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venerdì 17 aprile 2009

Norme draconiane Dal Consiglio d'Europa alt alla criminalizzazione dei migranti e alla discriminazione dei rom. E Fini ammette: sbagliata la Bossi-Fin

16 aprile 2009 INTERNAZIONALE - Articolo immagine documento Non piace all’opposizione, non va a genio al presidente della Camera e da oggi sappiamo che è avversata anche dall’Europa. E già, la politica del governo continua a sollevare dubbi, e questa volta a farsi sentire è il Consiglio d’Europa, un'organizzazione internazionale il cui scopo è promuovere la democrazia, i diritti, l'identità culturale europea e la ricerca di soluzioni ai problemi sociali in Europa. Il commissario Thomas Hammarberg, in un rapporto dedicato al nostro Paese, preparato dopo una visita dello scorso gennaio, esprime "serie preoccupazioni per la situazione dei rom, la politica e la pratica relativa alla migrazione, le nuove draconiane misure legislative già adottate o ancora in discussione. L'Italia ha ignorato misure interinali vincolanti richieste dalla Corte europea per i diritti umani volte a fermare le espulsioni, compromettendo così l'efficacia del sistema europeo della tutela dei diritti umani”. Gli episodi di razzismo e di violenza ai danni degli immigrati sono sempre più frequenti (l’ultimo risale a ieri sera: una ragazza italo-somala è stata aggredita e insultata a Torino), fomentati da un crescente clima di intolleranza, da leggi improntate all’emarginazione e da proclami del tipo: “gli stranieri tornino a casa loro!”. ”Le autorità' - si legge nel documento - dovrebbero condannare con più' fermezza tutte le manifestazioni di razzismo o di intolleranza, ed assicurare un'efficace attuazione della legislazione anti-discriminazione". Nel rapporto il commissario chiede inoltre che sia aumentata la rappresentanza di gruppi etnici nella polizia e la creazione di un'istituzione indipendente per la tutela dei diritti umani”. Preoccupazione anzitutto per i rom, a tutti gli effetti cittadini dell’Unione europea. "Vi e' un persistente clima di intolleranza contro di loro - scrive Hammarberg - e le loro condizioni di vita sono ancora inaccettabili in numerosi insediamenti da me visitati. Esistono esempi di buone pratiche nel paese, e dovrebbero essere estese. Grave preoccupazione" ha espresso Hammarberg anche per il censimento nei campi nomadi, esprimendo dubbi sulla loro "compatibilità con gli standard europei che guidano la raccolta e l'elaborazione dei dati personali". I “suggerimenti” del Consiglio d’Europa stridono visibilmente con le proposte portate avanti dal Governo in questi mesi. Infatti, se da una parte la maggioranza proponeva di schedare i bambini rom e di prenderne le impronte digitali, dall’altra Hammerberg esorta “le autorità a creare meccanismi consultivi a tutti i livelli per i rom e i sinti, evitare le espulsioni dai campi senza offrire alloggi alternativi e offrire adeguate istruzione ai bambini". Se da un lato il governo promuove i medici spia, dall’altro l’Europa storce il naso e avverte che "criminalizzare i migranti e' una misura sproporzionata che rischia di provocare ulteriori tendenze discriminatorie e xenofobe nel paese. Inoltre le recente norma introdotta dal senato che consente al personale medico di denunciare alla polizia migranti irregolari che si rivolgono al sistema sanitaria è profondamente ingiusta e potrebbe marginalizzare ulteriormente i migranti". Per il Partito Democratico si tratta di una conferma di quanto sostenuto in questi mesi. Dorina Bianchi, capogruppo del Pd in commissione Sanità del Senato, afferma: “ Il comportamento del governo sul decreto sicurezza, che comprende anche le norme sull'obbligo dei medici di segnalazione degli stranieri privi del permesso di soggiorno, continua a collezionare richiami dalle autorità internazionali". Anche il presidente della Camera Gianfranco Fini non stenta a riconoscere le falle nella politica del governo. La legge sull’immigrazione che porta il suo nome, la Bossi-Fini “alla luce delle esperienze relative e di alcune questioni applicative della legge, richiede alcuni correttivi. E’ assurdo chiedere a un immigrato, per rinnovare il permesso di soggiorno, di tornare nel paese di origine e poi tornare in Italia”.

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