Oggi è un giorno importante per me, la visione che ho di questo passo che insieme stiamo compiendo è l’inizio di un sogno la cui realizzazione aspettavo da tempo. Oggi non ci ritroviamo per celebrare una persona, un singolo o una ascesa individuale; oggi siamo qui per dar forma ad un progetto comune e per continuare a condividere il lavoro che tutti insieme in questi giorni abbiamo svolto.
Il risultato e l’obiettivo che raggiungiamo ha una doppia valenza. Non solo perché consacra un’unità che oggi più che mai ci deve contraddistinguere, ma perché premia l’impegno di una organizzazione giovanile non come struttura a se stante, ma come parte integrante di un grande gruppo come quello del Partito Democratico.
Questo è uno dei tratti più belli di questa operazione, la lungimiranza dei dirigenti più navigati di me che scelgono di investire sul loro vivaio per tessere il nuovo tessuto sociale che impedirà lo scollamento tra la cittadinanza e la Politica.
Viviamo in una fase nella quale il nostro Paese sta scivolando in termini di ricchezza prodotta, in termini di reddito, di coesione e di efficienza della macchina pubblica e delle loro decisioni.
Quello che chiamiamo berlusconismo, che costringe a continue scorribande mediatiche la nostra Nazione, che incoraggia il fenomeno Lega Nord materializzando secessioni culturali che di certo non aiutano la nostra crescita, accompagna questo scivolamento con un continuo aggiramento irresponsabile dei problemi reali dell’Italia.
Il rischio di elezioni anticipate carica di responsabilità l’azione politica del PD ad ogni livello, perché il rischio è di tutti. Ecco perché l’azione del nostro circolo è di fondamentale importanza soprattutto in ottiche più grandi. La sfida sta esattamente in un nuovo rapporto tra Società e Politica.
La partecipazione può e deve essere la vera leva della nuova linfa di cui abbiamo bisogno, per tenere insieme nuovi e vecchi strumenti di aggregazione, di costruzione e formazione di nuove classi dirigenti e per armonizzare quella sensazione di libertà che troppo spesso ci è mancata. Ecco perché mi torna in mente quella che è la citazione che racchiudeva l’essenza della festa che i tanti ragazzi hanno portato in piazza agli inizi di agosto: Libertà è Partecipazione.
Riempiremo le nostre azioni di emozioni, passione, calore e colore, senso di responsabilità e preparazione racchiudendo tutto ciò in un nuovo linguaggio e nuovi gesti, parole semplici che ci permettano di arrivare ai cuori ed alle menti di tutti per raccontare effettivamente come immaginiamo i giorni migliori per l’Italia.
Questi sono gli ingredienti decisivi che ci aiuteranno a cancellare le incertezze, che farà rinascere in noi giovani il coraggio di tornare a pronunciare con serenità la parola FUTURO!
Un partito nasce, prospera di idee e suggestioni se pensa in avanti, se investe in ciò che vuole costruire, se non si limita a guardare i destini corti di coloro che lo fanno e se apre un percorso lungo dove le generazioni agiscono insieme.
Noi dobbiamo essere un collettivo e ognuno di noi in ogni luogo deve caricarsi della sua responsabilità, quella di essere un tesserato o soprattutto un dirigente del Partito Democratico. Questa responsabilità non prescinde dalla perenne alimentazione di una visione di insieme, visione che ci permetta di osservare a 360° la società che ci circonda, con le sue esigenze e la sua voglia di impegnarsi.
Saremo così più forti delle nostre debolezze!
E c’è solo un modo per esserne sicuri, per rafforzare l’unità, per sentirci una grande squadra: muoversi assieme, combattere assieme, rimboccarsi le maniche tutti assieme.
A questo punto un sempre maggior coinvolgimento di iscritti ed elettori rispetto le scelte di merito da compiersi è la necessità primaria che abbiamo, per questo sarà fondamentale partire da un forte rilancio dei forum tematici e dalla essenziale nascita di un circolo di ambiente a Metaponto.
In questo futuro prossimo, nel futuro che abbiamo qui davanti la nostra comunità avrà bisogno di percepire la solidità e la forza di chi governa Bernalda e Metaponto.
Per questo sembra scontato affermare che l’azione politica del nostro circolo del Partito Democratico sarà di sostegno all’attuale amministrazione di Centro-Sinistra, poiché la responsabilità della continuità dei governi che si sono susseguiti negl’ultimi anni è sentita da tutti noi. Sarebbe illogico non continuare nel percorso intrapreso ormai da 15 anni e che finalmente porta la nostra Città ad essere pronta, sotto la guida del sindaco Chiruzzi, a quel colpo di reni che ci proietterà nel presente-futuro.
Molte sono le sfide che ci aspettano, che ci vedono impegnati nel difficile compito di interpretare le istanze della gente, i loro bisogni, le dinamiche nuove del nostro territorio bisognevole di strategie di lungo periodo e di un rilancio culturale che è alla base di ogni azione susseguente.
Il partito che immagino è un partito plurale e aperto alla società civile, pronto a scommettere su una classe dirigente capace di innovare e rinnovarsi.
In quest’ottica il Partito Democratico rimane fondamentale per evitare le tendenze antiegualitarie di una post-democrazia che potrebbe essere alle porte. Ma non possiamo accontentarci di lavorare per i nostri scopi politici solamente attraverso un partito; dobbiamo anche lavorare su un partito dall’esterno, appoggiando quei gruppi che faranno pressione su di esso. I partiti che non subiscono alcuna pressione resteranno radicati nel mondo post-democratico delle lobby d’impresa e le classi dirigenti che cercheranno di agire senza fare riferimento alla costruzione di un forte partito del centro-sinistra verranno sovrastate da quest’ultime, le lobby stesse.
Ripensando agli anni passati non immagino me e voi spenderci per percorrere un percorso circolare che oggi ci riporta al punto di partenza. Noi ci muoviamo su di una parabola e non su di un cerchio. Abbiamo percorso un ellissi giungendo oggi ad un punto nuovo e portiamo con noi una storia di organizzazione e conquiste che non dobbiamo sperperare.
E’ ora di imparare una lezione apparentemente contraddittoria: bisogna stare attenti alle potenzialità dei nuovi movimenti che all’inizio possono sembrare difficili da comprendere, poiché possono essere portatori della futura vitalità della democrazia; ma anche lavorare con i gruppi e le risorse delle organizzazioni consolidate portatori di cause plurali e con quelle classi dedite a nuove cause, poiché la politica democratica funziona attraverso i partiti.
Non attraverso aziende mascherate da tali! La fusione di gruppi sociali e l’espressione dei loro interessi è una fase imprescindibile, tutto seguito da una condivisione non solo di un leader ma di un programma politico-organizzativo che rappresenterà la peculiarità che ci deve contraddistinguere.
Non possiamo permetterci di restare ai margini come classe politica di centro sinistra, non possiamo permetterci di inibire qualsiasi atteggiamento deciso per scacciare il rischio di risultare impopolari.
Al grande impegno e qualificato lavoro che Roberto Speranza mette in questa fase al servizio della causa non possiamo contrapporre una scarsa qualità della classe dirigente a livello comunale.
Dobbiamo scongiurare una prospettiva di un circolo litigioso, di partiti commissariati e di sezioni che assumono comportamenti poco democratici, lo stiamo facendo e sono sicuro che continueremo a mantenere questa rotta. In una fase così delicata a tutti i livelli momenti di tensione rallenterebbero il processo di unificazione, processo valido come antidoto utile per debellare la scarsa credibilità che i nostri avversari politici vogliono addossarci.
Il messaggio che ci ha consegnato il nostro segretario nazionale Pierluigi Bersani son sicuro che provocherà una salutare scossa all’interno del nostro coordinamento, affinchè ci sia più confronto, più discussione sui problemi della gente, più Politica.
Faremo in modo di non creare al nostro interno dei leaderismi non costruttivi, meno preoccupazioni su come garantire ricandidature, meno protezione per amministratori che non fanno il bene del paese ma esclusivamente il loro.
Immagino una calendarizzazione di incontri con i gruppi sociali, i vari settori presenti nella nostra zona e le classi lavorative che popolano la nostra cittadina, perché non basta allargare la base dei nostri tesserati e simpatizzanti se poi non si spalancano le porte delle nostre sezioni per uscire ad ascoltare l’opinione di chi vive in prima persona la quotidianità e le difficoltà che la vita ci propone, per mettere in pratica le soluzioni che con il confronto raggiungiamo.
Siamo in grado di apprendere che non è inevitabile che la gente si preoccupi più degli immigrati che arrivano in città rispetto a qualsiasi altra questione che metta a disagio la destra. La decisione di ritirare dal commercio i cibi geneticamente modificati in molti Pesi europei in seguito alla diffusa preoccupazione dei consumatori è un esempio ancor più generale.
Ecco perché un partito riformista come il nostro deve essere l’artefice di campagne che valorizzino i punti di forza del nostro territorio. Accelerare il processo di aggregazione di piccoli e medi produttori agricoli delle nostre zone, per farli confluire in un unico grande progetto che aumenti la loro forza contrattuale, è un punto su cui battere fortemente.
Indirizzare questi verso nuove ed innovative forme di colture e prodotti rispettosi dell’ambiente, creando delle esclusività che possano battere la concorrenza; radicare la diffusa convinzione che investire seriamente sul biologico certificato è una scommessa che si può vincere e che può creare condizioni di benessere. Ipotizzare insieme ai nostri imprenditori agricoli delle forme di filiera corta che ci permettano di gustare i prodotti delle nostre terre.
Tale atteggiamento si può benissimo estendere allo stress per condizioni di lavoro sempre più precarie. Queste campagne potrebbero essere altrettanto popolari di quelle della destra, ma occorre lanciarsi nelle campagne, definire gli interessi e identificare le cause del malcontento: tutte cose che non vengono fuori da sole.
Bisogna essere impavidi di fronte ai problemi. Basta cercare i raggiri che creano falle difficili poi da recuperare. Quando un problema lo teniamo davanti siamo in grado di risolverlo e superarlo consegnando la soluzione ai cittadini che soddisfatti ci osservano.
Cominciamo ad incontrare la cittadinanza per far capire anche quali sono le difficoltà che un comune incontra ed affronta tutti i giorni, se è vero che siamo noi il tramite con le Istituzioni.
La risoluzione di problemi politico-amministrativi è bene che pesi sulle spalle di partiti e amministratori, ma iniziamo a responsabilizzare anche gli elettori; iniziamo a spiegare come un Patto di Stabilità senza ne testa ne coda ingessa l’operato di Regioni, Province e Comuni non meno quello di Bernalda.
E’ richiesta crescente ormai quella di una revisione strutturale di questo provvedimento, poiché la lentezza crescente dei pagamenti mette all'angolo le imprese, che non possono più contare su tempi ragionevoli, indispensabili per la loro attività.
I fondi legati agli investimenti comunali troppo spesso seguono un percorso pluriennale. Le risorse in cassa ci sono, ma non possono essere spese per non peggiorare i conti pubblici. Le imprese sono sempre più in difficoltà con i pagamenti della manodopera, materiali e costi di gestione, mentre una prudenza obbligata fa si che a volte restino in cassa risorse inutilizzate.
Molti comuni, che negli ultimi mesi stanno anche attivando accordi con le banche per farsi anticipare i pagamenti, accusano soprattutto l'effetto trascinamento, legato al fatto che negli ultimi mesi del 2010 molti pagamenti sono stati rimandati al 2011, riducendo ulteriormente gli spazi per quest'anno.
Una situazione del genere provoca effetti negativi non solo sui diretti interessati ma sull’intera comunità. Ecco perché un tema come questo non può essere circoscritto e posto all’attenzione di pochi. Noi come partito abbiamo il dovere di sensibilizzare tutti sulle grandi e piccole questioni, creare informazione e consapevolezza del ruolo che ognuno di noi ha sulla scacchiera della nostra società.
Abituiamoci a sentire le difficoltà altrui come difficoltà proprie, solo con l’unione e la compattezza l’opinione pubblica assume un peso specifico impossibile da ignorare. Le manifestazioni francesi che proseguono ormai da giorni sono un esempio di come una riforma pensionistica scellerata metta in moto dei procedimenti capaci di mobilitare tutte le innumerevoli categorie che compongono una popolazione come quella transalpina. Studenti, operai, dirigenti, sindacalisti e classe politica.
Non scendo nei particolari della forma e della gestione della protesta, in quanto sono convinto che forme pacifiche di manifestazione sono altrettanto efficienti, ma se anche qui in Italia si recuperasse l’idea di collaborazione lontana da discriminazioni, si potrebbe aprire una nuova stagione di successi collettivi.
Seguendo questa logica è necessario continuare a rafforzare e stabilizzare quelle che sono le alleanze che oggi compongono il quadro del Centro-Sinistra. Mi appresto a diventare guida del partito di maggioranza relativa di questo schieramento e sarebbe per me irrazionale non cercare di trasmettere questa voglia di costruire progetti a lungo termine a chi oggi mi fiancheggia.
La voglia di guardarsi intorno e investire per e su nuove classi dirigenti deve essere un filo comune.
Lavorare per e nella nostra coalizione è un impegno serio poiché significa sposare cause e progetti da realizzare e difendere con convinzione.
Ognuno di noi gioca un ruolo fondamentale in quest’ottica, credere in una lungimiranza diffusa che vada addirittura oltre il 2014 è l’arma vincente che ci permetterà di giocare in anticipo e acquistare credibilità nei confronti della nostra cittadinanza.
Sappiamo che non stiamo insieme per raggiungere una governo o una gestione momentanea, ma conviviamo per dare a Bernalda e Metaponto prospettive da costruire anno dopo anno, legislazione dopo legislazione. Solo con il rispetto reciproco riusciremo a rendere invulnerabile la nostra azione politico-amministrativa.
Sono certo che nessuno sia in possesso della bacchetta magica in grado di risolvere i problemi che man mano affronteremo. Ecco perché cercherò di indicare una via chiara e lineare da percorrere insieme e che ci dia la possibilità di stare sui temi con estrema calma e convinzione, di raggiungere gli obiettivi prefissati. Saprò ascoltare le idee, le opinioni e le tante proposte che un grande partito come il nostro e una grande e forte coalizione sono in grado di mettere in campo.
Un grande augurio e un in bocca al lupo rivolgo a tutti i dirigenti che da domani intraprenderanno un nuovo lavoro e una collaborazione con me e con tutta la nostra base.
Testa alta cari amici, compagni e democratici che mi ascoltate, rimbocchiamoci le maniche e rivolgiamo lo sguardo al futuro, perché il futuro è l’unico posto dove possiamo andare!
Angelo Troiano
Segretario PD Bernalda e Metaponto
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