal lato positivo e facendo un'analisi di ciò che il neonato partito voleva comunicare alla popolazione bernaldese, abbiamo cercato di soffermarci sulla parte propositiva presente nello scritto, a dispetto di altre pubblicazioni che si limitano solo alla menzogna e alla disinformazione.

E' stato piacevole riscontrare che nelle intestazioni del volantino si poteva leggere “Noi giovani del PRI”; è stato altresì curioso osservare come alcuni di questi giovani vantassero una qualità del Partito Repubblicano molto particolare e, a nostro avviso, tutt'altro che lodevole: quella di non essere schierato politicamente. In ogni caso non abbiamo potuto evitare di valutare positivamente la presenza di ragazzi come noi, scesi in campo e facenti parte di una fascia d’età che è più vicina alla nostra. Questa non vuole essere una “caccia al più grande”, ma semplicemente un'azione volta a promuovere il normale processo di ricambio generazionale, che, inevitabilmente, coinvolge anche la politica, sempre a dispetto di formazioni che non hanno ancora ben chiaro il processo.

Non è stato difficile notare, dal punto di vista contenutistico, come l'attenzione sia stata rivolta ancora al passato, evidenziando alcune situazioni locali che, purtroppo, talvolta, lasciano insoddisfatti anche noi; adesso però ci aspettiamo che la fase della lamentela venga superata con le proposte e con il dialogo, speranzosi di essere parte attiva in questo dialogo, perché non fa nulla se si è aspettato tanto prima di scendere in campo (essendo attivi da dieci anni sappiamo quanto è difficile essere giovani e allo stesso tempo prestare attenzione alla politica locale), non fa nulla se voi giovani del PRI non avete fatto caso alla presenza dell’unica associazione politica giovanile esistente sul territorio, ma sarebbe un enorme errore di valutazione politica la nostra esclusione da un confronto solo perché siamo schierati politicamente. Incorrereste così nel fallo di ridurvi al ruolo della maschera di qualche “cavaliere” che, da anni, combatte le sue battaglie nei bar e sui marciapiedi. Solo così ci si può tenere fuori dalla Politica del non fu, ovviamente sempre a dispetto delle formazioni che persistono nel credere in questo modo di operare.

In conclusione vogliamo mettere in evidenza l'aspetto aleatorio sottoposto a condizione: qualsiasi risultato dovesse consegnarci il confronto per le amministrative, non vorremmo essere spettatori di una vostra ritirata lampo, sarebbe una mossa politica molto poco “originale”, in quanto risulta essere una pratica già diffusamente adoperata in passato.

La politica del "non fu"

Lo scenario politico locale, casualmente, a pochi giorni dalle elezioni amministrative, è costellato di osservazioni critiche sul recente passato; se ci si limitasse solo a questo, non ci sarebbe da meravigliarsi, in quanto ben venga la critica politica (magari anche propositiva), anche se in ritardo. Ovviamente il problema non è questo. Leggendo attentamente le ultime pubblicazioni, mediante qualsiasi mezzo, della compagine politica che, nell'ultimo quinquennio, sedeva tra le fila dell'opposizione (anche se opposizione è un sostantivo alquanto azzardato), si può notare, ed invitiamo chiunque a farlo, una troppo accentuata diffusione di un modo di fare una lettura politica critica (anche se critica è un epiteto alquanto azzardato) che noi Giovani Democratici definiamo “LA POLITICA DEL NON FU”. E' facile, trovare ovunque fotografie, didascalie, brevi cenni storici poco oggettivi in cui si va a condannare l'ultima (ma non solo) giunta comunale, rea di non essersi occupata, o di essersi occupata male di argomenti che vanno dal nepotismo alla sanità, dalla politica clientelare all'agricoltura, dall'ignavia all'urbanistica. Protagonisti di questi simpatici raccontini, sottoposti qua e la all'attenzione dei cittadini, e spacciati come realtà storico-politica, sono, ovviamente coloro i quali appartengono alla compagine politica che, putacaso, nell'ultimo quinquennio sedeva tra le fila della maggioranza. Il termine “raccontini” potrebbe sembrare azzardato ed anche poco rispettoso, ma, sarebbe assurdo definire critica politica articoli in cui troviamo “simpaticamente” disegnato lo scenario politico locale da epiteti quali: “Franceschiello”, “Sciacalli”, “Giunta sinistra”, “Politica Francescana”, “Brodino regional-assistenziale”, eccetera. Ma “la politica del non fu” non è solo questo. Nei “volantini della domenica”, nei blog, nei programmi elettorali, nei testi degli interventi dei comizi, ma anche nei programmi politici dei partiti che, sempre a pochi giorni delle elezioni amministrative, pioneristicamente vengono fondati dal nulla, è cosa alquanto difficile trovare delle linee politiche propositive; cosa molto più comune è riscontrare, invece, che il 75% – 80% delle pubblicazioni è incentrato su critiche verso chi, colpevolmente, non ha fatto, o, ancor più colpevolmente, ha fatto diversamente da come una minoranza consiliare riteneva opportuno. Il restante 20% - 25 %, ovviamente, è contenutisticamente autocelebrativo. Negli ultimi mesi, a partire dallo sciagurato “incidente” delle liste, sono prepotentemente tornate al centro del dibattito politico parole quali: porto, ripascimento, distretto sanitario, piscina comunale, mercato, senso unico, clandestini, ecc... Tra questi, chiaramente, vi sono molti argomenti “caldi”, che l'ultima amministrazione non ha omesso di trattare praticamente e teoricamente nel programma elettorale. Molti altri tra questi argomenti, purtroppo, sono solo tentativi di far “scottare” i cittadini, come si fa con i bambini, al fine pedagogico di non farli più cadere in presunti falli politico-elettorali. Ma i cittadini di Bernalda e Metaponto, come dimostrano da anni, non sono bambini. Quello che fa più male, di questo modo di fare politica, è la consapevolezza che, così facendo, l'unico scopo che si può perseguire è quello di far disaffezionare i cittadini, ma soprattutto i giovani, al mondo della politica. Non sorprende, infatti, che la compagine politica da cui provengono la maggior parte delle critiche disfattiste e non propositive, non possa avvalersi, soprattutto a livello locale, di una componente politica interna giovanile, indipendente ed autonoma. Da attente letture critico-politiche, noi Giovani Democratici abbiamo fatto risalire anche a questo la causa dell'incremento vertiginoso del disinteressamento giovanile alla politica partitica, considerata ormai “qualcosa da lasciar perdere”, di cui pochi, ahiloro, si devono occupare, facendosi bersagliare da critiche, tra cui il “poltronismo”, probabilmente vittima, e non carnefice, della comune disaffezione alla politica, in favore del populismo e del falso associazionismo apolitico o apartitico. Ed è proprio per queste motivazioni che noi Giovani Democratici abbiamo deciso di rimboccarci le maniche e di contribuire, con umiltà, dedizione, pazienza e costanza, al miglioramento della vita nel nostro amato paese.

martedì 12 gennaio 2010

OPERAZIONE VERITA'

Pensare in grande per il Pdl di Bernalda (uno dei PDL ivi domiciliati) è una fatica immane. Dopo molti sforzi di analisi , di cui non vi è traccia da nessuna parte, in una lettera aperta inviata al Commissario Prefettizio, uno dei coordinatori si sente di affermare che “la crisi mondiale” è la causa del peggioramento dell’economia bernaldese! Siamo contenti di questa strabiliante deduzione, e tiriamo un sospiro di sollievo. Ci era venuto il dubbio che l’approfondimento e l’analisi di “uno dei coordinatori locali del PDL” avesse scoperto che la crisi economica mondiale fosse stata provocata dal disastroso dissesto finanziario pagato negli ultimi venti anni dai cittadini di Bernalda, provocato in grandissima parte da cinque anni di lussureggiante amministrazione comunale guidata ( ma è un puro caso !) dallo stesso novello coordinatore del PDL. Che Bernalda sia faticosamente venuta fuori da quel baratro grazie alle amministrazioni di centrosinistra succedutesi dal 1991 ad oggi, è pensiero che non sfiora minimamente l’estensore della missiva. Né può farlo , dal momento che , per molto tempo ha sostenuto a spada tratta che il dissesto finanziario era una invenzione della sinistra, autoassolvendosi senza mai darne alcuna spiegazione se non quella delle grandi imprese pensate e mai realizzate. E’ un mini-Berlusconi ante-litteram “uno dei coordinatori “ locali del Pdl, perché proprio come il Premier Cavaliere , mentre la crisi “mondiale” (gennaio-febbraio 2009) mieteva vittime in ogniddove, rassicurava gli italiani che “la crisi non c’era!”. Nei mesi successivi, per promuovere ottimismo a basso costo, affermava che la crisi era “già alle spalle!”. Quanto la crisi sia vera lo sanno tutti i cittadini che quotidianamente devono fare i conti con la crisi e la disoccupazione galoppante. Ha buoni allievi qui il Cavaliere ! Quando “uno degli attuali coordinatori PDL” da Sindaco procurava quel disastro immane a tutti i bernaldesi, affermava che il “dissesto” non esisteva. Ora che quella tragedia volge al termine, mostra tanta attenzione alle finanze comunali, al punto di farsi carico di proporre di risparmiare € 100.000 annui proponendo di licenziare 4 inutili assistenti sociali! Sarebbe solo un dettaglio precisare che la somma indicata è di granlunga più contenuta e che per metà grava sul bilancio regionale. Cosa volete che sia qualche decina di migliaia di euro per chi ha lasciato debiti alla Comunità per oltre 20 milioni di euro? Ma non è questo dettaglio la cosa più clamorosa e politicamente significativa. Quel che suscita stupore e meraviglia è la considerazione che questo coordinatore ha dei servizi sociali ! Nella sua mente, tutto ciò che non si traduce in metri cubo di cemento non ha nessun valore ! Che questo “inutile” lavoro sia svolto da quattro donne è cosa che sottolinea ulteriormente la scala dei valori a cui si ispira questo coordinatore (e chissà, forse, anche i suoi coordinati !). Ma forse questo novello risanatore di costumi e di bilanci, in realtà non si preoccupa tanto delle 4 assistenti sociali, quanto del fatto che una di esse è la moglie dell’ultimo sindaco, Francesco Renna. Al coordinatore PDL piace seminare un’immagine distorta ed offensiva della specchiata dirittura morale di un pubblico amministratore, benché il “coordinatore” sappia che Renna non ha provveduto ad assumere la moglie, già impegnata in precedenza in quell’utile e delicato lavoro nell’ambito del piano assistenziale di zona promosso dalla regione Basilicata già dal 2002. Invocando “ sani principi e scelte mirate” uno dei coordinatori del PDL ritiene di riproporre una squallida politica di bassissima lega, fatta di pettegolezzi insulsi e calunnie gratuite per inventarsi nepotismi inesistenti. Ognuno è libero di proporre per la campagna elettorale i temi che preferisce, ma dalla scelta dei temi, anche quando infarciti di nauseabondi moralismi, i cittadini potranno valutare e decidere per il futuro. Il PD, invece, pur rigettando questo terreno di scontro, non può evitare di far chiarezza su tutto, anche sulle illazioni e le menzogne, ma respingendole al mittente con la forza dei documenti che ne smentiscono la credibilità. E per procedere alla vera OPERAZIONE VERITA’ il PD invita i cittadini al primo incontro che si svolgerà sabato 16 gennaio alle ore 18,30 per illustrare i dati VERI del DISSESTO FINANZIARIO per ricordarlo a quanti lo hanno provocato e a tutti i cittadini di Bernalda che l’hanno pagato.