Il Pd non è abbastanza "rispettato", lo sarà presto ma a patto che "ci rispettiamo tra di noi". Il segretario del Pd Pier Luigi Bersani lo dice aprendo la relazione conclusiva all'assemblea nazionale democratica: "E' stata una bella assemblea, noi siamo un bel partito. Se ne convinceranno. Certo, non siamo rispettati abbastanza, non ci rispettano abbastanza gli amici, gli avversari... su di noi si dice di tutto, mi sveglio al mattino e imparo che ho fatto cose che non ho neanche mai pensato. Ma vi garantisco che ce l'avremo 'sto rispetto, con calma e gesso, ci rispetteranno". "L'unica condizione - avverte - è che ci rispettiamo noi. Se ci rispettiamo noi stiamo sicuri che poi ci rispetteranno. E qui ci siamo rispettati, questa è la vera rassicurazione, dobbiamo costruire il rispetto e la serietà . Non possiamo permetterci ritardi, i tempi stringono e le responsabilità aumentano, ma le pagine dei giornali sono ancora troppo piene di un partito che parla di sé e non dei problemi, e sì che i problemi in giro sono tanti. Non possiamo permetterci scarti su questo, perche' i tempi stringono: la crisi politica e la crisi economica si stanno avvitando''”.
Subito ha parlato della morte di quattro alpini in Afghanistan: “"La politica deve prendersi più responsabilità rispetto alla presenza militare. Si può anche morire per la democrazia, per la lotta al terrorismo, per la dignità e per i valori di civiltà, ma bisogna essere sicuri di arrivare a un risultato. Quello dell'efficacia dell'azione in Afghanistan e' il problema, adesso".
Il segretario ha richiamato le parole pronunciate da Piero Fassino: ''sono d'accordo con lui e sulle ragioni che ha illustrato. Si puo' anche morire per la democrazia, per la lotta al terrorismo, per la dignita' umana, per la civilta', ma bisogna essere certi di arrivare al risultato che ci si e' prefissati. La politica - sottolinea Bersani - deve assumersi maggiori responsabilita' rispetto alla presenza militare''.
Poi è passato a parlare di proposte: “Paghi la finanza quello che ha determinato la finanza, oggi la finanza è una forza reale che mette ostacoli ad una regolazione seria. Mettiamo una tassa sulle transazioni finanziarie. C’ una sovraccapacità produttiva micidiale mentre i cantieri rischiano di chiudere, rischiamo una guerra economica. Dobbiamo fare investimenti, innovazione, stimolo all’economia mentre si sono peggiorati i sistemi di distribuzione del reddito. Serve trasporto pubblico locale, servizi di base ai cittadini, tutto quello che il governo sta mettendo a rischio, così come il sistema del sapere e della conoscenza, e siamo gli unici al mondo ad avergli dato una botta micidiale. Non va, stanno azzoppando il futuro. La Gelmini parlerebbe di merito e valutazione? Ma dove? Io le riforme le ho fatte e so che serve cultura per razionalizzare, si investe. Loro invece chiamano tagli le riforme. Hanno fatto il miracolo di tagliare una barca di soldi a istruzione e cultura senza risparmiare su spesa corrente che e' cresciuta comunque C’è stato un messaggio sbagliato al Paese, che non ha parlato di problemi, riforme, investimenti necessari, invece c’è solo un mondo normale, tranquillo, di piccole cose. E’ quello che denunciamo sempre con il modello plebiscitario e populistico fatto di miracoli e messaggi propagandistici che evitano le decisioni vere. Pensate al federalismo: quello immaginario risolve i problemi, quando ci metti le cifre arrivano i problemi. Invece c’è un paese attonito, più del 50% dei cittadini che non vuole votare o vota per protesta appoggiando soluzioni inutilizzabili, il distacco con i cittadini ce lo raccontiamo al mattino e lo dimentichiamo al pomeriggio. Invece questo è il problema: il berlusconismo nasce con un effetto sistemico di crisi della politica e sta finendo nel discredito della politica, con l’istinto del “muoia Sansone e tutti i filistei”. Stiamo facendo ampi passi in quella direzione, attenzione. Siamo oltre Berlusconi? No, al secondo tempo, forse più pericoloso, senza promesse o nuovi orizzonti per il Paese, solo al forza. Quella ideologica, del conformismo difficile da smontare. C'è una forza economica e mediatica, c'è la forza di un conformismo difficile da smontare... Certo, qualcuno comincia a dire 'ma'; ma poi magari dice 'ma anche il Pd'. Perché c'è un terzismo nobile e poi c'è il terzismo di don Abbondio e dei sepolcri imbiancati e dobbiamo saper distinguere". E poi, "ci sono i dossier, i ricatti... C'è paura in giro. Io no, né? Ma c'è paura in giro!”. Insiste sulla necessità di cambiare la legge elettorale: oggi è possibile con il 35% dei voti di prendersi la maggioranza delle Camere anche riunite, per eleggere il Capo dello Stato. Basta sofismi su chi ci sta, vogliamo capire qual è la posta in gioco sul governo di transizione? Questa, facciamolo capire, è una questione democratica e sociale perché il plebiscitarismo ci tocca tutti. Non facciamoci trascinare nei giochi della maggioranza, occupiamo gli spazi di comunicazione con un messaggio chiaro. Il PD deve impedire la deriva plebiscitaria mettendo in sicurezza al democrazia costituzionale, predisponiamo l’alternativa di governo che susciti un risveglio italiano. Facciamolo in parallelo perché il centrodestra è in crisi, non può garantire governabilità ma pensa a polenta, pajata, casseola e cannoli. Oggi il governo è Belrusconi-Bossi-Cuffaro ce ne rendiamo conto? Il paese non può stare a veder traccheggiare la politica, cambiamo la legge elettorale e andiamo alle elezioni. Rivolgiamoci a tutte le forze interessate a mettere in sicurezza la democrazia partendo proprio dal cambio della legge elettorale. Un’alleanza democratica per tutelare le regole del gioco. Il nuovo Ulivo invece è il cuore delle nostre proposte di governo, con forze di centrosinistra che hanno attitudine di governo: non si rifà l’Unione. L’UDC si autodefinisce una forza di opposizione e non di centrosinistra, credo che il nuovo Ulivo abbia il compito di discutere di governo con tutte le forze di opposizione. Ma la nostra alleanza dobbiamo farla con l’Italia, non possiamo stare nel palazzo con meccanismi politi cistici, rompiamo il muro di gomma con la società, ma tocca a noi aprire un varco, mostrare la politica che si occupa di problemi, facendo venire dubbi a chi oggi è sfiduciato, convincendolo a mettere la sua energia in un atteggiamento positivo? Perché siamo venuti a Varese? Segnala una politica che cerca di avvicinarsi ai cittadini che lavorano. Il progetto per l’Italia, con lavoro e legalità come punti attorno a cui organizzare tutto, l’innovazione e il cambiamento. Le cose cambiano e noi non le abbiamo fatte tutte giuste, attenzione. Viviamo Varese come una svolta. C’è un punto clou, il rapporto con i produttori ed i lavoratori. Sono due grandi messaggi: alleggeriamo il lavoro e l’impresa, la famiglia con figli che ha difficoltà, non lasciamoli a Bossi che fa solo promesse. Le tasse son più alte, son meno chi le paga, non hanno un’idea di federalismo fiscale. La riforma fiscale è un’urgenza, mettiamola all’ordine del giorno e discutiamone”.
Ringrazia il PD di Varese e della Lombardia e invita a riconsiderare il nord: “C’è stata una fuga di Bossi e Berlusconi ma non siamo affatto spariti, non siamo stranieri. Il nord è stato rappresentato al governo ma il nord è tradito e l’Italia è tradita. Promettevano di liberare le energie del nord per liberare il paese, è un obiettivo fallito: tasse alte, niente infrastrutture né semplificazione della burocrazia! E’ stato un danno per l’Italia, è venuto meno il traino vero che ci può tenere agganciati all’Europa, ci stanno facendo allontanare dagli altri paesi. Dopo 10 anni siamo più stranieri in Europa. Questo meccanismo politico però per loro è ancora buono, si rischia di assistere al travaso di voti da Berlusconi alla Lega”. Ma perché questo travaso è facile mentre non interessa i leghisti, che pur nacquero moralizzatori e autonomisti, prendendo voti a sinistra? Un partito popolare radicato e democratico che ci disturbò, poi ha virato sul populismo secondo un’onda presente in Europa, a partire dal tema dell’immigrazione. Anche nella loro comunicazione politica di simboli e miracoli deviando l’attenzione dai problemi irrisolti. C’è sempre una moschea da discutere, un inno di Mameli da discreditare, spariamo ogni settimana il federalismo…un modello che ha preso in ostaggio il Nord, il territorio tabernacolo di sicurezze che tiene fuori i problemi del mondo. Ma così pensando stai fuori dal mondo, da problemi e opportunità. Dobbiamo superare le difficoltà di comunicazione ma le uniche cose per il nord, infrastrutture riduzione del cuneo fiscale, le abbiamo fatte noi. Per il terziario, le professioni, ma non siamo riusciti a far vedere che vogliamo bene alla piccola impresa che lavora,a gli artigiani e ai professionisti onesti. Quando diciamo lavoro parliamo anche di noi, certo poi servono regole per difender ei più deboli e la concorrenza. E’ un universo contrapposto alla Lega,a chi campa fuori da lavoro e regole, noi ci mettiamo a servizio delle persone. Riformare la pubblica amministrazione è roba nostra, noi crediamo nella mediazione dello stato tra le differenze sociali, gli altri han bisogno del disprezzo verso lo Stato. Sappiamo bene che il lavoro è cambiato, c’è un meccanismo che va incoraggiato di sussidiarietà ma attenzione, non vorrei che chi nel governo si occupa di lavoro ha in mente la Tatcher. Un conto è meno stato più società un conto è pensare solo all’arricchimento di alcuni, stato e società si devono dare la mano, noi abbiamo in mente un altro schema. Solidarietà alla CISL, non sono tollerabili gli attacchi. Certo noi non siamo un sindacato, non stiamo con una sigla, noi abbiamo un’idea di società. Dobbiamo dire come fissare la rappresentanza dei lavoratori, la partecipazione alle decisioni, Un patto sociale è riforme, politica industriale, sviluppo e crescita, tutto questo. A parità di costo medio per l’impresa un’ora di lavoro precario non può costare meno di un’ora di lavoro stabile. Cambiamo atteggiamento, anche sull’immigrazione su cui abbiamo discusso. Un paese avanzato che vuole crescere deve fare conti con al necessità di avere immigrati, deve attrezzarsi per farlo.. senza dividere la società facendo sì che i vantaggi vanno ai forti e gli svantaggia i deboli. Così sul federalismo fiscale bisogna dire che se son povero e arrivano nuovi poveri ci servono più risorse e devono arrivare da chi può pagare. Così dobbiamo dire alle persone “.
Bersani parla anche di sud: “Dobbiamo parlare un linguaggio con più rispetto, non c’è crescita di una parte del paese senza l’altra. Falcone e Borsellino sono eroi nazionali, dobbiamo sapere che la nuova unità della nazione non si può fare senza avere al sud un movimento di rinnovamento. Abbiamo delle idee per spezzare la dipendenza dall’intervento pubblico, vi chiedo solo di non far polemiche. Dobbiamo far vedere la tanta bella gente che abbiamo minacciati dalla criminalità, giovani amministratori che in Sicilia e Campania combattono ogni giorno e non possiamo lasciarli soli. Qui al nord rispondiamo così, e ricordiamo che ha fatto al Lega: 37 leggi ad personam approvate, ruberie coperte, la Lega si prenda il suo che noi lo mettiamo sui manifesti”.. E’ uno dei passaggi più applauditi. Noi abbiamo un’idea di territorio e autonomia che non trascura le radici, i municipi, nasciamo lì noi. Ma non siamo attaccati alle paure, che siamo per l’autonomia della convivenza e delle relazioni, il sistema delle autonomie si chiama Italia. Questo famoso sistema si chiama Italia, abbiamo una diversa idea di federalismo, la via più efficiente di arrivare con protagonismo e razionalità alla conquista di livelli migliori di servizi essenziali. Asili, aree artigianali, tutto quel che c’è di buono non lo ha inventato i governi centrali, tutto quel che viene di buono arriva dai governi locali. Tremonti e Calderoli non possono fare il federalismo per raddrizzare una pianta storta ma per darci nuovi obiettivi, servizi civili. 200 anni fa i lombardi pensavano questo, c’erano o i conservatori o i federali, adesso abbiamo Maroni e la pajata con a polenta? Noi siamo alternativi, prendiamo in mano noi la bandiera del federalismo. Qui abbiamo le proposte: per le imprese piccole e medie, per l’agricoltura, la scuola, adesso facciamole vivere. Con il PD a livello locale, con al reciprocità tra nord e sud, io vorrei occuparmi qui del sud nei prossimi mesi. Non è retorica, usciamo dall’Assemblea più forti, approfondendo dei temi di governo, rapporti con altre forze politiche che partono dalle idee. Abbiamo la possibilità di prendere l’iniziativa, chiamare le forze sociali. Attenti che Berlusconi c’è e può porttare la sua crisi a crisi di sistema e chi divaga rischia di tenerselo, non c’è alternativa senza il PD. Quindi si rifletta perché discutiamo con tutti ma non facciamo la salumeria di nessuno, non ci stiamo a tutti i preziz, abbiamo un nsotor progetto di Italia. Pronti a discutere ma nessuno pensi che saremo gli utili idioti di qualcos’altro, noi avremo il fisico per esser eil traino del cambiamento. Abbiamo un dovere di compostezza e serietà ma dobbiamo muoverci. A novembre ci saranno tre week end di mobilitazione, credo che sarà un’occasione formidabile per farci vedere sui problemi, ognuno ci metta la sua fantasia a livello locale, concretamente. E lì cercheremo di far valere le nostre ide, produrre idee e progetti per allearsi con l’Italia. Se ci riusciamo avremo un enorme vantaggio competitivo".
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