la nostra terra
mercoledì 25 febbraio 2009
Petrolio. La relazione in Aula del Presidente della Regione Vito De Filippo
Questa la relazione in Aula del Presidente della Regione Vito De Filippo sul tema del petrolio: (AGR - Basilicatanet) - “Siamo stati chiamati più volte, in questi anni, a valutare, rendere conto, verificare o proporre su un tema così fondamentale quale è quello del petrolio.Appare chiaro come una discussione aperta e sincera sulla vicenda lucana del petrolio, che non voglia essere pigra e disimpegnata alla voce di riscatto e di crescita che proviene dai nostri territori, non possa che collocarsi dentro il clima di generale e civile sfiducia che registra la società regionale, nonostante sia in prossimità di cambiamenti importanti del suo assetto organizzativo e funzionale, su cui questa aula ed io stesso abbiamo misurato moltissima ostinazione. Seppure nel corso della sua storia la Basilicata non aveva compiuto un salto d’innovazione così ampio ed ambizioso, con cui ha saputo riformare lo statuto stesso dei servizi Pubblici ed i suoi sistemi di presentazione turistica e di offerta economica, di riassetto sanitario e degli enti locali a tutto vantaggio di un nuovo e più ampio rapporto orizzontale tra amministrazione, cittadini ed imprese, si percepisce come il rapporto fra risorse ed opportunità sia totalmente disallineato. Tanto disallineato da amplificare ulteriormente la percezione della crisi e rendere più severo il giudizio sulla politica.Sappiamo che il tempo in cui abbiamo agito non è stato dei più facili. Per usare Camus è stato un tempo di resistenza vissuto quasi ad oltranza. Un tempo in cui la Basilicata ha dovuto affrontare le prove più severe e quelle più urgenti alla sua determinazione di futuro provando a non cedere nulla sul campo delle sue aspirazioni di sviluppo. Colpita al cuore delle sue ambizioni più forti da crisi globali e durature, esposta ai rischi di una gravissima recessione economica e sociale, attraversata da un incredibile carico mediatico d’inchieste giudiziarie, la Basilicata non si è arresa al gioco infelice e ingiusto del destino. Piuttosto vuole rivendicare il suo spazio di libertà e d’iniziativa, mettendo ancora coraggio e buon cuore nella parte più complicata del suo impegno istituzionale.Sono convinto che il lavoro di tutti in questi anni troverà l’apprezzamento che merita. Del resto “fructum afferunt in patientia” dice Luca in 8, 15. Le cose portano frutto nella pazienza. E la storia tormentata di questi anni è stata a volte maldestramente raccontata all’opinione pubblica in un gioco diventato in alcuni momenti spietato che ha visto perfino la compiacenza di una certa politica, interessata al solito pettegolezzo di strada ed alla delegittimazione istituzionale di questa regione. Naturalmente sono anche ben consapevole dei limiti della politica su cui le giunte regionali di questa complicata legislatura hanno dovuto esercitare il peso delle loro scelte. Un quadro regionale in pericolosa fibrillazione che ha visto più volte il centrosinistra, affaticarsi su coesione e unità d’intenti, non risparmiando nemmeno il tono di riconoscibilità governativa e di mediazione ragionevole che invece avrebbe dovuto assolvere, almeno rispetto alla tradizione di difesa e di tenuta istituzionale sempre svolta dai suoi partiti fondatori. E ciò nonostante e per la buona disponibilità politica ed istituzionale di quest’aula, molto si può ancora fare per ritrovare un passo veloce e riformista d’iniziative e di nuova tensione progettuale ed etica che declini da subito le necessità di una nuova azione amministrativa. E lo si può fare rilanciando, tutti insieme maggioranza ed opposizione, alla società lucana la sfida più importante, quella di non rassegnarsi al suo presente, ma di avere fiducia e responsabilità sulla partita del futuro come quella di un campo nuovo e diverso di opportunità che l’attività estrattiva può offrire.Si tratta di saper articolare, nella leale differenza delle posizioni di questa aula, una iniziativa che offra alla Basilicata occasioni future di crescita.Il quadro degli accadimenti politici e legislativi nazionali confermerebbero facilmente questa traiettoria. Il federalismo fiscale e le sue ombre, il divario ampio e conflittuale tra nord e sud che da qualsiasi angolazione politica lo si analizza propone testimonianze di reazione, di separatismi se non di ribellione, la crisi che stringe d’assedio la debolezza dei territori e delle comunità. A questo quadro si può rispondere uniti negli interessi generali che sono una cosa diversa da un vacuo unanimismo.E’ in questa direzione che può essere guadagnata la nostra discussione sul tema del petrolio. Evitando di cadere nel facile tranello della polemica ed invece misurando con forza politica un banco di prova utile a definire direzioni, orientamenti, questioni. Anche qui, però, occorre essere chiari. La cronologia politica e normativa che ha accompagnato la vicenda del petrolio in Basilicata è ormai nota. Lo Stato non era affatto preparato ad una simile scoperta e lo spazio di titolarità sui diritti di roaylties che la Regione è riuscita ad ottenere, con un braccio di ferro durissimo, sono state il massimo risultato possibile dentro quel tempo avaro e pieno di centralismo nazionale. Gli effetti di quegli accordi hanno permesso di finanziare con partite modeste, intorno ai 60 -70 milioni di euro e soltanto da qualche anno, azioni significative al tessuto regionale delle imprese, delle giovani generazioni, della ricerca e dei territori. Ne cito solo alcune su cui ho ricevuto da quest’aula, consenso ed approvazione. La riduzione della bolletta energetica a vantaggio delle famiglie lucane e della loro difesa reddituale. 5 milioni per il sostegno all’Università degli Studi della Basilicata. 20 milioni per la garanzia creditizia alle imprese. Chi mai potrebbe interrogarsi realmente sulle direttive di un’azione di sostegno così ampia e consistente che innesta sui settori strategici della ricerca scientifica e dei territori, delle imprese e delle famiglie e del welfare? Ma nonostante tutto ancora si assiste ad un dibattito in certi momenti povero di verità, in cui le contraffazioni d’autore riempiono la pancia della discussione pubblica di illusioni salvatrici. E’ la solita porta stretta delle cattive abitudini, mi consentirete, con cui si vuole ancora una volta fare il male della nostra regione. Mi chiedo e vi chiedo, cari consiglieri, quanto è lungo e severo il giudizio che dobbiamo in quest’aula consegnare alla società lucana? E smascherare le cassandre di turno che vorrebbero un paradiso di felicità e di autarchia regionale che non può esistere con risorse così ridotte e misurate sulla scala infinita dei problemi del mondo. Diversamente da quest’aula mi aspetto altro. Un dibattito utile, ad ampio raggio che proponga l’obiettivo di riallineare il petrolio sul campo delle maggiori garanzie d’accesso ai territori ed ai suoi versanti di sviluppo diretto: imprese, cultura, turismo. E dentro questo obiettivo comune realizzi un fronte rivendicativo bipartisan che abbia buone motivazioni e più forti ragioni sui diritti della Basilicata. Abbiamo notato come nella dispersione percepita delle opportunità si vada, a volte clamorosamente, dilatando l’esigenza di sicurezza e di tutela della salute e dell’ambiente. Pur sapendo che non siamo stati scoperti su questo versante, abbiamo voluto rilanciare operativamente anche su questo fronte.Con l’avvio dello strumento più eccezionale che è quello del piano di sorveglianza sanitario della comunità, della definitiva e permanente strutturazione di una rete di monitoraggio e di una incalzante verifica sulla sicurezza degli impianti con la collaborazione di Arpab, Metapontum Agrobios e tutti gli altri enti che hanno competenza. Il tutto verificato e discusso con un modello di partecipazione che abbiamo sperimentato per il nucleare con il tavolo della trasparenza.Sono consapevole che occorre riaprire un nuovo quadro contrattuale e di nuove regolazioni sul petrolio, secondo una triangolazione aggiornata tra Stato-Regione-Compagnie ed in linea con i vantaggi che possono sopraggiungere dal federalismo. Un quadro capace d’intervenire efficacemente anche sull’allargamento percentuale delle royalties da versare che assegni responsabilità maggiori, nuovi compiti e migliori sorveglianze sui dati d’estrazione e sul monitoraggio ambientale. Al riguardo intendo convocare già nelle prossime settimane, un tavolo istituzionale con i parlamentari lucani, a cui chiederò nell’interesse generale della Basilicata, di costruire azioni di lobbying politica per portare avanti con la massima unità e la più assoluta determinazione la questione del petrolio e del livello effettivo dei suoi vantaggi, delle sue risorse e dei suoi investimenti.In questo ambito la rassegna delle proposte da lanciare al Governo e su cui quest’aula dovrebbe discutere, può riferirsi ad una forte azione nel settore dell’alta formazione e delle Infrastrutture per la Basilicata. In particolar modo:1) Finanziare già dal 2011 in Basilicata la Facoltà di Medicina e la Scuola di Specializzazione in igiene ambientale e degli impianti industriali. 2) Finanziare una Scuola Superiore in Tecnologie industriali degli Idrocarburi, che permetta la nascita in Regione di giovani con competenze specifiche nel settore degli idrocarburi e in generale nel settore della componentistica energetica per formare i quadri, che serviranno per il distretto energetico, con sedi operative nel distretto energetico.3) Aprire una trattativa sulle infrastrutture. Appare chiaro, se vogliamo il bene di questa terra, che i grandi concessionari ANAS e Trenitalia e lo stesso programma proposto dal Governo non tengano nel debito conto la Basilicata.4) Adozione da parte del Governo di uno specifico provvedimento legislativo di perequazione a favore delle aree interessate dalle estrazioni (o da grandi produzioni da fonte fossile o nelle aree di raffinazione) mirante a consentire accordi, in cui la Regione svolga l’attività di garante e aggregatore della domanda di energia primaria o secondaria (gas, olio, energia elettrica) tra i Concessionari (o le Aziende produttrici di energia) ubicati in un determinato territorio e le aziende estrattrici o produttrici operanti nel territorio. Il provvedimento determinerebbe delle “isole energetiche” nelle quali, attesi i disagi connessi alle produzioni e attesa la minore infrastrutturazione di dette aree, si preveda “a titolo di compensazione” la possibilità per le Aziende che vi si insediano di poter beneficiare di energia a costo più contenuto . Gli accordi nel rispetto delle regole di mercato enfatizzerebbero i vantaggi economici localizzativi connessi alla distanza dai “luoghi di produzione” e quelli connessi alla gestione razionale ed aggregata dell’acquisizione dell’energia da parte delle aziende. Il cappello del Governo potrebbe efficacemente difendere l’iniziativa dagli strali dell’Autorità della Concorrenza. Tutta l’attività si annoderà con il nuovo programma di sviluppo per le aree di estrazioni, che prevederà l’avvio a regia centrale di tre progetti complessi:a) Programma di incentivazione all’insediamento di industrie produttrici di componentistica per il rinnovabile;b) Programma per lo sviluppo delle filiere agroalimentare nei territori delle estrazioni;c) Programma per la nascita di un attrattore turististico/culturale “valle dell’Energia”.Anche sul rapporto di negoziazione con le Compagnie petrolifere si dovrà perseguire:1. Lo sblocco degli accordi ancora non attuati (Sviluppo sostenibile 40 MLD lire, Contributi per la Gestione del Monitoraggio ambientale 90 MLD lire, Contributo per la Società di sviluppo (accordo non firmato) 10 MLD, attivazione dell’Osservatorio Ambientale).2. Il ripristino per ulteriori 10 anni del Contributo di Compensazione ambientale di 5,6 M€/anno per la forestazione, di cui l’ultimo anno di erogazione è stato il 2008.3. La realizzazione di un distretto dell’Energia intorno all’area delle estrazioni in cui Eni e Shell si impegnino a far allocare i principali fornitori di tecnologie accessorie per le attività di estrazione ed in generale per l’energia (componentistica per il rinnovabile – si pensi ad es. ad un impianto per la produzione di celle per il fotovoltaico, di cui Eni è uno dei 5 produttori italiani e l’unico stabilimento italiano è a Nettuno), che generi un indotto occupazionale certo. In effetti in coerenza con le indicazioni contenute nella Deliberazione CIPE n. 166 del 21 dicembre 2007 “Attuazione del Quadro Strategico Nazionale (QSN) 2007-2013 Programmazione del Fondo per le Aree Sottoutilizzate”, la Regione persegue l’obiettivo di promuovere la realizzazione di un “distretto energetico”, in Val d’Agri, finalizzato a:• lo sviluppo di attività di ricerca, innovazione tecnologica ed alta formazione in campo energetico, facendo leva sul costituendo centro studi “Enrico Mattei” e coinvolgendo a tal fine le altre ‘eccellenze’ regionali a partire dall’Università degli Studi di Basilicata; • l’insediamento nell’area di imprese innovative specializzate nella produzione di tecnologie e componentistica utili all’innalzamento dell’efficienza energetica da parte degli utilizzatori finali in campo sia civile che produttivo;• l’attivazione di filiere produttive incentrate sull’adozione di materiali tecniche e tecnologie innovative per la produzione di energia con particolare riferimento alle fonti rinnovabili ed alla cogenerazione;• la realizzazione, con il supporto della SEL, di impianti alimentati da fonti rinnovabili, con i caratteri della innovazione e sperimentazione con il coinvolgimento di enti di ricerca (ENEA – Università Agrobios, CNR etc), enti locali,e, ove necessario, dei grandi operatori del settore, anche attraverso gli strumenti della programmazione negoziata (Enel, SunPower ecc.);4. l’Extra Bonus (o extra – sconto) sulla bolletta di tutti i residenti in Basilicata (lettera a Scaroni di De Filippo), di almeno il 10-15 % sul valore della materia prima venduta in Regione. Il Beneficio potrebbe portare ad una riduzione del costo del Gas (abbinata all’iniziativa regionale veramente significativa).5. La valutazione dell’estendibilità dell’extra-bonus sul gas anche alle imprese lucane nell’ottica di attuare una compensazione energetica ai territori interessati dalle estrazioni, caratterizzati da un ritardo di sviluppo e da consistenti difficoltà di accessibilità (il quadro evolutivo internazionale caratterizzato dalla crisi finanziaria dovrebbe attenuare le problematiche di antitrust esistenti in proposito), l’entità di tale sconto potrebbe configurarsi nell’impegno di ENI a garantire a tutte le imprese lucane un prezzo della materia prima pari a quello di vendita al PSV al netto quindi degli oneri di trasporto, distribuzione, commercializzazione all’ingrosso e vendita, o ancora meglio, pari alla Qe, tariffa cui fin ora ha pagato il gas della Regione, e tale impegno negoziale produrrebbe un risparmio consistente rispetto alle tariffe normalmente praticate alle imprese, tale azione andrebbe inquadrata nella politica commerciale di ENI finalizzata a favorire lo sviluppo delle aree di estrazione, avrebbe buone possibilità di ricevere un ok dall’Antitrust, in quanto andrebbe ad intervenire su extracosti, pagati dalle imprese (soprattutto le medio piccole in ragione della loro localizzazione e della loro inadeguatezza tecnica a concordare il prezzo della materia prima) e si esplicherebbe prevalentemente nella capacità negoziale di Eni stessa con il territorio della Basilicata. Gli effetti pratici sarebbero significativi il valore della Qe del 2007 è stata pari a 21 c€/mc in tale periodo difficilmente imprese lucane hanno ottenuto gas a meno di 33 c€/mc, nel 2008 la Qe è stata di 28 c€/mc e le imprese lucane non hanno ottenuto in questo anno forniture di gas a meno di 38-40 c€/mc. 6. Il cofinanziamento di impianti di produzione di energia da fonti non fossili per complessivi 180 MW (impianti del valore di circa 180 M€) da realizzare tramite un programma quinquennale, finalizzato a rendere la Pubblica Amministrazione Lucana assolutamente autosufficiente da un punto di vista energetico (100 MW ) + una produzione aggiuntiva corrispondente ad una potenza di 80 MW per garantire un consistente e prolungato abbattimento del costo dell’energia ai residenti nelle aree interessate da infrastrutture energetiche (cofinanziamento al Programma SEL art.9 L.31/2008);7. La cessione di tutto il Gas della Val d’Agri per venderne quota al PSV al fine di finanziare impianti da rinnovabile, da realizzare nei prossimi 6 anni.Sono alcune direttrici di lavoro sulle quali ci potremo ripiegare nei prossimi giorni. Un lavoro di merito fatto dal governo regionale e dai capigruppo per arrivare ad una piattaforma condivisa che ci permetterebbe di aprire il negoziato con governo e compagnie in maniera forte e decisiva. Questo orizzonte presuppone responsabilità massime della maggioranza e della minoranza. Da parte sua il governo è pronto a questo confronto.
Lanciata la Conferenza Programmatica Regionale e la nomina della segreteria Regionale.
Parte oggi il percorso del Pd di Basilicata che porterà alla Conferenza regionale di programma, pervista per il prossimo autunno. E intanto già ad aprile conferenza regionale sull’Economia e sul Welfare preceduta da appuntamenti tematici che coinvolgeranno iscritti, elettori e cittadini su tutto il territorio.
E’ quanto è emerso dall’intera giornata che i democratici lucani hanno vissuto oggi sia a livello istituzionale che politico, a partire dall’incontro organizzato dal gruppo regionale del Pd con il mondo dell’economia e del lavoro, fino alla prima riunione della segreteria regionale nominata nei giorni dal segretario regionale Piero Lacorazza.
Dell’esecutivo regionale del partito fanno parte Marco Arcieri, Giovanna D’Amato, Salvatore Infantino, Lina Marchisella, Antonello Molinari, Dino Paradiso, Antonietta Petrone, Roberto Speranza, Angelo Summa, Nicola Valluzzi e Rosy Viceconte. A cui si aggiungono i componenti di diritto il segretario regionale dei Giovani Democratici, Giovanni Casaletto, i segretari provinciali Ignazio Petrone e Anna Rosa Ferrara e il tesoriere Angelo Raffaele Colangelo. Una nuova giovane e competente segreteria che nei prossimi giorni sarà completata e definita nelle deleghe e nelle responsabilità.
Sarà costituito, nelle prossime settimane, anche un ufficio programma che si avvarrà anche del contributo di elaborazione e di formazione politica della Fondazione BasilicataFuturo e delle associazioni che vorranno partecipare alla rete per un nuovo pensiero democratico.
“Una giornata – spiega il segretario – costruita così proprio per lanciare un messaggio chiaro: il Pd vuole costruire un progetto condiviso e partecipato per il futuro della Basilicata e mettere in campo una nuova classe dirigente. Il periodo turbolento a cui siamo stati e siamo esposti non può e non deve fermare il percorso di cambiamento che il Pd ha avviato”.
Lacorazza, infatti, si riferisce in particolare “al processo di rinnovamento messo in campo soprattutto con la composizione dei circoli territoriali del Pd in tutti i comuni. Una statistica che offre dati confortanti, con un’età media dei segretari di circa 40 anni, con circa un terzo sotto i 35 anni ma soprattutto, su quasi 130 circoli, oltre il 70% sono segretari alla prima esperienza. Un processo che include anche i 10 mila giovani che hanno votato alle primarie per costruire la nuova organizzazione giovanile del partito, Generazione Democratica, che ha rappresentato il dato percentuale più alto d’Italia. Sta crescendo, dunque, una nuova classe dirigente che con il Pd incontra culture politiche, valori e ideali dentro la storia e verso il futuro”.
“Abbiamo strutturato e radicato il partito nel territorio. – conclude Lacorazza – Con la giornata di oggi vogliamo renderlo più aperto al contributo di esperienze, competenze e speranze che insieme potranno essere il lievito di un rinnovato progetto per una Basilicata connessa, accogliente, competitiva e giovane”.
la pagina con il profilo dei componenti della segreteria regionale (http://new.basilicatapd.it/Article.aspx?id=463)
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sabato 14 febbraio 2009
La crisi c'è.....e il GOVERNO??????
giovedì 12 febbraio 2009
contro la violenza sulle donne..la cultura del rispetto!
Negli ultimi giorni abbiamo assistito a un crescendo di episodi di violenza contro le donne, dalle atroci aggressioni allo stupro di gruppo, avvenuti soprattutto nella città di Roma.
La violenza contro le donne è un fenomeno che assume ormai i connotati di
una vera e propria emergenza nazionale, costituendo la prima causa di morte per
le donne e le giovani donne. Come ha registrato una recente ricerca dell'Istat, infatti, sono 7 milioni le donne tra i 16 e i 70 anni ad avere subito, nel nostro Paese, violenza sessuale o fisica nel corso della vita, pari a una donna su tre. Di queste, 5 milioni hanno subito violenza sessuale, 1
milione ha subito stupri o tentati stupri. La violenza di genere è soprattutto domestica e avviene ad opera di familiari e conviventi. Ma certo quella che accade casualmente in strada ad opera di sconosciuti non è meno drammatica. C'è un grande problema di sicurezza nelle città per le donne,che riguarda le periferie isolate e buie, la mancanza di servizi e strumenti adeguati alcontrasto tempestivo, la carenza di strutture per il sostegno e la prevenzione. Di fronte a questi dati così allarmanti ciò che vogliamo denunciare sono la sottovalutazione della gravità del problema e un clima culturale di svilimento della dignità femminile.
Le dichiarazioni del Presidente del Consiglio sull'ineliminabilità dello stupro per le italiane sono inaccettabili, offensive per le donne che ne sono drammaticamente vittime, lesive della dignità di tutte. Su questo tema non tolleriamo battute e leggerezze.
Quelle parole destano gravissime preoccupazioni, perché sono insieme sintomo e causa di questo clima che va combattuto in modo fermo e deciso.
Contro la violenza sulle donne è necessario lavorare sulla prevenzione e promuovere una cultura del riconoscimento della libertà reciproca e del reciproco rispetto tra uomini e donne.
Occorrono politiche concertate, dal trasporto pubblico e privato al commercio, amministratori che promuovano iniziative sul territorio, periferie meno abbandonate, una rete di sostegno. E' necessaria la certezza della pena per chi commette questi reati, anche perché le vittime possano
sentirsi sicure. Ma ciò presuppone che si riconosca che il problema esiste, che riguarda le relazioni stesse tra uomini e donne e che richiede un impegno straordinario.
Gli interventi del governo in questo settore sono invece di segno opposto. Non esiste più un piano contro la violenza di genere, non vengono stanziate risorse per i centri antiviolenza, i 20 milioni di euro del 2008 non sono stati reiterati per il 2009, le leggi sullo stalking e sulla violenza sessuale vanno a rilento. Tutti gli emendamenti dell'opposizione per introdurre già nel pacchetto sicurezza misure più stringenti sono stati respinti. Per questo chiediamo che:
- il ministro dell'interno Maroni venga al più presto in Parlamento a riferire sulla grave emergenza della violenza contro le donne e sulle misure, anche finanziarie, che il governo deve mettere in campo al più presto per contrastare il fenomeno e rendere le città più sicure per le donne;
- il Parlamento prenda al più presto in esame le proposte del Pd contro la violenza sulle donne, a sostegno dei centri antiviolenza;
- la legge sullo stalking venga approvata al più presto;
- il governo metta in campo una campagna antiviolenza la quale informi le donne sulle strutture e i servizi di prevenzione e contrasto e preveda corsi di educazione al rispetto della differenza femminile nelle scuole, per promuovere il rispetto della dignità e dei diritti delle donne;
- che si facciano politiche efficaci di integrazione delle persone immigrate.
Il Partito Democratico nelle prossime settimane lancerà una campagna di sensibilizzazione
contro la violenza sulle donne su tutto il territorio nazionale per contribuire alla prevenzione e a una cultura del rispetto del corpo femminile.
Appello
Contro la violenza sulle donne
promuovere la cultura del rispetto
www.partitodemocratico.it www.youdem.tv
Vittoria Franco Anna Finocchiario Marina Sereni Rita Levi Montalcini Dacia Marai Margherita Hack Rosy Bindi Walter Veltroni Dario Franceschini Anna Maria Abbate
Roberta Agostini Giovanna Altieri Carla Attianese Maria Teresa Altorio Silvana Amati
Bruna Baravelli Giuliano Barbolini Marianna Bartolazzi Fiorenza Bassoli
Mariangela Bastico Maria Teresa Bertuzzi Giovanna Beviglia Franca Biondelli
Tamara Blazina Paola Bongarzoni Rita Borioni Sandro Brandolini Aida Canobbi
Laura Capelli Nadia Carì Anna Maria Carloni Susanna Cenni Francesca Chiavacci
Franca Chiaromonte Catia Cinanni Franca Cipriani Emanuela Clementi
Fiorella Codognotto Gigliola Corduas Alba Costamagna Giacomo Costantini
Matilde D’ascanio Elmilia De Biasi Ilaria Di Bella Leopoldo Di Girolamo
Emanuela Doni Emanuela Droghei Sonia Elisi Stefano Esposito Giuliana Esposito Manuela Facco Rossana Fedele Cinzia Maria Fontana Grazia Francescato Antonella Fucile Maria Pia Garavaglia Laura Garavini Rita Ghedini Francesca Giordani Donata Gottardi Maria Fortuna Incostante Linda Lanzillotta
Daniela Lastri Nicoletta Livi Bacci Massimo Livi Bacci Mario Lovelli
Alessandra Lo Verso Beatrice Magnolfi Francesca Marinaro Catiuscia Marini
Alberto Maritati Paola Martini Giovanna Melandri Teresa Marzocchi
Daniela Mazzucconi Elena Merazzi Colomba Mongiello Alessia Mosca
Franco Narducci Magda Negri Paolo Nerozzi Antonella Orlacchio
Pina Orpello Maria Grazia Passuello Carlo Pegorer Caterina Pes
Pina Picierno Olivia Picchi Roberta Pinotti Leana Pignedoli
Elisabetta Rampi Antonio Randazzo Caterina Romeo Silvana Laura Salsi
Amalia Schirru Rosita Serra Nadia Simoni Alessandra Siragusa
Albertina Soliani Loriana Stella Salvatoretomaselli Claudia Maria Travicelli
Livia Turco Alessandra Untolini Vincenzo Vita Luigi Vimercati
Walter Vitali Sandra Zampa Sonia Zarino Antonella Melillo
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martedì 10 febbraio 2009
Testamento biologico, la maggioranza boccia la mozione PD
In un momento di "turbamento nazionale" serve "una riflessione comune". Questa l'esortazione del presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, all'indomani della morte di Eluana Englaro e alla luce dello scontro politico intorno alla vicenda della donna. Ma la mozione presentata dal partito Democratico sul testamento biologico è stata respinta dalla maggioranza. La mozione del Pd sostiene che il disegno di legge deve ispirarsi ai seguenti principi: "No a qualunque forma di eutanasia; no all'accanimento terapeutico; no all'abbandono terapeutico; sì all'alleanza terapeutica medico-paziente, con l'impegno del medico a garantire al paziente tutte le cure di bui ha bisogno anche nella fase di fine vita". Affrontato anche il tema dell'idratazione e alimentazione sostenendo che "nell'ambito del principio di autodeterminazione è ammessa l'eccezionalità dei casi in cui la sospensione di nutrizione e idratazione sia espressamente oggetto della dichiarazione anticipata di trattamento". Per il Pd "la dichiarazione anticipata della propria volontà risponde ai principi di libertà e di autodeterminazione".Sempre nella mozione del Pd si invita a istituire una commissione di studio che affronti il tema delle cure di fine vita per i casi come quelli di Eluana Englaro.Durante il suo intervento Anna Finocchiaro, presidente del gruppo del Pd ha fatto appello “ai colleghi della maggioranza e al governo per dire con la pacatezza che è dovuta che il gruppo del Partito Democratico non condivide la scelta di tornare a discutere di questo testo domani. Il gruppo avanza all'aula e al governo la proposta di ultimare in una settimana il lavoro di commissione sul testo sul testamento biologico o fine vita, sul quale il relatore di maggioranza ha già presentato un articolato, in maniera tale di poter andare in tempi brevissimi alla discussione in aula di un testo compiuto, assai più soddisfacente sotto il profilo della previsione, della stesura, dell'approfondimento". Anche perché la maggioranza ha presnetato un emendamento con il quale fissava in 180 giorni la data di vigenza del disegno di legge “a riprova della temporaneità e, lasciatemi dire anche del fatto che il testo anche dai colleghi della maggioranza non viene ritenuto soddisfacente rispetto alla quantità dei problemi che la regolazione del fine vita pone. Con la nostra proposta si recupera molto tempo rispetto a quei 180 giorni con in più la possibilità di giovarci di un lavoro già avanzato in commissione e della disponibilità del mio gruppo che dei testi sul fine vita è stato autore ed ha espresso ipotesi di mediazione rispetto a punti molto delicati”.Ma il Senato ha respinto le mozioni sul trattamento di fine vita e sull'alimentazione e idratazione presentate dal Pd e dall'Idv. Su entrambe il governo ha espresso parere negativo. La mozione Pd e' stata respinta con 109 si', 151 no e 14 astenuti. Il documento Idv e' stato bocciato con 17 voti a favore, 156 contrari e 107 astenuti.Pubblichiamo il testo integrale della mozione del Partito Democratico, disponibile anche nell'area Documenti di PdNetwork.E Gasparri chiede scusa a Napolitano. Il Capo dello Stato era stato accusato ieri apertamente in Senato dal capogruppo del Pdl Maurizio Gasparri di avere una responsabilità nella morte di Eluana, in seguito al rifiuto di apporre la propria firma sul decreto legge del governo. "In questa vicenda peseranno le firme messe e quelle non messe", aveva attaccato Gasparri davanti alle telecamere. La capogruppo del Pd Anna Finocchiaro aveva immediatamente replicato definendo le accuse "una cosa inaudita". Anche il presidente della Camera Gianfranco Fini si era scagliato contro Gasparri, definendolo "un irresponsabile che dovrebbe imparare a tacere". Oggi sono arrivate le scuse di Gasparri: "Non ho offeso nessuno", ha assicurato il capogruppo del Pdl rispondendo ai giornalisti al Senato, "se le istituzioni si ritengono offese, me ne scuso".
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E' morta Eluana
Dopo 17 anni in stato vegetativo, si è spenta nella clinica di Udine dove era ricoverata.
Alle 20.10 è morta Eluana Englaro. Si è spenta dopo un lunghissimo sonno durato più di 17 anni. Eluana ha vissuto in uno stato di coma vegetativo irreversibile dalla notte del 18 gennaio 1992, giorno del tragico incidente stradale che la ridusse in fin di vita. I medici riuscirono a strapparla alla morte ma non riuscirono a ridarle il sorriso e la spensieratezza che erano tratti tipici del suo carattere.Il segretario del PD, Walter Veltroni, ha rilasciato una dichiarazione: "Non si può non sentire tutta la pena per la morte di Eluana, per la fine del suo lunghissimo calvario. Il nostro primo pensiero va a lei, alla sua famiglia che da 17 anni condivide amore e dolore. Ora credo che la riflessione e il silenzio siano le uniche reazioni umane davanti a quello che è successo, lasciando lontane speculazioni e grida. Spero che questo sia condiviso da tutti e che questa tragica morte spezzi un clima di accuse, polemiche dichiarazioni scomposte. E questa drammatica vicenda dimostra come sia necessaria, in tempi brevi, una legge giusta sul testamento biologico che il nostro Paese attende da troppi anni". Viva sì ma capace solo di respirare. Il suo cuore ha continuato a battere ma la ragazza ha perso ogni forma intellettiva, di affetto e di coscienza. Le uniche esigenze che le erano rimaste erano quelle di essere alimentata, idratata ed essere pulita.Il coordinamento del Partito Democratico ha deciso, in segno di rispetto per la morte di Eluana Englaro, di rinviare tutte le iniziative pubbliche previste per la giornata di domani. In queste ore deve prevalere un sentimento di umana partecipazione e di vicinanza con la famiglia. Riposa in pace Eluana.
(http://www.partitodemocratico.it/dettaglio/71199/È_morta_Eluana)
mercoledì 4 febbraio 2009
"Scenari e strategie per il Mezzogiorno".Gianfranco Viesti a Potenza venerdi 6 febbraio '09
"Scenari e strategie per il Mezzogiorno, tra programmi comunitari, politiche nazionali e modelli di sviluppo locale" è il titolo del seminario che la Fondazione di cultura politica BasilicataFuturo ha voluto organizzare per venerdì 6 febbraio '09 a Potenza alla sala Inguscio della Regione Basilicata con inizio alle ore 16.30. Sarà presente il Prof. Gianfranco Viesti.
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"Legalità: garanzia di sviluppo per il Mezzogiorno". Iniziativa del Pd a Melfi con l'On. Marco Minniti
Lunedì 9 febbraio a Melfi presso il Centro F.S. Nitti con inizio alle ore 17.30, il Partito Democratico affronta il delicato tema della legalità. L’iniziativa dal titolo “Legalità: garanzia di sviluppo per il Mezzogiorno”, prevede la partecipazione di Luigi Simonetti segretario del Pd del circolo di Melfi, Ernesto Navazio Sindaco di Melfi, Giuseppe D’Addezio del Foro di Melfi, Dino Di Ciommo Presidente dell’ordine degli avvocati del Foro di Melfi, Luciano Mauriello già Prefetto di Potenza, Renato Arminio Sostituto Procuratore della Repubblica del Tribunale di Melfi e Piero Lacorazza segretario regionale del Pd di Basilicata. Le conclusioni dell’incontro, che sarà coordinato da Gaetano Araneo Presidente del Pd di Melfi, saranno affidate all’On. Marco Minniti, Ministro Ombra degli interni del Partito democratico.
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Centro olio di Viggiano, l'attenzione della Regione.
L’assessore Santochirico ha chiamato i responsabili di Eni ed Arpab. Disponibili i dati del monitoraggio.
“La Regione segue con la massima attenzione le attività del Centro olio di Viggiano, al fine di appurare con precisione le cause dell’episodio verificatosi nel pomeriggio di ieri e le possibili conseguenze per la salute delle persone e la salvaguardia ambientale”. E’ quanto afferma l’assessore regionale all’Ambiente, Vincenzo Santochirico, che, in merito alla fiammata fuoriuscita dalla torcia dell’impianto, ha interpellato i dirigenti dell’Eni e l’Agenzia regionale per la protezione dell'ambiente della Basilicata (Arpab). L’Eni ha comunicato che l’episodio si è verificato a causa di una interruzione dell’energia elettrica che ha fatto attivare il blocco dell’impianto e la depressurizzazione della linea di produzione “Monte Alpi”. All’Arpab è stato chiesto di rendere noti i dati della qualità dell’aria rilevati dalla centralina di monitoraggio sita in prossimità del Centro olio di Viaggiano. Questi i dati comunicati (disponibili sul sito internet www.arpab.it nella sezione “bollettino aria”): i valori registrati dalla centralina nella giornata di ieri sono al di sotto dei limiti, pur manifestandosi un picco di benzene intorno alle ore 19,00. “In tema di salvaguardia ambientale e tutela della salute dei cittadini – dichiara Santochirico - la Regione intende mantenere alta la guardia, anche mettendo in atto azioni integrate che garantiscano in maniera costante l’informazione ai cittadini, ai soggetti istituzionali, sociali e associativi. A tal fine, come è noto, sono state accelerate le procedure per l’istituzione del Centro di monitoraggio ambientale della Basilicata e per la costituzione della Rete unitaria per il monitoraggio ambientale”. “Sicurezza dei cittadini e tutela della natura – prosegue Santochirico – sono temi troppo seri ed importanti per essere strumentalizzati da chi, come il consigliere Napoli, pensa di alimentare con gli insulti e l’istigazione all’offesa la fiamma del suo partito. Di fronte a questioni serie, occorre avere la consapevolezza che i cittadini si attendono risposte altrettanto serie, piuttosto che sparate tanto infuocate quanto improvvisate, che sono ancor meno giustificabili quando provengono da rappresentanti delle istituzioni”.
lunedì 2 febbraio 2009
Social card, si ma vuote!
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14 gennaio 2009 GOVERNO OMBRA - Copertina
L'unico paese al mondo...
Ad approvare le misure anticrisi senza discuterle. Per poi accorgersi che un terzo delle social card sono senza soldi Una maggioranza tra le più larghe della storia italiana approva il decreto-legge con le misure anticrisi (dl 185/08 – Misure urgenti per il sostegno a famiglie, lavoro, occupazione impresa e per ridisegnare in funzione anti-crisi il quadro strategico nazionale) con la fiducia, nonostante il PD avesse presentato appena dieci emendamenti per un maggiore investimento di 2,5 miliardi. Siamo i primi e gli unici al mondo che hanno impedito al Parlamento di svolgere una discussione efficace sulle misure anticrisi, è questo l'unico nostro primato in questo momento. E intanto scoppia anche il caso Social Card: una su tre non mai stata caricata!Una cifra che sarebbe stata coperta utilizzando la metà dei risparmi che nel 2009 il governo incasserà dalla diminuzione sugli interessi sul debito. Ma la destra ha scelto di non discuterne.Non hanno voluto incrementare del 20% gli assegni familiari, aumentare le risorse per gli ammortizzatori sociali e ampliare la platea dei lavoratori che ne beneficiano, né velocizzare i pagamenti da parte della pubblica amministrazione, evitare la stretta al credito per le piccole e medie imprese o intervenire sui meccanismi del credito d'imposta per la ricerca e il sud.Accanto alla presunzione e la prepotenza del governo va segnalata anche l'ennesima bufala. la tanto sbandierata social card, la carta dei meno abbienti, la carta che dona meno di un euro al giorno e ti dichiara povero, è vuota!Per stessa ammissione dell'Inps, al 30 dicembre erano state caricate 330 mila carte sulle 520 mila distribuite. Una su tre è vuota. Vergogna!"Vorrei tanto che il ministro Tremonti si calasse nei panni di un pensionato che ha bisogno anche di 40 euro al mese in più e che si è sottoposto entro il 31 dicembre al complicato percorso ad ostacoli escogitato dal governo", è la replica del ministro della Semplificazione del governo ombra, Beatrice Magnolfi, che parla di «via crucis infinita» descrivendo l'iter da affrontare per beneficiare della social card.E lo chiamano decreto anticrisi...Pubblichiamo la dichiarazione di voto sulla questione di fiducia del ministro ombra per l’Economia, Pierluigi Bersani.Signor Presidente, colleghi, mi sembra che i fatti siano chiari. Dopo aver duramente lavorato, con esito nullo, in Commissione, le opposizioni hanno ridotto ad una trentina i propri emendamenti, per rendere più agevole ed essenziale il dibattito in Aula. Il Governo ha posto la questione di fiducia per coprire i problemi della maggioranza e il Presidente Fini si è espresso con parole istituzionalmente ineccepibili e, per ciò stesso, del tutto incomprensibili alle orecchie padronali del Presidente Berlusconi. Abbiamo anche assistito ad un Governo che nel chiedere la fiducia ha dichiarato che l'Italia è il primo Paese ad affrontare provvedimenti sulla crisi. Come abbiamo detto ieri, siamo al surrealismo: ribadisco che siamo i primi e gli unici al mondo che hanno impedito al Parlamento di svolgere una discussione efficace sulle misure anticrisi, è questo l'unico nostro primato in questo momento.Ieri l'opposizione ha deciso di fare un Aventino alla rovescia: abbiamo parlato per tre ore da soli, e lo abbiamo fatto come atto di omaggio alla dignità di quest'Aula. Oggi, a beneficio di chi di voi non era presente e del Ministro Tremonti in particolare, per un atto che - credo - la cortesia pretenda, illustro in un breve riassunto gli argomenti che abbiamo esposto. Innanzitutto, signor Ministro ed esponenti della maggioranza, avevamo posto una domanda: quando a luglio noi abbiamo proposto, invece della seconda parte della manovra ICI, detrazioni fiscali per redditi medio-bassi; quando abbiamo proposto di parlare, invece che di straordinari, di cassa integrazione; quando abbiamo chiesto se ci convenisse spendere miliardi per Alitalia per disporre di servizi inferiori, minore concorrenza, minori collegamenti internazionali e meno occupazione, ci eravamo sbagliati? Credo sia legittimo porre questa domanda, a cui segue una lunga coda, non è mica finita!Mi rivolgo agli amici della Lega, sono del nord anch'io: questa Lega che è per la libertà di mercato deve spiegarmi perché in Commissione ha partecipato a dichiararci inammissibile un emendamento che ripristinasse i poteri dell'Antitrust, che voi avete tolto; inammissibile per estraneità di materia, in un decreto-legge che parla anche di porno tax (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)! Dovete anche spiegarci perché mai avete votato contro un nostro emendamento per la liberalizzazione dei voli Milano-Roma. Se voi pensate di poter raccontare quello che volete al nord vi sbagliate (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Italia dei Valori).Se fin qui non abbiamo sbagliato del tutto, può anche darsi che non ci sbagliamo nemmeno oggi. Vi abbiamo chiesto una manovra di un punto di PIL e abbiamo cercato di dimostrarne la sostenibilità, sulla base di un risanamento che esiste ed è solido (voi ve ne vantate e non riconoscete con una sola parola i meriti di lo ha procurato), ma non avete accettato questa proposta, così come non avete accettato alcun fondamentale emendamento dell'opposizione (nostro, dell'Unione di Centro o dell'Italia dei Valori): eccoci ora qui ad affrontare questo 2009 senza alcuna riduzione fiscale per i redditi medio-bassi, anzi con un aumento della pressione fiscale per quei redditi, perché - ci siamo capiti - non è che non alzate le tasse, qui l'IRPEF sta crescendo per l'andamento del fiscal drag e voi state sottraendo potere d'acquisto a chi in questo momento ne avrebbe più bisogno, anche ai fini dell'economia.Sul lavoro autonomo e professionale lanciate un messaggio: non abbassiamo le aliquote, ma allentiamo i controlli. In tal modo proponete uno scambio distruttivo, cioè invece di intervenire con misure positive e chiedere fedeltà fiscale - che è l'unico modo col quale si possono ridurre le aliquote - realizzate uno scambio distruttivo per il civismo in questo Paese.Ci avete anche proposto delle analisi attraverso dei comunicati del Governo e del Ministero dell'economia che, francamente, ci hanno messo in allarme. Ieri ho anticipato che assumeremo iniziative che diano priorità alla trasparenza dei dati, in termini di finanza pubblica e in termini di entrate fiscali. Ci avete detto in via ufficiale che il fabbisogno è cresciuto in virtù di misure di cui avevate garantito la copertura al Parlamento, e non ci avete detto niente di analitico e dettagliato sull'andamento delle entrate fiscali: non pensate che sia possibile discutere senza avere una base di dati condivisi!Sulle misure sociali, si è già detto del bonus famiglie - ne ha parlato Avvenire, al quale mi rimetto - e della social card. Vorrei che si sapessero le cifre: un milione 300 mila le utenze potenziali, 350 mila le carte attivate, 150 mila le carte respinte, disagi e umiliazioni di ogni genere agli sportelli, ai patronati e nei supermercati (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Italia dei Valori). Volete darglieli sulle pensioni, questi benedetti 40 euro, così risparmierete dei soldi anche voi?Sugli ammortizzatori, non siamo a posto. Il Ministro dice: ho voluto mettere il registratore. Non ce n'è bisogno, ci siamo detti chiaramente che per noi si tratta di una priorità assoluta. Potete usare questi fondi o altri, purché funzioni. Quanto al Fondo sociale europeo, le regioni faranno quel che dovranno fare, ma ciò non sarà risolutivo. La norma sulla bilateralità, oltre a discriminare e a dividere piuttosto che ad allargare la platea, non reggerebbe ad un esame costituzionale, perché discriminatoria (Applausi dei deputati del gruppo Partito nel Democratico).Attenzione, le chiacchiere valgono fino a domani mattina, i numeri sono i seguenti: un milione di giovani precari a rischio rinnovo, 500 mila lavoratori già in cassa integrazione straordinaria, ordinaria, in deroga e cassa edile. E siamo soltanto all'inizio. Volete attrezzarvi sul piano dei soldi e delle norme o continuiamo ad andare avanti a chiacchiere? Abbiamo passato il Natale con la storia della settimana corta, non possiamo andare avanti a spot! Abbiamo cominciato con Robin Hood, che doveva prendere e invece deve dare; c'erano poi gli 80 miliardi; prima si dice che bisogna lavorare di più e poi che bisogna lavorare meno. Si passa la giornata con degli spot, ma il giorno dopo non c'è niente di queste cose.Lo stesso vale per la piccola impresa. Ho detto ieri e lo ripeto qui, per informazione, perché è difficile leggere sui giornali le cose che sto per dire, che vorrei fosse chiaro che di tutte le cose di cui abbiamo chiacchierato in relazione all'accesso al credito per la piccola impresa, oggi non sta funzionando niente. Non so se mi spiego: tra decreti e regolamenti, da ottobre ad oggi, non c'è nulla di nulla.Vogliamo dire qualcosa alla nostra industria? La Iris ceramiche, sto parlando del meglio, liquida, perché non c'è prospettiva. Vogliamo dirgli che non è così? Guardate che se a catena viene fuori una cosa di questo genere, a cominciare dalle banche, noi abbiamo dei guai seri. Non sarà ora di sentire una parola forte sulle politiche industriali? Dite qualcosa a questa gente!Voi dite: acceleriamo, non c'è bisogno di manovra. Acceleriamo? Benissimo. Il FAS? Benissimo. Ma stiamo parlando o no di misure che devono diventare vere in 12-24 mesi? Si tratta di questo? Se è questo, fuori da un paniere di progetti locali e fuori da un'attivazione controllata di crediti di imposte, non può esserci una risposta. Inutile dire: acceleriamo il ponte sullo Stretto: lo accelereremo per vent'anni, sarà un'accelerata di vent'anni! Cerchiamo di capire che la crisi c'è, perché io ho l'impressione che ciò non sia stato ancora compreso!Fra l'ottimismo po' poco vacuo, lasciatemelo dire, del Presidente del Consiglio, e, Ministro Tremonti, una sorta di pessimismo immaginifico che viene fuori dalle sue iniziative, noi siamo fermi, con l'idea che qualcun altro provvederà. Ma, attenzione, non possiamo permetterci una cosa di questo genere, dobbiamo fronteggiare la crisi, non risolverla, ma fronteggiarla. L'ho detto ieri, non siamo mica pagati per fare dei commenti o dire delle frasi celebri, noi siamo pagati per fare dei fatti (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Italia dei Valori)!Il Presidente Napolitano - voglio concludere con le sue parole - ha detto: può venir fuori dalla crisi una società più giusta. Lo ricordava D'Antoni ieri nel suo intervento: ciò è verissimo, ma l'ombra di questa frase bellissima è che dalla crisi può anche venir fuori una società più divisa e più ingiusta. Se non facciamo niente, dal momento che l'acqua va in basso, la crisi verrà pagata, magari in silenzio, da milioni di persone, i più deboli. Attenzione, voi vi candidate a mettervi dalla parte delle retrovie, di quelli che vogliono stare al riparo, acquattarsi e aspettare che la crisi passi.Noi ci mettiamo dall'altra parte, discutiamo confrontiamoci: possiamo far venir fuori un Paese più solidale o un Paese più diviso. Fin qui mi pare che siamo sulla cattiva strada e per questo noi vi neghiamo, ancora una volta, e con maggior convinzione la fiducia.
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RABBIA E INDIGNAZIONE
Tre ragazzi danno fuoco ad un senza tetto solo per divertirsi un po' Una notte di sballo. Una notte di droga e di alcol. Poi la decisione di cospargere di benzina un barbone di origine indiana e di dargli fuoco. In sintesi, la cronaca di un'ordinaria follia accaduta a Nettuno nella notte tra sabato e domenica. Volevano solo divertirsi hanno dichiarato i tre ragazzi. Non c'è nulla legato al razzismo. E proprio in questa affermazione che sta il significato più agghiacciante della vicenda: è peggio il razzismo o il divertirsi dando fuoco ad una persona? Ma è proprio nel divertimento il lato peggiore del razzismo. Il PD, come la stragrande maggioranza degli italiani, partecipa con rabbia e indignazione Tre ragazzi, due maggiorenni di 29 e 19 anni e uno minorenne di 16, passano la sera alla ricerca dello sballo. Stanno giù di giri e hanno bisogno qualcosa di forte. Di più forte. E quindi quando stanno facendo rifornimento per la loro macchina, decidonoche l'ultimo euro di benzina sia da destinarsi al senzatetto che li aveva “provocati” solo per essere passato davanti ai tre nel piazzale della stazione ferroviaria. Davanti ai carabinieri hanno confessato la voglia di fare un "gesto eclatante per provare una forte emozione" e per questo di aver cercato uno che dormiva in strada, non per forza un romeno o un nero. Uno indifeso.Tornando alla stazione, lo trovano, lo cospargono di benzina e gli danno fuoco. Poi non riuscendo a spegnere le fiamme scappano come se niente fosse accaduto. La vittima, gravemente ustionato alle gambe, alle mani, all'addome e al collo ma fortunatamente fuori pericolo di vita, si chiama Navte Singh, 35 anni sikh, disoccupato e muratore all'occorrenza.Luca, il diciannovenne, dichiarerà alle forze dell'ordine che "il razzismo non c'entra, è stato solo uno scherzo al barbone, una bravata". La tesi è confermata anche dal comandante provinciale dei carabinieri di Roma, Vittorio Tommasone che ha commentato: “al momento quel che sappiamo ci consente di escludere una matrice razziale. Il che non rende meno agghiacciante quel che è accaduto. Anzi. Perché se si vuole capire davvero quale è lo sfondo del tentato omicidio di Nettuno, allora bisognerà cominciare a ragionare su quel che accade ai nostri ragazzi. All'uso smodato che ormai fanno di droghe e alcol. A quelle che ne sono le conseguenze".Il mondo della politica si interroga sui fatti accaduti. Per Walter Veltroni, segretario del Partito Democratico, “quello che è successo a Nettuno è gravissimo e suscita in me, come nella stragrande maggioranza degli italiani, rabbia e indignazione. Esprimiamo solidarietà al giovane indiano selvaggiamente picchiato e bruciato e chiediamo che i responsabili di questo crimine siano assicurati al più presto alla giustizia. Episodi di intolleranza criminale come questo sono il frutto di predicazioni xenofobe, di un clima creato ad arte di odio e di paura”. “Non ci sono davvero parole per esprimere l'orrore di fronte agli episodi di violenza di Nettuno e di Roma di questi giorni”, ha dichiarato Piero Fassino, ministro degli Esteri nel governo ombra.“Ma è tempo soprattutto di chiederci – ha aggiunto Fassino - in quale società viviamo e soprattutto in quale vogliamo vivere, rimettendo al centro dei comportamenti di ognuno la dignità della persona, il rispetto del corpo altrui, la vicinanza con i deboli, la uguaglianza dei diritti e dei doveri, il rifiuto di ognuno forma di sopruso e di violenza, la lotta alla solitudine e alla marginalità”.“Fermiamo l'abisso della violenza prima che sia troppo tardi”. .Fuori dal coro unanime di condanna e con un suo particolare distinguo è stato il sindaco di Roma, Gianni Alemanno che ha precisato: ''Se qualcuno pensa che i recenti fatti di violenza, che hanno visto come presunti colpevoli delle persone immigrate, possano essere un alibi per ritorsioni xenofobe, si sbaglia di grosso - ha affermato - a nessuno è consentito farsi giustizia con le proprie mani e tanto meno strumentalizzare politicamente il dolore delle donne che sono state violentate nei giorni scorsi.In effetti la tragedia di Nettuno va inserita nel constesto di odio e paura che fa da sfondo alla triste situazione italiana degli ultimi giorni. Senza alcuna strumentalizzazione, se la sicurezza è stata il cavallo di Troia del governo Berlusconi e di molte amministrazioni passate nelle scorse elezioni al centrodestra, ora potrebbe ritorcersi contro gli stessi uomini di propaganda. Non bastano le rassicurazioni del premier o del sindaco di turno che cercano di sviare il pericolo addossando la colpa al branco rumeno o comunque clandendestino e straniero, istigando violenza su violenza. A Nettuno, i ruoli di vittima e di carnefice si invertono: la vittima è un immigrato, il carnefice un ragazzo di buona famiglia.La questione è di carattere sociale e culturale più che economica. Il divertimento si ottiene con un gesto al di fuori di ogni logica e ogni regola. La noia di un qualunque sabato sera avvalla il superamento di ogni limite della trasgressione e della vigliaccheria.E alla crisi dei valori si aggiunge la deriva istituzionale che il governo Berlusconi propone con la sua riforma della Giustizia. Così come per lo stupro di Guidonia, anche il caso di Nettuno sarebbe irrisolto se passasse la legge sulle intercettazioni. A spiegarlo è il procuratore aggiunto di Milano, Armando Spataro in un intervista rilasciata a la Repubblica. "Oggi la polizia – ha risposto Spataro - potrebbe chiedere al pm di mettere sotto controllo il telefono di personaggi noti per il feroce razzismo contro gli immigrati, magari visti nei giorni precedenti mentre si aggiravano alla stazione. Basterebbero "gravi indizi di reato" e l'assoluta indispensabilità dell'ascolto per le indagini, requisiti indiscutibilmente presenti nell'esempio ipotizzato. Con la riforma, invece, occorrerebbero "gravi indizi di colpevolezza", lo stesso grado di prova che ne consentirebbe la cattura. Ma è evidente che sospetti ben precisi non equivalgono a "gravi indizi di colpevolezza". Dunque niente cattura, ma soprattutto niente indagini con intercettazioni". A.Dra
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29/01/2009 Bubbico su liberalizzazioni: "Il Governo vuole affossarle e inizia dalle assicurazioni"
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"La maggioranza di centrodestra ha dato il via libera alla demolizione delle liberalizzazioni, volute da Bersani e dal precedente governo di centrosinistra, a favore dei cittadini". Lo dichiara il senatore del Pd Filippo Bubbico, capogruppo in Commissione Industria, riferendosi ai due emendamenti al Ddl sullo sviluppo e l'internazionalizzazione delle imprese (A.S. 1195) "presentati da due senatori del Pdl, Cesare Cursi, presidente della Commissione Industria di Palazzo Madama, e Sergio Vetrella". "Con il primo degli emendamenti - spiega Bubbico - si dispone l'abrogazione del divieto di clausole contrattuali esclusive nella distribuzione di polizze assicurative nei rami 'danni'. Un divieto, in vigore dal 2008, che stava già producendo effetti positivi nella distribuzione dei prodotti assicurativi". "Qualora venisse approvato il secondo emendamento dei senatori del Pdl, verrebbe invece abrogato il diritto di recesso annuale nei contratti di durata pluriennale, introdotto anch'esso dal 'pacchetto Bersani'. Questo - spiega il senatore del Pd - significherebbe che l'assicurato potrebbe disdettare il contratto solo dopo 5 anni di vigenza". "Ci auguriamo che il governo dia parere negativo ai due emendamenti che potrebbero affossare due misure che sono capisaldi nel pacchetto delle liberalizzazioni, introdotte per favorire la concorrenza nel settore assicurativo e anche per dare maggior vantaggi ai cittadini". "Nelle aule parlamentari - conclude Bubbico - il Pd proseguirà nell'impegno per impedire che il Pdl affossi il pacchetto Bersani e perché venga pienamente sviluppato il processo di liberalizzazioni che permetta di liberare risorse ed energie per lo sviluppo e la crescita del Paese".
29/01/2009 Lacorazza a Paglica: “Il PDL non è né fresco né nuovo”.
“Il decreto anticrisi è insufficiente e assolutamente incapace di dare risposte ad imprese e famiglie soprattutto nel Mezzogiorno e in Basilicata. Vedo il consigliere Pagliuca in affanno e non vorrei aggiungere altro alle dinamiche che lo vedono coinvolto nel PDL, sino a mettersi contro, come è accaduto qualche mese fa, a provvedimenti che per la prima volta pongono al centro il territorio e rendono partecipe di questo processo, dandone centralità, il Vulture-Melfese”. E’ la replica di Piero Lacorazza a Nicola Pagliuca.
“Non per il gusto della polemica ma mi chiedo cosa è accaduto se, come lui dichiara, da anni rendiconta sui provvedimenti del centrosinistra e sistematicamente viene sconfitto alle elezioni regionali. Aldilà del dato personale per il quale evito di essere trascinato in una bagarre inutile vorrei ricordare che Nicola Pagliuca, candidato premier nel 2000 e consigliere regionale nel 2005, è parte di quel gruppo dirigente che misura e rileva sconfitte da quindici anni. Dovrebbe più facilmente farsi da parte chi perde e non chi vince!
Bisognerebbe evitare semplificazioni e interrogarsi più a fondo sul perché delle sconfitte del centrodestra in questa regione e non rubricare il tema sotto la voce clientele e potere, poiché quelle sono possibili, purtroppo, ad ogni livello di governo, di sottogoverno e di interessi. Mi pare difficile, quindi, che il PDL, quando si farà, possa essere alternativa credibile nell’assenza di un progetto per la Basilicata e di una classe dirigente che, attraverso salviette di fresh end clin, immagina di presentarsi fresca e nuova agli appuntamenti elettorali”.
Lacorazza: “Il decreto anticrisi del quale canta le lodi il Sen. Latronico è acqua fresca".
“Il decreto anticrisi del quale canta le lodi il Sen. Latronico è acqua fresca e francamente fa sorridere il confronto con la finanziaria regionale approvata dal centrosinistra che prevede: 23 milioni di riduzione per il costo della bolletta del gas e investimenti sulle fonti energetiche rinnovabili, 8 milioni per il sostegno ai lavoratori fuoriusciti dai processi produttivi, 5 milioni a sostegno dell’università, 20 milioni per aiutare il rapporto tra imprese e credito, 15 milioni per piccoli comuni ed aree interne, 18 milioni per misure di contrasto alla povertà e per le politiche sociali. E poi avremo modo e tempo nel corso delle nostre iniziative di confrontarci nel merito su atti e scelte che attengono al lavoro del Governo regionale e del centrosinistra lucano.”
E’ quanto ha dichiarato Piero Lacorazza, segretario regionale del PD, che continua:
“In una crisi economica e sociale di proporzioni storiche, e che annuncia ancora effetti ed esiti negativi, il Sen. Latronico descrive provvedimenti inconsistenti nella sostanza per famiglie ed imprese. Non si tratta di dividersi tra pessimisti e ottimisti ma il buon senso, il realismo e i dati dicono che manca una strategia ed una rotta del governo nazionale per uscire dalla crisi. Se il decreto anticrisi è debole per l’Italia, lo è ancora di più per il Mezzogiorno e per la Basilicata.
Sono settimane che il PDL chiede il voto anticipato; se questa è la prova del governo c’è da rimanere delusi e se, a proposito di ironie sull’anagrafe, da molti anni gli esponenti del centro destra provano ad arrampicarsi per approdare al governo della Regione senza riuscirci, qualche motivo ci sarà. Neanche sulla benzina sono stati attenti a difendere gli interessi della Basilicata distraendosi sulla necessaria attenzione che si doveva e si deve avere sui rischi e le opportunità del federalismo fiscale. Una vicenda sulla quale il Pd ha dimostrato tutta la sua responsabilità, offrendo una soluzione che va a beneficio dei cittadini, sacrificando la soddisfazione di una magra figura di un centrodestra che in campagna elettorale aveva promesso il dimezzamento del costo alla pompa.
Insomma adesso che il coro della richiesta delle elezioni anticipate appare abbastanza ridondante e dopo essersi esercitati ed autoconvinti che la crisi c’è solo da noi, gli esponenti del PDL dicano, oltre le conferenze e i comunicati stampa, cosa stanno facendo per il Mezzogiorno e per la Basilicata, dicano su quale progetto e con chi, uomini e donne, vorranno convincere i lucani. Non vuole essere un’indebita ingerenza ma visto che il PD, anche con le sue complicazioni è stato di fatto oggetto di tanta attenzione, ci auguriamo che per il bene della democrazia italiana che il PDL da cartello elettorale diventi partito.
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