La situszione ora diventa complessa e c'è il rischio di fare
confusione.
Voglio solo ricordare alcuni passaggi cronologici che hanno
visto la politica confrontarsi democraticamente e non trovare soluzioni
praticabili. Il sindaco pochi giorni dopo l'insediamento della nuova
consiliatura nomina la giunta affidando deleghe sia agli assessori che a tutti
i consiglieri. Già in questa primissima fase si manifestano delle anomalie; due
consiglieri comunali (Montesano e Viggiano) rifiutano le deleghe, la Presidenza
del Consiglio e quella delle Commissioni Consiliari Permannti. La delega
assegnata all'assessore Paradiso ai lavori pubblici è affiancata dalla delega
ai Piani affidata al consigliere Digiorgio, mantenendo nelle mani del sindaco
quella all'urbanistica. A questo punto si generano confusioni di ruolo: Chi fa
cosa?
Ovvio che a sette mesi dalla nascita della Amministrazione
una verifica politica aperta dalle forze di centro sinistra aveva stabilito,
dopo aver discusso a lungo, che gli assessori ed i consiglieri rimettessero le
deleghe nelle mani del sindaco e che attraverso 5 punti programmatici si
rilanciasse l'azione Amministrativa. Il sindaco riassegna le deleghe agli
assessori. Sono trascorsi 10 mesi. La
giunta inizia a preparare il bilancio 2012 e l'indicazione delle forze
politiche era di approvarlo entro la fine di giugno 2012.
Nel frattempo il Partito Democratico di Bernalda, impegnato
nel sostenere l'amminastrazione, apre discussioni sul tema: la prima durante la
Festa Democratica e successivamente in una assemblea pubblica tenutasi nella
Sala Incontro proponendo e suggerendo diverse misure che cercavano di andare
incotro alla cittadinanza. Le difficoltà amministrative di tenuta della
coalizione erano già larvatamente presenti, nell'area, da parte di qualcuno si
vagheggiava di non votare il bilancio nel qual caso le conseguenze sarebbero
state drammatiche per la città. In quelle occasioni il PD ribadì suggerimenti e
misure migliorative al bilancio. Le difficoltà economiche e la crisi mondiale
che imperversa davano pochi margini di manovra alla Amministrazipone che tra lo
scellerato vincolo del patto di stabilità e la necessità di una nuova
governance locale portarono all'approvazione del bilancio a fine ottobre
sfruttando l'ultima deroga concessa agli enti locali.
A questo punto e cosi in ritardo i margini di miglioramento
del bilancio si riducono drasticamente ed è proprio in questo frangente che
emerge la lungimiranza delle forze politiche le quali avevano chiesto
l'approvazione dello strumento finanziario in tempi utili. Infatti nulla di
quello che avevamo proposto fu introdotto nel bilancio ma lo stesso fu votato
con i voti unanimi del gruppo PD.I mal di pancia però continuano a serpeggiare
nella intera maggioranza e a questo punto si fanno palesi quando il Circolo
politico piotagora con un manifesto dove specifica di appartenere al centro
-sinistra ma non professa la stessa fede in consiglio,si astiene dal votare i
riequilibri di bilancio, lo stesso fanno i P.U. e il consigliere Petrocelli. Il
Sindaco aveva intanto azzerato la giunta e nominato la sua Giunta Tecnica
(qualcuno diceva balneare). A questo punto con una defezione in casa e una
maggioranza orami spaccata il PD si mette nuovamente al lavoro per ricompattare
la maggioranza uscita dalle urne. Trascorrono 7 mesi.
L'accordo mediato dalle forze politiche con in testa il PD,
prevedeva una nuova giunta a 4 che avrebbe prodotto risparmio ed avrebbe
anticipato le disposizioni di legge previste per la prossima Amministrazione.
Un bel gesto apprezzato sicuramente dai cittadini. Accordo che per motivi ancor
oggi poco chiari non viene mai firmato e sottoscritto da tutte le forze
politiche. I lavori dell'Amministrazione continuano con una maggioranza divisa
tanto da celebrare gli ultimi consigli comunali in seconda convocazione e
vedendo ancora il Partito Democratico impegnato nel supportare il sindaco e
l'amministrazione nell'interesse della città. Gli ultimi consigli comunali
hanno portato inevitabilmente ad una rottura netta ed ormai insanabile nell'intero
gruppo di maggioranza tanto da portare alcuni consiglieri a votare contro
alcuni provvedimenti importanti per il paese.
Preso atto di questa situazione la nostra forza,
all’unanimità e con i favori di Chiruzzi, ha optato responsabilmente di
proporre a tutta la coalizione di fare un passo indietro, ovvero di
protocollare le dimissioni di almeno 11 consiglieri comunali più quelle del
Sindaco e sciogliere immediatamente il consiglio stesso. Questo passo avrebbe
si portato a Bernalda e Metaponto una nuova gestione commissariale, ma
l’avrebbe limitata a soli tre mesi facendoci rientrare nella tornata elettorale
di maggio. Nonostante la non partecipazione di IDV e PSI, era possibile
raggiungere la maggioranza qualificata ma l’altalenante posizione di Mazzei prima
e l’inaspettato rifiuto dell’ultimo secondo di Galli(PD) ci hanno fatto sforare
i tempi rendendo impossibile l’operazione.
Il Sindaco stesso ha voluto seguire la strada tracciata da
altri piuttosto che quella del suo partito, nonostante si sia reso conto della
grave inagibilità politica in cui versiamo.
Noi non potremo far altro che valutare e votare gli atti meritevoli
in consiglio che di volta in volta ci verranno proposti, sperando che chi non
ha voluto leggere chiaro e forte il messaggio che i cittadini ci hanno lanciato
con l’ultimo voto delle politiche operi bene rispetto a questa scelta di andare
avanti che ai nostri occhi mette in secondo piano il bene della comunità.
Gennaro Collocola
Capogruppo PD
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