la nostra terra

venerdì 17 aprile 2009

La Bossi tax, 500 milioni per salvare il governo. Spunta l'ipotesi di rinvio al 2010.

Il premier attacca Fini:" la Lega avrebbe fatto cadere il governo". Pd, referendari e Confindustria: "Uno spreco".

immagine documento Dopo il ricatto della lega e la triste ammissione del premier è sempre più incerta la sorte del referendum. Perde quota l'idea di uno slittamento al 21 giugno, mentre guadagna terreno l'ipotesi di un rinvio al 2010. Certo, il male minore rispetto al referendum-truffa del 21 giugno, ma c'è chi ancora non si arrende. Il segretario del Partito Democratico, Dario Franceschini, in visita all'aquila spiega: "C'è ancora tempo per organizzare l'election day e con i soldi che si risparmiano abbinando elezioni e referendum si possono costruire 8-10mila abitazioni per gli sfollati del terremoto. Nessun italiano nè di destra nè di sinistra può capire una cosa del genere. Buttare via 400 milioni di euro non ha senso, quando servono subito per il terremoto, per la crisi e per chi non ha lavoro. Adesso bisogna fare delle scelte, delle scelte sulla lunga emergenza, delle scelte sulla ricostruzione". La Bossi tax è il prezzo della vita del Governo. Non un pugno di dollari ma quasi 500 milioni di euro, quelli che si sarebbero risparmiati con l’election day rifiutato dalle destre, che oggi anche Confindustria bolla come uno spreco. “La Lega avrebbe fatto cadere il governo" ha spiegato oggi il presidente del Consiglio, in visita sui luoghi del terremoto, rivela il retroscena della decisione presa ieri di non accorpare referendum sulla legge elettorale e elezioni europee, indicando la data del 21 giugno per la consultazione referendaria. Ieri tra le prime critiche assieme a quelle del PD e di Dario Franceschini si era distinta quella del presidente della Camera, Gianfranco Fini. "Mi spiace che altri interpretano come una debolezza del presidente del Consiglio e del Pdl quella di avere ceduto a una precisa richiesta di un partito della maggioranza che, ove non fosse stata accolta, avrebbe fatto cadere il governo in un momento come questo: bisogna sapere scegliere, o una cosa o l'altra", ha detto Berlusconi riferendosi alle parole del presidente della Camera. Così veniamo a sapere che dopo appena 11 mesi il governo sarebbe già potuto cadere pur di non permettere agli italiani di andare votare una e non tre domeniche di fila per abolire il "porcellum". E oggi anche la presidente di Confindustria Emma Marcegaglia attacca: "Decidere di non accorpare la data del referendum con quella delle altre elezioni, spendendo 400 milioni dei cittadini, è assolutamente inaccettabile", ha detto Marcegaglia, intervenendo alla 10/a Lezione Angelo Costa alla Luiss. "Prima hanno detto – fa notare Anna Finocchiaro- che c'erano problemi di incostituzionalità, che gli italiani non avrebbero capito e tante altre stupidaggini. La verità è una sola: che per motivazioni puramente politiche e per mantenere il patto con la Lega, Berlusconi e il suo governo sprecano centinaia di milioni che avrebbero fatto davvero comodo per rispondere all'emergenza del terremoto. Forse è il caso che il premier smetta di fare continue passerelle in Abruzzo: ai cittadini abruzzesi servono di più quei soldi che si potevano risparmiare che la sua presenza". "Berlusconi ha ammesso che la Bossi-tax è il prezzo che gli italiani dovranno pagare per tenere unita la sua maggioranza". Così la capogruppo del Pd nella commissione Affari costituzionali, Sesa Amici, commenta le dichiarazioni del premier: “E' molto triste - che in un momento di scarsità di risorse come questo un Presidente del Consiglio si sia piegato ai ricatti di un suo alleato, facendo prevalere gli interessi di partito su quelli del Paese". La delusione degli italiani nel mondo.“Ancora una volta il Governo mette gli interessi di parte davanti alle esigenze del bene comune – dichiara il deputato del Pd e presidente dell’Unaie (Unione nazionale delle associazioni di immigrazione ed emigrazione), Franco Narducci - si è dato spazio alle pretese dei leghisti, dimenticando che questa volta risparmiare circa 400 milioni di euro era un dovere morale vista l’emergenza terremoto, e si preferisce prendere i soldi dal 5 x 1000, togliendolo, in buona parte, alle associazioni benefiche (tra le quali anche quelle più impegnate nella solidarietà con le zone terremotate), piuttosto che usare i soldi risparmiati dall’accorpamento delle elezioni”. Per il deputato “le motivazioni di chi non vuole accorpare il referendum alle prossime elezioni amministrative ed europee sono sinceramente incomprensibili, se non per la paura dell’esito referendario. Queste logiche non verranno accettate dai tanti italiani nel mondo, né dai cittadini italiani che vivono in Italia e che vedrebbero tradito ogni loro sforzo di solidarietà nei confronti dei terremotati”.

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