la nostra terra

lunedì 9 agosto 2010

II FESTA DELLA GENERAZIONE DEMOCRATICA

II FESTA DELLA GENERAZIONE DEMOCRATICA

Carissimi,

sicuramente saprete che mercoledì 11 e giovedì 12 Agosto si svolgerà in Piazza del Popolo la II^ Festa della Generazione Democratica organizzata dal Circolo dei Giovani Democratici di Bernalda.

Come Giovani Democratici riteniamo che sia opportuno ritornare, almeno una volta all’anno in piazza, tra la gente, soprattutto per festeggiare insieme un’idea di politica e di società che non deve essere circoscritta solo ai periodi di tornata elettorale.

Oggi siamo ancora più convinti che la politica, fosse anch’essa giovanile, debba essere il punto d’avvio di una rivoluzione culturale ed etica perché anche da qui passa il rilancio del Paese e la speranza nel futuro. Vogliamo essere gli artefici insieme a tutti i nostri concittadini di questo cambiamento poiché da soli non è sempre meglio che mal accompagnati.

È tempo di virtù precarie e dietro i nostri occhi si cela un’idea di impegno non solo politico ma civile e democratico che mai ci vedrà rinunciare alla partecipazione e all’azione. Siamo la nuova classe dirigente e senza aspettare quella fatidica alba all’ombra del lassismo e dell’indifferenza tentiamo di porre solide basi per un futuro migliore, non solo per noi ma per le prossime generazioni.

Con la nostra festa vogliamo concretizzare sempre più questo cambiamento perché è il Paese che lo chiede e non possiamo mancare l’appuntamento con le nostre responsabilità.

Ti aspettiamo per trascorrere insieme momenti di riflessione sul futuro della nostra terra e della nostra Nazione alternati al divertimento che la festa proporrà con la consapevolezza che giorni migliori possiamo costruirli in stretta collaborazione.

Bernalda, lì 09/08/2010

Il Segretario

Luca Vitarella

lunedì 1 febbraio 2010

ANCORA UNA VOLTA .... CONTRARI!

La legge 99/2009 del Governo Berlusconi prevede il ritorno al nucleare È una legge che è violenza alla storia, alla voce, ai luoghi del nostro Paese la cui volontà, espressa nel referendum del 1987, è stata brutalmente infossata. È una legge che non rispetta il Titolo V della Costituzione e i poteri concorrenti delle Regioni in tema di produzione di energia e il governo del territorio. Con tale legge le Regioni vengono escluse dall’iter decisionale relativo alla localizzazione degli impianti nucleari e il Governo sarà il solo a decidere, mentre tratterà soltanto con la Conferenza Unificata Stato-Regioni, che ha solo potere consuntivo. Ancora una volta il Governo si appropria del potere decisionale in modo autoritario e non considera il parere negativo dato dalla maggior parte delle Regioni (15 su 20). Anche Regioni governate dal centro-destra si sono dette contrarie.

Noi al ritorno di un mezzo antieconomico, pericoloso e anacronistico non ci stiamo!

Siamo convinti che questa scelta sia antieconomica perché il costo di gestione sarebbe elevato e lo smaltimento dei rifiuti che tra l'altro il governo, maliziosamente e furbescamente non cita nella suddetta legge! Facendo un'analogia con i R.S.U. è come se fosse stata considerata solo la raccolta dei rifiuti nei costi e non lo smaltimento!

È pericolosa perché il Governo pensa di costruire centrali nucleari non di ultima generazione ma di III andando in controtendenza con ciò che altri Paesi Europei stanno facendo, costruendo centrali nucleari di IV generazione. Ma la cosa ancor più grave è lo smaltimento delle scorie nucleari.

Come pensa questo governo di smaltire in sicurezza i prodotti di questo processo? E poi, come pensa il nostro Consiglio dei Ministri di ritornare al nucleare senza aver prima smaltito le scorie vecchie?

Non è in dubbio che dietro il nucleare ci sono enormi interessi economici di pochissimi. Il Paese viene prima di tutto e di tutti ma ciò non interessa a chi frequenta Palazzo Chigi.

Occorre ripristinare la legislazione concorrente di fatto violata dalla legge 99/2009.

Temi di interesse generale come questo devono essere affrontati con le idee chiare e il governo, è chiaro a tutti, non le ha.

Noi Giovani Democratici di Bernalda amiamo il nostro territorio e siamo contro ogni colonizzazione. Crediamo nelle risorse presenti in Basilicata e da li vogliamo partire per produrre energia pulita i cui benefici possano andare a vantaggio di tutti i lucani.

Il futuro è sostenibilità e sviluppo sostenibile, ovvero lo sviluppo che garantisce i bisogni delle generazioni attuali senza compromettere la possibilità che le generazioni future riescano a soddisfare i propri”. Lo sviluppo sostenibile assume quindi le caratteristiche di concetto integrato, avocando a sè la necessità di coniugare le tre dimensioni fondamentali e inscindibili di Ambiente, Economia e Società, dato che risulta evidente come l’azione ambientale da sola non possa esaurire la sfida: ogni piano o politica di intervento, infatti, deve rispondere ad una visione integrata e definire sia impatti economici che sociali ed ambientali. Il progresso tecnologico sostenibile si pone allora quale strumento per raggiungere l’obiettivo di un uso oculato delle risorse naturali diminuendo il consumo di quelle non rinnovabili, della limitazione dei rifiuti prodotti e della sostituzione del capitale naturale (territorio, risorse materiali, specie viventi) con capitale costruito (risorse naturali trasformate).

Il Governo Berlusconi non può ignorare che in Italia sono stati tracciati cammini diversi e virtuosi. Abbiamo intrapreso iniziative importanti per la tutela dell’ambiente, il monitoraggio e la salvaguardia del territorio, il miglioramento della qualità dell’aria e il controllo delle emissioni nell’atmosfera, il risanamento dei siti inquinati, la gestione ottimale dei rifiuti, lo sviluppo e la compatibilità ambientale. In questa direzione vogliamo proseguire!

La maggioranza e il Governo non possono ignorare la volontà popolare che nel Referendum del 1987 ha bocciato con l’ 80, 20% l’energia nucleare, NON PUO’ IGNORARE i 100.000 di SCANZANO del 23 Novembre 2003.

venerdì 29 gennaio 2010

COMUNICATO STAMPA

Con la legge 99/2009 del Giugno 2009 il Governo Berlusconi ha di fatto reintrodotto in Italia l’Energia Nucleare. Il testo della legge prevede che il Governo nazionale possa decidere autonomamente la localizzazione e la costruzione degli impianti nucleari e dei siti per lo stoccaggio dei rifiuti radioattivi, senza nessun coinvolgimento dei territori interessati, cosi come prevede la Costituzione nel Titolo V e più specificatamente negli articoli 117 e 118.

Una vera e propria imposizione, cosi come si tentò di fare nel Novembre 2003 quando Scanzano Jonico fu al centro del tentativo del Governo, anche allora Berlusconi, di costruire il deposito unico per lo stoccaggio dei rifiuti nucleari.

Allora ci opponemmo assieme a tutto il popolo lucano e con il forte ed autorevole impegno delle Istituzioni sventammo quel pericolo. Oggi siamo al fianco della Giunta Regionale di Basilicata e del Presidente De Filippo, dei parlamentari del Partito Democratico che instancabilmente sono impegnati per scongiurare le velleità del Governo nazionale.

Come Giovani Democratici di Bernalda e Metaponto siamo pronti a promuovere, Domenica 31/01, una petizione popolare a sostegno del ricorso presentato dalla Regione Basilicata alla Corte Costituzionale per la declaratoria di illegittimità costituzionale della legge “Sviluppo”, la 99/2009.

Intendiamo mantenere alta l’attenzione e sensibilizzare la società lucana su questa materia così delicata per lo sviluppo della nostra Regione e del territorio del metapontino in particolare e garantire una costante informazione affinché venga ripristinata la volontà popolare prevista dalla Costituzione e violata, a nostro avviso, dal Governo e dalla maggioranza di centro destra.

Bernalda-Potenza lì, 29/01/2010

mercoledì 13 gennaio 2010

I pionieri del "far bene"

La pionieristica, in politica, produce ogni giorno i suoi esempi.

L'ultimo, è quello del PRI; si è registrata negli ultimi mesi, più corretto è forse dire giorni, una frequente e continua attività di questa nuova componente del panorama politico locale, nuovamente emersa domenica 10 Gennaio con la distribuzione dell’ultimo volantino. Ovviamente noi GD siamo abituati a prendere le cose dal lato positivo e facendo un'analisi di ciò che il neonato partito voleva comunicare alla popolazione bernaldese, abbiamo cercato di soffermarci sulla parte propositiva presente nello scritto, a dispetto di altre pubblicazioni che si limitano solo alla menzogna e alla disinformazione.

E' stato piacevole riscontrare che nelle intestazioni del volantino si poteva leggere “Noi giovani del PRI”; è stato altresì curioso osservare come alcuni di questi giovani vantassero una qualità del Partito Repubblicano molto particolare e, a nostro avviso, tutt'altro che lodevole: quella di non essere schierato politicamente. In ogni caso non abbiamo potuto evitare di valutare positivamente la presenza di ragazzi come noi, scesi in campo e facenti parte di una fascia d’età che è più vicina alla nostra. Questa non vuole essere una “caccia al più grande”, ma semplicemente un'azione volta a promuovere il normale processo di ricambio generazionale, che, inevitabilmente, coinvolge anche la politica, sempre a dispetto di formazioni che non hanno ancora ben chiaro il processo.

Non è stato difficile notare, dal punto di vista contenutistico, come l'attenzione sia stata rivolta ancora al passato, evidenziando alcune situazioni locali che, purtroppo, talvolta, lasciano insoddisfatti anche noi; adesso però ci aspettiamo che la fase della lamentela venga superata con le proposte e con il dialogo, speranzosi di essere parte attiva in questo dialogo, perché non fa nulla se si è aspettato tanto prima di scendere in campo (essendo attivi da dieci anni sappiamo quanto è difficile essere giovani e allo stesso tempo prestare attenzione alla politica locale), non fa nulla se voi giovani del PRI non avete fatto caso alla presenza dell’unica associazione politica giovanile esistente sul territorio, ma sarebbe un enorme errore di valutazione politica la nostra esclusione da un confronto solo perché siamo schierati politicamente. Incorrereste così nel fallo di ridurvi al ruolo della maschera di qualche “cavaliere” che, da anni, combatte le sue battaglie nei bar e sui marciapiedi. Solo così ci si può tenere fuori dalla Politica del non fu, ovviamente sempre a dispetto delle formazioni che persistono nel credere in questo modo di operare.

In conclusione vogliamo mettere in evidenza l'aspetto aleatorio sottoposto a condizione: qualsiasi risultato dovesse consegnarci il confronto per le amministrative, non vorremmo essere spettatori di una vostra ritirata lampo, sarebbe una mossa politica molto poco “originale”, in quanto risulta essere una pratica già diffusamente adoperata in passato.

La politica del "non fu"

Lo scenario politico locale, casualmente, a pochi giorni dalle elezioni amministrative, è costellato di osservazioni critiche sul recente passato; se ci si limitasse solo a questo, non ci sarebbe da meravigliarsi, in quanto ben venga la critica politica (magari anche propositiva), anche se in ritardo. Ovviamente il problema non è questo. Leggendo attentamente le ultime pubblicazioni, mediante qualsiasi mezzo, della compagine politica che, nell'ultimo quinquennio, sedeva tra le fila dell'opposizione (anche se opposizione è un sostantivo alquanto azzardato), si può notare, ed invitiamo chiunque a farlo, una troppo accentuata diffusione di un modo di fare una lettura politica critica (anche se critica è un epiteto alquanto azzardato) che noi Giovani Democratici definiamo “LA POLITICA DEL NON FU”. E' facile, trovare ovunque fotografie, didascalie, brevi cenni storici poco oggettivi in cui si va a condannare l'ultima (ma non solo) giunta comunale, rea di non essersi occupata, o di essersi occupata male di argomenti che vanno dal nepotismo alla sanità, dalla politica clientelare all'agricoltura, dall'ignavia all'urbanistica. Protagonisti di questi simpatici raccontini, sottoposti qua e la all'attenzione dei cittadini, e spacciati come realtà storico-politica, sono, ovviamente coloro i quali appartengono alla compagine politica che, putacaso, nell'ultimo quinquennio sedeva tra le fila della maggioranza. Il termine “raccontini” potrebbe sembrare azzardato ed anche poco rispettoso, ma, sarebbe assurdo definire critica politica articoli in cui troviamo “simpaticamente” disegnato lo scenario politico locale da epiteti quali: “Franceschiello”, “Sciacalli”, “Giunta sinistra”, “Politica Francescana”, “Brodino regional-assistenziale”, eccetera. Ma “la politica del non fu” non è solo questo. Nei “volantini della domenica”, nei blog, nei programmi elettorali, nei testi degli interventi dei comizi, ma anche nei programmi politici dei partiti che, sempre a pochi giorni delle elezioni amministrative, pioneristicamente vengono fondati dal nulla, è cosa alquanto difficile trovare delle linee politiche propositive; cosa molto più comune è riscontrare, invece, che il 75% – 80% delle pubblicazioni è incentrato su critiche verso chi, colpevolmente, non ha fatto, o, ancor più colpevolmente, ha fatto diversamente da come una minoranza consiliare riteneva opportuno. Il restante 20% - 25 %, ovviamente, è contenutisticamente autocelebrativo. Negli ultimi mesi, a partire dallo sciagurato “incidente” delle liste, sono prepotentemente tornate al centro del dibattito politico parole quali: porto, ripascimento, distretto sanitario, piscina comunale, mercato, senso unico, clandestini, ecc... Tra questi, chiaramente, vi sono molti argomenti “caldi”, che l'ultima amministrazione non ha omesso di trattare praticamente e teoricamente nel programma elettorale. Molti altri tra questi argomenti, purtroppo, sono solo tentativi di far “scottare” i cittadini, come si fa con i bambini, al fine pedagogico di non farli più cadere in presunti falli politico-elettorali. Ma i cittadini di Bernalda e Metaponto, come dimostrano da anni, non sono bambini. Quello che fa più male, di questo modo di fare politica, è la consapevolezza che, così facendo, l'unico scopo che si può perseguire è quello di far disaffezionare i cittadini, ma soprattutto i giovani, al mondo della politica. Non sorprende, infatti, che la compagine politica da cui provengono la maggior parte delle critiche disfattiste e non propositive, non possa avvalersi, soprattutto a livello locale, di una componente politica interna giovanile, indipendente ed autonoma. Da attente letture critico-politiche, noi Giovani Democratici abbiamo fatto risalire anche a questo la causa dell'incremento vertiginoso del disinteressamento giovanile alla politica partitica, considerata ormai “qualcosa da lasciar perdere”, di cui pochi, ahiloro, si devono occupare, facendosi bersagliare da critiche, tra cui il “poltronismo”, probabilmente vittima, e non carnefice, della comune disaffezione alla politica, in favore del populismo e del falso associazionismo apolitico o apartitico. Ed è proprio per queste motivazioni che noi Giovani Democratici abbiamo deciso di rimboccarci le maniche e di contribuire, con umiltà, dedizione, pazienza e costanza, al miglioramento della vita nel nostro amato paese.