Il 17 aprile si vota per il
referendum, un referendum tecnico, come del resto lo sono tutti, ma il valore
simbolico è forte. Significa che se vincessero i Sì finalmente il nostro paese
si allineerebbe con quella che è l’unica posizione possibile oggi: l’abbandono graduale
dei combustibili fossili.
Se vincerà il sì, sarà
abrogato l’articolo 6 comma 17 del codice dell’ambiente, dove si prevede che le
trivellazioni continuino fino a quando il giacimento lo consente. La vittoria
del sì bloccherà tutte le concessioni per estrarre il petrolio entro le 12
miglia dalla costa italiana, quando scadranno i contratti. Tra gli altri
saranno interessati dalla misura: il giacimento Guendalina (Eni)
nell’Adriatico, il giacimento Gospo (Edison) nell’Adriatico e il giacimento
Vega (Edison) davanti a Ragusa, in Sicilia. Non saranno interessate dal
referendum tutte le 106 piattaforme petrolifere presenti nel mare italiano per
estrarre petrolio o metano.
Il punto cruciale del
referendum è che se si continua a ricercare nuovi idrocarburi per poi raffinarli
e bruciare, non ci allineeremo mai agli obiettivi che invece, anche come
governo nazionale, si sostiene di voler perseguire. Quindi questa è una partita
politica molto importante perché si inizia a decidere qual è la strada che bisogna
perseguire per un futuro indirizzato verso la sostenibilità. Emerge
chiaramente, invece, che questo Governo sia inadeguato su questo fronte.
Cercano di cancellare gli incentivi alle energie rinnovabili, Incentivano la
creazione di nuovi inceneritori e fanno la scelta che sappiamo sulle
trivellazioni. Si perseguono obiettivi vecchi e siamo incapaci di innovare.
I cittadini invece chiedono l’abbandono
progressivo delle fonti fossili. Se l’Italia ha aderito all’accordo sul clima
di Parigi, vuol dire che entro il 2050 dovremo tagliare le nostre emissioni
inquinanti. Bisogna cominciare adesso a investire sulle energie rinnovabili e
su quelle incentrare tutta la strategia energetica del Paese.
Come gruppo consiliare
del pd di Bernalda, già in occasione dell’approvazione del decreto legge
denominato “Sblocca Italia” ci siamo fatti promotori della richiesta di
convocazione di un consiglio comunale con il quale si impegnassero le
istituzione della regione Basilicata affinché venisse impugnato il famigerato articolo
38. In coerenza con quello che è il nostro pensiero su sviluppo sostenibile ed
utilizzo di fonti di energia rinnovabili ci impegneremo perché questo
referendum possa essere il primo passo verso una politica energetica
alternativa.