La
sconfitta del Centro-Sinistra alle ultime amministrative, in favore della
“civica” centrista di Nicola Benedetto e Domenico Tataranno, è e rimarrà uno di
quei momenti indelebili nella storia socio-politica di Bernalda e Metaponto. Una
rinnovata classe dirigente da noi proposta non è stata premiata con la fiducia
della maggioranza dei cittadini, causa anche il dazio da pagare per colpe del recente
passato non ancora del tutto ben definite. Nonostante l’amarezza, il plebiscito
che ha eletto l’attuale amministrazione ci ha fatto accettare con maturità la
sconfitta. Con altrettanta maturità abbiamo accettato la tendenza della
cittadinanza a voler dar tempo ai nuovi amministratori per ricevere i primi
risultati positivi.
Questo
perché, titoloni e campagne elettorali a parte, a noi piacerebbe che a rendere
indelebile questa fase storica comunale fossero proprio i possibili risultati
positivi da partorire con atti tangibili e visibili. Con nostro dispiacere però riteniamo che, a sette mesi dall’inizio di
questo nuovo corso, una delle poche cose tangibili sia l’assenza di una
progettualità, di una lungimiranza e programmazione dell’attuale Giunta
Tataranno. Proprio l’assenza di veri
atti innovativi e concreti sono la testimonianza di uno stallo che è
inammissibile.
Tutti
dobbiamo renderci conto, elettori inclusi, che viviamo in un contesto in cui
nessuno può permettersi il lusso di dover prima imparare per anni e poi agire
quando si tratta di gestire il bene e la “cosa” pubblica. A pagarne eccessivo
dazio è il singolo cittadino che già quotidianamente lotta per poter tirare
avanti.
Non
bastano autocelebrazioni per fare il salto di qualità a fronte di una
carrellata di piccoli interventi non strutturati, proroghe di affidamenti
diretti, eventi culturali confusionari e mal gestiti, bilanci esclusivamente
tecnici privi di qualsivoglia input politico.
Ancora
punti all’ordine del giorno in Consiglio Comunale ritirati all’ultimo secondo e
poi spariti, dubbi di conflitti di interesse di Assessori (Caputi e Matarazzo)
poi palesati con le astensioni in consiglio comunale o assenze in Giunta e
interrogazioni alla Corte dei Conti per stabilire indennità tese forse al raggiungimento di un aumento (?) su proposta di
dirigenti su cui verte proprio il dubbio di conflitto di interesse.
Aggiungiamoci
le difficoltà interposte nei confronti dell’opposizione, che con orgoglio siamo
stati chiamati a rappresentare con 1714 voti, di recuperare documenti, verbali
e dati per svolgere il legittimo ruolo di vigilanza e quando possibile anche di
collaborazione. Questo è un
chiaro segnale di confusione nella guida e direzione della struttura stessa. La
disponibilità del Sindaco a mettere a disposizione in prima persona qualsiasi
tipo di documento aggrava tale situazione. Soprattutto se poi si demanda e si
scarica tutto sui capi settore appena si alza l’asticella delle richieste e
delle informazioni. Si è così dato spazio a risposte di dipendenti comunali,
per i consiglieri di opposizione, che andavano oltre la loro competenza tecnica
invadendo il campo della politica e delle valutazioni personali. Questo clima
non favorisce e non accelera la risoluzione dei problemi. E’ più che normale
domandarsi: dove è andata a finire la comunione di intenti di questo nuovo corso
che superava le ideologie per il bene di tutti?
Tutto
ciò forse accade perché questo onnipresente (ed apparente) apartitismo locale
non si traduce e proietta allo stesso modo sui livelli provinciali e regionali.
Questo è dimostrato dal Presidente del
Consiglio Benedetto che da noi emerge come il primo oppositore del Partito
Democratico mentre a Potenza le prova tutte per raggiungere un accordo con lo
stesso PD per ottenere una nomina dal Presidente Pittella.
Oppure
come è dimostrato dalle recenti elezioni provinciali dove la “civica” dei
consiglieri di maggioranza ha votato la lista dello stesso PD e buona parte di
loro la candidata indicata dallo stesso Benedetto del Centro Democratico e di
Pisticci.
A
che gioco stiamo giocando? Ma sono contro o a favore dei partiti?
Non
si poteva mantenere una coerenza e votare tutti insieme eleggendo un
consigliere comunale di Bernalda e Metaponto visto che ne avevano le
possibilità e soprattutto i numeri? Magari chiedendo un appoggio anche al PD
locale, così come a livello regionale e nazionale. La verità è che finché non chiariranno il loro essere contro i Partiti
e quindi contro la Politica questo atteggiamento ambiguo continuerà a fare
danni tanto alla Politica che alla cittadinanza.
Non
si può stare con due piedi in una scarpa!!
Noi
per primi all’indomani della sconfitta abbiamo subito un momento di difficoltà,
dipeso anche dalla scelta di votare una lista avversaria che alcuni dirigenti
ed iscritti del PD hanno fatto. Si potevano lavare i panni in famiglia, ma il
nostro è e rimarrà un Partito Democratico dove ognuno fa la sua scelta per poi
trarne le somme con il senno di poi.
Dopo
una serie di proposte e interrogazioni siamo e rimaniamo pronti a svolgere il
nostro ruolo di seria opposizione anche in un’ottica di collaborazione rispetto
ad iniziative meritevoli e nell’interesse della sola comunità. A preoccuparci
non è la superficiale satira esterna o il mero uso dei “selfie” tanto adoperato
da alcuni amministratori, ma questa tendenza nell’opinione pubblica ad
accomunare “il voler concedere tempo ai nuovi arrivati” in un voler concedere
tutto, errori madornali compresi.
A noi pare ci sia un difetto di
informazione e, al netto di questo disordine politico e amministrativo, siamo noi
a promuovere un nostro bilancio di questi primi mesi. Intendiamo partire dal nostro
operato ed arrivare ad illustrare tutto ciò che non ha funzionato a nostro modo
di vedere.
Per questi motivi e per molti altri che
spiegheremo, invitiamo chiunque voglia dare un contributo alla nostra iniziativa
pubblica di Sabato 17 Gennaio presso la sala incontro alle ore 19:00.
Mettiamo
in campo tutti insieme il modo per ripartire realmente, noi ci siamo e ci
saremo!!!
PD Bernalda e Metaponto